ASTRO-NEWS

Descrizione dell'immagine 95-45a

Considerato che la nebulosa di Orione e' un vasto laboratorio per lo studio dei processi che portano alla formazione delle stelle e dei sistemi planetari, sono state compiute dal Telescopio Spaziale Hubble diverse osservazioni per ottenere questo panorama. Infatti, in una sola immagine non possono essere risolti molti dettagli della nebulosa.
Come il Grand Canyon, la nebulosa ha un'incredibile varieta' di paesaggi, con addensamenti di gas al posto delle rocce, ripide pareti e valli illuminate e riscaldate da torrenti di radiazioni ultraviolette emesse dalle quattro stelle centrali chiamate "il Trapezio", visibili vicino al centro dell'immagine.

Oltre al Trapezio, questa "grotta stellare" contiene altre 700 giovani stelle giunte a vari stadi evolutivi. Getti di gas ad altissima velocita'emessi da alcune di queste, producono onde d'urto che si muuovono a velocita' di 160.000 km/h ed appaiono come esili archi, a volte con dei nodi brillanti all'estremita' ( gli esempi piu' evidenti sono visibili vicino alla stella in basso a sinistra ).

Questo mosaico rivela almeno 153 dischi protoplanetari ( scoperti per la prima volta con il Telescopio Spaziale nel 1992 e chiamati proplyd da protoplanetary disk ) probabilmente embrioni di sistemi solari che in futuro formeranno dei pianeti.

L'abbondanza di questi oggetti nella Grande Nebulosa di Orione rafforza l'ipotesi che la formazione dei pianeti sia un evento comune nell''universo. I proplyd vicini alle stelle del trapezio ( al centro delll'immagine ) hanno perduto parte della polvere e gas che li circondavano. La pressione delle radiazioni delle stelle piu' calde forma delle code con gli strati piu' esterni dei proplyd, che si muovono come una banderuola per l'effetto del vento, nella direzione del vento di radiazioni.

Oltre ai prolii luminescenti, sono visibili sullo sfondo chiaro della nebulosa anche sette oggetti scuri dello stesso tipo. La presenza di questi ha permesso agli astronomi di stimare le masse dei dischi in un intervallo compreso tra 0,1 e 730 volte quella della terra.

Ad una distanza di 1.500 anni luce, nello stesso braccio della spirale in cui si trova il sistema solare, la Nebulosa di Orione si trova nel mezzo della regione della spada di Orione, nella costellazione di Orione il cacciatore, che domina il cielo invernale dell'emisfero settentrionale.

Le stelle al suo interno si sono formate dal collasso, avvenuto negli ultimi milioni di anni, di nubi di gas interstellare. Le nubi piu' massive, hanno formato le stelle piu'luminose che risplendono al centro e che, completato il processo di formazione, hanno iniziato ad illuminare le nubi di gas circostanti.
Le stelle deboli, piu' numerose nonostante siano sufficientemente calde da risultare luminose, stanno ancora subendo il collasso gravitazionale delle polveri circostanti.

Informazioni tecniche:
per ottenere questo mosaico, sono state effettuate 45 riprese nel blu, verde e rosso tra Gennaio 1994 e Marzo 1995. Le zone blu indicano la presenza di ossigeno, quelle verdi l'idrogeno e quelle rosse l'azoto. Il bilanciamento cromatico e' simile a quello che vedrebbe un ipotetico osservatore che vivesse nei pressi della Nebulosa. Le irregolarita' prodotte da Hubble ai bordi del campo osservato, sono state attenuate aggiungendo delle immagini ottenute all'European Southern Observatory in Cile da Bo Reipurth e J.Bally e rappresentano il 2 per cento dell'area dell'immagine nella parte in alto a sinistra.

Fonte: STSci

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