Una delle zone dove si e' addensata maggiormente, e' la nebulosa Aquila, chiamata anche M16 per via della sua collocazione al 16° posto nel catalogo di nebulose compilato dall'astronomo C.Messier), visibile con i telescopi tra le costellazioni del Sagittario e del Serpente.
E' un'enorme nube di gas e polveri interstellari, in alcune zone cosi' densa e fredda che gli atomi di idrogeno sono raggruppati in molecole, questo idrogeno molecolare costituisce il mattone per la costruzione delle future stelle. La nube contiene inoltre microscopiche particelle di carbonio, sotto forma di grafite, silicati ed altri composti simili a quelli che si trovano nelle rocce lunari e terrestri.
Sebbene queste polveri rappresentino solo una frazione della massa della nube, sono sufficienti ad oscurare la luce visibile, coprendo alla vista alcuni dei processi che portano alla formazione delle stelle. L'astronomo W. Hershel chiamo', quelle che oggi sono note come nebulose oscure "Löcher im Himmel", "buchi nel cielo", poiche' sembravano buchi nel cielo stellato.
Un ammasso (NGC6611) di circa 100 stelle giovanissime brilla all'interno della nebulosa, le piu' luminose possono brillare 100.000 volte piu' del sole ed avere temperature di 50.00° C. Queste stelle emettono un flusso intenso di radiazioni ultraviolette cosi' forte da riscaldare i gas che la circondano, che l'assorbono e la riemettono ad una frequenza piu' bassa liberando l'energia assorbita sotto forma di luce visibile, come i gas all'interno dei tubi fluorescenti.
Quando questo flusso di radiazione ultravioletta colpisce la nube, ne riscalda i gas, causandone "l''evaporazione", soffiandola lontano. Se potessimo osservare l'intero processo per piu' di un miliardo di anni, vedremmo la nube ingrandirsi e dissolversi nello spazio, erosa dal flusso di radiazioni.
A differenza di altre nebulose come M42 la grande Nebulosa di Orione, M16 offre l'opportunita' unica di osservare i vari stadi del processo che porta alla formazione delle stelle: un'ammasso di giovani stelle calde al centro, la superficie di gas e polveri in evaporazione ed infine la grande massa fredda della nube stessa.
Il nome della nebulosa deriva dalla forma che ha del rapace ad ali spiegate e gli artigli protesi la nebulosa oscura. Gli artigli sono una serie di dense colonne di gas, che si protendono dall'interno della nebulosa che, a causa della maggiore densita' di gas e polveri non sono evaporate velocemente quanto le zone circostanti.
Dentro queste colonne, nelle zone a piu' alta densita', la materia sta collassando su se stessa a causa della gravita' iniziando una serie di processi di addensamento e caduta che portano alla formazione di bolle di gas e polveri al cui interno si creano delle protostelle, in un secondo tempo il collasso interessera' le regioni piu' esterne di queste bolle che formeranno sul piano equatoriale delle protostelle dei dischi di accrescimento.
Peraltro in M16 non sempre questo processo sara' completato. Se infatti una stella in formazione e la nube che l'avvolge sono "scoperti" dalla fotoevaporazione prima che si sia concluso l'accrescimento dalla materia circostante, la sua massa restera' congelata: la stella non potra' acquisire altra materia perche' la stessa sara' stata spazzata via.
In questa immagine ad alta risoluzione, sarebbero visibili circa 50 stelle in questa condizione. Sono chiamate EGGs "Evaporating Gaseus Globules" o globuli gassosi in evaporazione (l'acronimo egg che significa "uovo" e' appropriato poiche' sono oggetti al cui interno stanno per nascere ed emergere le stelle).
M16 non rimarra' a lungo in questa situazione. Entro pochi miliardi di anni sara' esaurita o dispersa la materia necessaria per la formazione delle stelle e quelle piu' massiccie che adesso illuminano la nebulosa si saranno esaurite ed avranno completato la loro vita con un'esplosione di supernova.
Ma al posto della nube progenitrice, tra le centinaia di milioni della Via Lattea, splenderanno molte delle stelle da cui si saranno formate.
Torna a: Gli embrioni delle stelle
Vai alla HomePage di Astro-link.