
Riconoscibile solo attraverso il suo numero di catalogo, RE J0317-853, questa stella straordinaria e' stata scoperta con le osservazioni compiute con il sensore per l'estremo ultravioletto ( EUV ) a bordo del satellite Rosat per lo studio delle sorgenti X.
Barstow, insieme a S.Jordan della Kiel Universität, R.Napiwotzky della Erlangen-Nurberg Universität tedesca, D.O'Donoghue e M. Harrop-Allin della Cape Town University in Sudafrica, M.Burleigh della Leycester University e R.Napiwotzky della Erlangen-Nurberg Universitat hanno pubblicato i loro studi nell'ottico, nell'ultravioletto e nei raggi X della stella RE J0317-853 sul numero di Dicembre del notiziario della Royal Astronomical Society britannica.
RE J0317-853 e' stata rilevata per la prima volta durante una survey effettuata con la Wide Field Camera britannica del satellite Rosat, e successivamente a questa scoperta, inizio' la ricerca della controparte ottica. La candidata piu' logica era un'altra nana bianca LB9802, ma quest'ultima era troppo fredda per generare un flusso intenso di raggi UV come quelli rilevati dal satellite. Una successiva e piu' approfondita ricerca ha svelato la debole immagine di RE J0317-853, quasi completamente immersa nella luce di LB9802.
Il passo successivo e' stato lo studio dello spettro, che ha permesso di stabilirne la temperatura superficiale di 50.000 gradi e di misurarne il campo magnetico. E' stato inoltre rilevato che la luminosita' varia con la sua rotazione ogni 12 minuti, cio' sarebbe dovuto alla presenza di macchie sulla sua superficie.
Gli astronomi ritengono di aver raggiunto una buona conoscenza di come si evolvano nel tempo le stelle. Il nostro sole, tra diversi miliardi di anni, diventera' una nana bianca, ma non prima di aver utilizzato tutto l'idrogeno del nucleo. E questo e' il destino finale di tutte le stelle che hanno una massa iniziale non superiore alle 8 masse solari. Dopo una fase di espansione degli strati piu' esterni, nota come fase di gigante rossa, questi verranno espulsi nello spazio sotto forma di nebulosa planetaria. Seguira' una contrazione del nucleo centrale quando tutti gli elementi disponibili per la fusione nucleare saranno esauriti. I nuclei atomici e gli elettroni saranno compressi fino a formare quella che viene chiamata la "materia degenerata", cosi' densa che un solo centimetro cubico avra' il peso di una tonnellata e piu'. La stella avra' cosi' raggiunto la fase di nana bianca. RE J0317-853 ha un diametro di soli 2.500 chilometri, una volta e mezza il diametro della Luna.
Nel 1930 l'astrofisico indiano S.Chandrasekhar ipotizzo' che le nane bianche potessero raggiungere la condizione di equilibrio tra contrazione gravitazionale e la repulsione tra le particelle subatomiche che formano il fluido elettronico, nel caso in cui non avessero superato la massa di 1,4 masse solari equivalenti (per stelle dotate di una rotazione non rapidissima). Al di sopra di questo "limite di Chandrasekhar", la stella collasserebbe ulteriormente fino a formare una stella a neutroni o, nel caso di quelle piu' massive, un buco nero.
In realta' le nane bianche generalmente hanno una massa di 0,6 volte quella del sole. Stelle nane bianche di massa superiore si formano in particolari situazioni, come nei sistemi binari, e sono in ogni caso molto rare. Questo ha impedito per anni la verifica dell'esattezza del limite di Chandrasekar.
Agli astrofisici interessa sapere con precisione quanto puo' essere massiva una nana bianca poiche' un tipo particolare di supernovae (note come di tipo I) si producono quando una nana bianca acquista materia sottraendola ad una stella compagna fino al punto in cui supera il famoso limite. A causa della sua massa notevole e delle ridotte dimansioni, RE J0317-853 ruota molto rapidamente e potrebbe essersi formata in un sistema doppio, in accordo con le teorie odierne.
"Ma", dice Barstow, "tutte le nostre ricerche non sono riuscite a rivelare alcun segno di un'eventuale compagna. Potrebbe pero' essere nascosta dalla nana bianca o addirittura potrebbe trattarsi dell'unione di due le nane bianche.
La scoperta di oggetti particolari come RE J0317-853 ci costringe a rivedere alcune delle nostre teorie, in quanto male inquadrano la presenza di questi oggetti nel cammino dell'evoluzione stellare.
Anche per le ricerche sul magnetismo, RE J0317-853 puo' essere un buon banco di prova delle teorie sul magnetismo stellare.
Le stelle, incluso il sole, hanno un campo magnetico, ma non e' ancora completamente chiaro come si formi. L'idea generalmente accettata e' quella detta della "dinamo solare" nella quale, l'intensita' del campo dipende da fattori come la sua estensione o
la velocita' di rotazione della stella.
L'enorme intensita' del campo magnetico di questa nana bianca potrebbe essere dovuto alla rapidita' della sua rotazione, il che potrebbe essere una verifica della teoria della dinamo solare.
Fonte: Royal Astronomic Society

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22 /12 /95 by MF