Particolarità:
Informazioni generali:
Piccola ma brillante costellazione tra le coordinate DECL=+30 - +40 ed AR=18h - 19h. La quinta stella per luminosità del cielo, alfa Lyrae, chiamata Vega, irradia dalla sommità della costellazione una vivissima luce bianca. Insieme ad alfa Cygni, Deneb ed alfa Aquilae, Altair, forma il cosidetto Triangolo estivo.
Stelle ed altri oggetti
Alfa Lyrae è una gigante blu distante 27 anni luce. Il suo diametro è stato misurato dall'osservatorio australiano di Birratra con tecniche interferometriche e risulta essere pari a 3 volte quello del Sole. E' stata anche la prima stella ad essere fotografata: la sua luce impressionò la lastra di un dagherrotipo in una notte del 1850 all'osservatorio di Harvard.
La scoperta più interessante su questo astro fu però quella effettuata grazie al satellite per l'infrarosso IRAS, di cui proprio Vega era stata scelta come una delle stelle campione per la calibrazione degli strumenti di bordo. Analizzandone i dati gli studiosi scoprirono, nel 1983, che l'emissione nell'infrarosso della stella era notevolmente superiore alla media. Si scoprì che questo eccesso di emissione infrarossa era dovuto alla presenza di polveri ad una distanza pari ad 80 unità astronomiche. Data la notevole stabilità di questa stella si ritiene che la presenza di queste polveri, di dimensioni notevoli rispetto alle particelle di polvere cosmica (anche 1 mm), si possa far risalire al periodo della formazione della nebulosa protostellare. Questa scoperta, la cui conseguenza più eclatante era l'ipotesi che dall'aggregazione di queste polveri si potessero formare dei pianeti, portò alla ricerca di simili componenti nelle stelle simili ad alfa Lyrae, ricerca che portò alla scoperta del più famoso disco protoplanetario intorno ad una stella: quello di beta Pictoris.
A causa del moto di precessione dell'asse terrestre, oltre 14.000 anni fa Vega indicava il Polo Nord celeste, ruolo svolto al giorno d'oggi dalla stella alfa Ursae minoris, la Stella Polare e altrettanto farà tra 11.500 anni, quando la stella più luminosa nella regione di cielo cui punterà l'asse terrestre sarà nuovamente l'alfa della Lira.
Beta Lyrae (esempio di stella che ha raggiunto il volume di Roche) è un sistema triplo, di cui due componenti sono riscontrabili anche con un piccolo strumento, e uno è parte a sua volta di un sistema di variabili ad eclissi. La luminosità varia da un massimo di 3,25 ad un minimo oscillante tra 4,36 (il minimo principale) e 3,8 (il minimo secondario) magnitudini ogni 12 giorni e 22 ore.
E' semplice rendersi conto delle variazioni di luminosità confrontando periodicamente quella di beta Lyrae con la vicina gamma Lyrae di magnitudine simile (3,3). Sarà facile constatare che al minimo la beta ha una luminosità pari a circa metà della gamma mentre nella fase del massimo, le luminosità dei due astri sono quasi identiche.
Quello di beta Lyrae è il prototipo di variabile particolare, le variabili tipo Lira (o Liridi). La spiegazione delle caratteristiche di questo sistema binario è ancora oggetto di dibattito nella comunità scientifica ma pare l'ipotesi più plausibile quella che prevede una gigante bianco-azzurra, il componente più brillante, in robita intorno ad un oggetto molto più massivo e collegata ad esso da un ponte di materia che saltuariamente cade sulla sua superficie. Parte di questa materia sfuggirebbe nello spazio ed avvilupperebbe l'intero sistema.
Telescopi di apertura maggiore permettono di vedere la compagna di beta Lyrae, una stella blu di magnitudine 8,5 a poche decine di secondi d'arco di distanza.
Un'altra doppia variabile è delta Lyrae. Con l'aiuto di un binocolo è possibile vedere una stella bianco-blu di magnitudine 5,6 ed gigante rossa variabile semiregolare. La luminosità di quest'ultima varia irregolarmente dalla magnitudine 4,5 alla 6°.
Un oggetto facile da risolvere con un binocolo o un piccolo telescopio è zeta Lyrae composta da una stella di 4° ed una di 6° magnitudine.
Una delle stelle quadruple più celebrate del cielo è epsilon Lyrae. E' nota con l'appellativo di "Doppia doppia". Nella notti molto limpide e senza Luna è possibile vedere una coppia di stelle di 5° magnitudine. Ciascuna delle stelle è a sua volta doppia ma per risolverle occorre uno strumento, anche piccolo.
La binaria a 11871 richiede un telescopio di almeno 120 mm di apertura per essere risolta. Le due stelle orbitano l'una intorno all'altra in un periodo di 62 anni.
La famosa Nebulosa ad anello, M
57, può sembrare deludente se osservata con piccoli telescopi ma veramente notevole nelle fotografie a lunga esposizione. Nelle notti buie si presenta come un piccolo disco ellittico. Le sue dimensioni apparenti sono maggiori di quelle di Giove e per vedere la forma a "ciambella" è necessario un telescopio di 15 cm. La stella blu centrale è talmente debole che i telescopi amatoriali non sono in grado di rivelarla.
La nebulosa si trova a metà strada tra beta e gamma Lyrae.
Sono tre gli sciami meteorici che si irradiano da questa costellazione: le
Liridi, le
Liridi di giugno e le
Alfa Liridi.
Le Liridi sono visibili generalmente dal 16 aprile al 25, con il massimo intorno al 20-21.
Gli ultimi due sono sciami estivi. Come dice il nome, le Liridi di giugno possono essere osservate in giugno, dal 10 al 21 ed il massimo è raggiunto il giorno 15 con un tasso orario di circa 8 meteore. Le Alfa Liridi sono visibili dal 9 al 20 luglio ed il massimo dell'attività è il giorno 14. Informazioni dettagliate potete trovarle nel database creato da Gary Kronk.
Aspetti mitologici
La Lira rappresenta la cetra di Orfeo, grande poeta ed abile cantore tracio, figlio della musa Calliope e di Apollo e sposo infelice delle bellissima ninfa Euridice. Nelle antiche carte stellari, la Lira è rappresentata da un uccello: l'Avvoltoio. Insieme al Cigno ed all'Aquila, viene cacciato da Ercole.
Un'altra leggenda vuole che Mercurio inventò la Lira ponendo delle corde sul retro del guscio di una testuggine. In alcune antiche descrizioni, questa costellazione è disegnata infatti come una testuggine.
Hartmut Frommert
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C. Kronberg (smil@usmv01.usm.uni-muenchen.de)
Edizione italiana ed approfondimenti a cura di Mario Farina (Mario.F@mclink.it)