Nebulosa oscura


Nebulosa oscura

Nube di gas e polveri interstellari che oscurano la luce degli astri restrostanti o al loro interno. All'osservazione visuale, le zone del cielo in cui si trovano queste nebulose appaiono come prive di stelle.

Nebulosa Sacco di carbone

La più spettacolare è visibile dall'emisfero australe ed è nota come nebulosa "Sacco di carbone" nella costellazione della Croce (immagine a destra), il nome rende bene l'idea dell'effetto dato alla porzione di cielo dalla sua presenza e la cui visibilità o meno è indice, alle latitudini meridionali del livello di inquinamento luminoso.

In queste regioni, la presenza dei granelli di polvere che assorbono e diffondono la luce ultravioletta, permette di limitare fortemente l'azione disgregatrice delle radiazioni più energetiche, permettendo così la formazione di nubi molecolari, così chiamate a causa della presenza di elementi in forma molecolare, in misura maggiore idrogeno e monossido di carbonio ma anche composti più complessi come l'acetilene, l'alcool metilico ed etilico per un totale di circa un'ottantina di specie. Lo studio delle nebulose oscure viene effettuato alle frequenze delle onde radio ed infrarosse che riescono ad attraversarle.

Nebulosa Testa di cavallo La più famosa nebulosa oscura rimane però senz'altro la nebulosa Testa di cavallo nella costellazione di Orione (immagine a sinistra), la cui osservazione è preclusa all'osservatore visuale poichè solo la lunga posa e la sensibilità delle pellicole fotografiche la rendono visibile.

Globuli di Bok in IC2944 Un tipo particolare di nebulose oscure è costituito dai globuli, aggregazioni di gas e polveri di dimensioni molto più limitate, dell'ordine di pochi anni luce e le cui specie più piccole (nell'ordine di qualche centinaio di UA) e soprattutto dense sono conosciute come globuli di Bok (immagine a destra) dal nome dell'astronomo olandese-americano Bart Bok (autore del libro The Milky way di notevole interesse) che li studiò intensamente e ne mise in rilievo l'importanza, nelle cui regioni più interne è stata rilevata un'intensa attività nell'infrarosso, e che si ritiene siano la culla delle stelle in fase di formazione.


by M.F. - (Mario.F@mclink.it)