
Quando viene eseguita un'esposizione, i fotoni colpiscono il chip il quale a sua volta semplicemente "colleziona" gli elettroni. Quando l'esposizione e' terminata , viene contato il numero degli elettroni per pixel. Questa operazione puo' essere tradotta in una immagine sapendo che ad ogni numero di elettroni contati corrisponde un colore. Cosi' se nessun elettrone colpisce un pixel, avremo il nero; se contiamo 10.000 elettroni avremo il bianco. Tutti i numeri tra 0 e 10.000 sono sfumature diverse di grigio. Cio' che si ottiene quindi e' un'immagine in toni di grigio in cui ogni pixel e' piu' o meno grigio a seconda che la porzione dell'oggetto inquadrata dal singolo pix sia piu' o meno luminosa.
Le immagini a colori sono ottenute frapponendo filtri di colore diverso e sommando in seguito le immagini ottenute con ciascun filtro. Peraltro molte immagini sono rielaborate usando falsi colori che accentuano particolari altrimenti poco visibili. Il vantaggio di questo sistema rispetto alle piu' o meno comuni emulsioni fotografiche sono molteplici, uno e' che il CCD e' molto piu' sensibile, un'altro e' che l'unica operazione da fare e' una conta degli elettroni, e questa e' un'informazione molto semplice da ritrasmettere a terra, un altro e' che il "rullino" e' terminato quando e' terminata la "vita" del sensore o dei suoi circuiti di azionamento cioe' dopo moltissime ore di funzionamento.
Fonte: STSci

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