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10-02-1996 - CACCIA AI MIRAGGI NEI CIELI AUSTRALI

Un'altro miraggio cosmico è stato trovato con il telescopio NTT, consiste di due immagini dello stesso quasar, visibili molto vicine l'una all'altra nella costellazione meridionale dell'Idra.

La prima emozionante scoperta dei miraggi cosmici fu fatta settanta anni fa e da allora gli astronomi si chiedono quanto sia comune questo strano fenomeno.
Sono molti i casi in cui vediamo due immagini dello stesso oggetto celeste: è un effetto causato dalla flessione e dalla messa a fuoco della luce proveniente da oggetto molto distanti quando passa attraverso l'intenso campo gravitazionale di una galassia massiva durante il tragitto nella nostra direzione.

Da questo punto in poi le opinioni degli specialisti iniziano a divergere: mentre alcuni lo ritengono un evento assai raro, altri ritengono che buona parte dei deboli oggetti che compaiono sulle lastre a lunga esposizione ottenute con i grandi telescopi siano in realtà luminosità causate da questo fenomeno, se così fosse non si tratterebbe di oggetti "reali" ma, in parte di effetti ottici.

E' ipotizzabile che il lontano universo sia in realtà una sorta di grande casa degli specchi ?

L'unico modo per rispondere alla domanda è compiere una maggiore quantità di osservazione minuziose. ed è questa la strada che sta battendo un gruppo di astronomi europei.

I miraggi cosmici sono causati dalle lenti gravitazionali

Il principio fisico che presiede ai miraggi cosmici è noto dal 1916, una conseguenza della Teoria della relatività generale di Einstein. Il campo gravitazionale di un oggetto curva la geometria locale dello spazio, come conseguenza, anche i raggi luminosi che transitano nelle vicinanze dell'oggetto sono curvati ( allo stesso modo in cui una retta sulle superficie terrestre è per forza di cose curva a causa della curvatura della superficie terrestre ).

L'effetto fu osservato per la primavolta nel 1919 durante un'eclisse totale di Sole. Accurate misurazioni della posizione di alcune stelle osservate nel buio del cielo nelle vicinanze del Sole, mostrarono chiaramente uno spostamento apparente delle stesse in direzione opposta al Sole, come previsto dalla teoria.
La causa dell'effetto era dovuta ovviamente all'attrazione gravitazionale dei fotoni durante il passaggio nelle vicinanze della nostra stella. Era la conferma diretta di un nuovo fenomeno ed una pietra miliare della fisica moderna.

Nel 1930, l'astronomo Fritz Zwicky ( 1988-1974 ) svizzero di origine ma occupato al Mount Wilson Observatory in California, si rese conto che lo stesso effetto poteva avvenire a distanze cosmiche, laddove galassie ed ammassi galattici sufficientemente compatti e massivi potevano "piegare" la luce proveniente da oggetti celesti più distanti. Dovevano passare cinquanta anni per avvistare la prima lente gravitazionale.

In questi casi particolari, l'effetto delle lenti gravitazionali non è solo quello di fornire multiple immagini dello stesso oggetto ma anche quello di aumentarne significativamente la luminosità come nel caso di una comune lente ottica. Galassie ed ammassi di galassie distanti possono funzionare da "telescopi naturali" permettendoci di ossevare oggetti altrimenti troppodeboli per essere rilevati anche dai più potenti telescopi oggi disponibili.

Come trovare i miraggi cosmici

Diverse centinaia di quasar sono stati scoperti da tempo. Gli astronomi ritengono si tratti dei nuclei eccezionalmente energetici e luminosi di galassie distanti. La loro distanza può essere stimata misurando le velocità con cui si allontanano da noi. Dalla loro luminosità apparente misurata al telescopio, è semplice calcolarne la "luminosità intrinseca", che rappresenta la quantità di energia che irradiano nello spazio.

Alcuni emettono più energia di altri ed i più luminosi sono noti come Highly Luminous Quasar ( HLQ ). Alcuni sono sicuramente molto luminosi, ma per altri questa caratteristica è dovuta probabilmente all'amplificazione prodotta da una lente gravitazionale.
E' questa la ragione per cui la ricerca di lenti gravitazionali, riconoscibili dalla presenza di multiple immagini del quasar, è particolarmente promettente se indirizzata verso gli oggetti diu tipo HLQ.

E' questa considerazione che sta dietro al successo del programma a lungo termide dell'ESO denominato "Gravitational Lensing" che ha lo scopo di determinare quale frazione di HLQ è soggetta attualmente all'effetto miraggio cosmico.
La soluzione a questo dilemma cosmico sarà di aiuto non solo per capire quanto sia frequente l'ìeffetto, l'aspetto più importante riguarda la relazione con la quantità di materia visibile ed oscura nell'universo e la sua geometria attuale. Più comuni sono i miraggi cosmici quindi più alto il numero di oggetti massivi nel lontano universo, maggiore il contributo alla massa totale di quest'ultimo.

Un nuovo quasar doppio con una ridotta separazione angolare

Il quasar HLQ noto come J03.13 è il settantesimo candidato a lente gravitazionale extragalattica scoperto a La Silla dall'inizio del programma nel 1989 ( gli altri sono UM673 A&B, H1413+117 A-D, UM425 A&B, Q1208+1011 A&B, HE1104-1805 A&B e Q1009-025 A&B. In cinque casi sono state osservate due immagini dello stesso quasar; H1413+117 ne ha almeno quattro. Il nuovo oggetto, di magnitudine visuale V=17,2 ( 30.000 volte più debole di un oggetto visibile ad occhio nudo ) ha un redshift di 2,545 che corrisponde ( assumendo H0 = 60 km/s/Mpc e q0 = 1/2; 1 miliardo = 1000 milioni ) ad una distanza approssimativa di 10 miliardi di anni-luce.

La duplicità dell'immagine di J03.13 è stata scoperta con la SUSI camera del telescopio NTT nel Febbraio 1994. La separazione ( o meglio la "decomposizione" ) è stata ottenuta grazie ad un evoluto programma di elaborazione delle immagini, e gli scienziati ne hanno dato un ampio resoconto sulla rivista Astronomy & Astrophysics (Volume 305, pages L9-L12 (1996)).

Le due immagini del quasar sono separate di soli 0,84 secondi d'arco, hanno gli stessi colori ed hanno una differenza di luminosità di 2,1 mag, il rapportop della differenza nel flusso radio è di 7:1. Un'amnalisi dello spettro ottenuta con l'EMMI ha rivelato due linee di assorbimento ( a redshift z=2,34 e z=1,085 ) e cosatituiscono la prova che due condensazioni di materia sono poste lungo la linea di vista del quasar. Tutte queste caratteristiche portano a pensare che stiamo osservando due immagini dello stesso quasar per via dell'effetto causato da una lente gravitazionale.

Per avere la certezza assoluta, è ora necessario ottenere lo spettro di entrambe le immagini di J03.13, non è un'operazione semplice poichè la separazione angolare è estremamente ridotta, ma le capacità dello Space Telescope potranno aggirare questo ostacolo. Le osservazioni sono previste nei prossimi mesi.

Statistiche sugli HLQ

Più di 1000 HLQ sono stati osservati con i maggiori telescopi del mondo: il franco-canadese a Mauna Kea alle Hawaii, il Nord Optical Telescope alle Canarie, l'NTT di La Silla, così come l'Hubble Telescope in orbita intorno alla Terra. Circa l'1 per cento di questi oggetti è risultata soggetto all'effetto lente gravitazionale; J03.13 è uno di questi.

Le conseguenze sulle statistiche variano in relazione alle caratteristiche individuali delle immagini multiple dei quasar come la separazione angolare, la differenza di luminosità ecc.. In questo contesto, l'osservazione di immagini multiple con separazione angolare inferiore ad 1 secondo d'arco sono particolarmente interessanti: l'esistenza di immagini cos' "strette" dimostra che galassie ellittiche o a spirale a considerevole distanza riescono a produrre effetti rilevabili, essendo quindi già presenti diversi miliardi di anni fa.

Un'altro studio condotto dallo stesso gruppo di astronomi, basato sulle caratteristiche delle immagini doppie dei quasar J03.13 A&B, Q1208+1011A&B e Q1009+025 A&B, dei quali gli oggetti causa dell'effetto lente gravitazionale devono ancora essere osservati, porta alla conclusione che qualsiasi oggetto di massa tra 10 e 1000 miliardi di masse solari, non può fornire più di 1/100 della massa critica necessaria a fermare l'espansione dell'universo.

Immagine della lente [ Gif, 75k ] e descrizione

Note:

Il gruppo di lavoro è formato da J.F. Claeskens, J. Surdej ( anche dell'Hubble Space Institute ) e M. Remy tutti dell'Institut d' Astrophysique, Universite de Liege, Belgium).

Fonte: ESO

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10/02/96 by MF