
D.Tytler, M.Fan e S.Burles hanno misurato la quantità di radiazione emessa da quasar a redshift elevato e quindi lontanissimi, che viene assorbita dalle nubi di gas interstellare, riscontrando che la quantità di deuterio ( 2H ), un isotopo dell'idrogeno, è inferiore di un ordine di magnitudine rispetto alle valutazioni precedenti, portando così la stima dei barioni, la materia "normale" cioè protoni e neutroni presenti nell'universo, a solo il 5 per cento di quella richiesta per confermare la teoria di un universo chiuso.
Il secondo studio, condotto da G.Gloeckler dell'Università del Maryland e J.Geiss direttore dell'International Space Sciences Institute di Berna, riporta la prima misurazione dell'abbondanza dell'elio-3 nello spazio interstellare che circonda il sistema solare, effettuata con il Solar Wind Ion Composition Experiment a bordo della sonda euroamericana Ulysses.
Mentre nelle zone "incontaminate" delle nubi interstellari, o nelle meteoriti è possibile avere una "istantanea" della situazione chimica dell'universo primordiale ( la quantità di deuterio è sempre diminuita da allora ), nelle stelle viene convertito in elio-3, un isotopo instabile dell'elio.
Ed infatti è stato rilevato un incremento della presenza di questo isotopo e la somma delle abbondanze dell'elio-3 e del deuterio nelle vicinanze del Sole è rimasta comunque invariata rispetto alle fasi iniziali della formazione del sistema solare, confermando lo studio di D.Tytler, M.Fan e S.Burles della presenza, nelle fasi iniziali della storia dell'universo, di grosse quantità di deuterio che in seguito è stato trasformato nelle vicinanze del nostro Sole in elio-3.
Questi studi potrebbero fornire anche una stima più precisa sulla quantità di materia oscura nell'universo, l'esatta natura della materia oscura rappresenta uno dei misteri più affascinanti dell'astronomia. Sebbene gli scienziati non sappiano da cosa sia composta, i calcoli indicano che la maggior parte dell'universo, circa il 90 per cento, è composto da questa materia invisibile.
Questa idea è basata sull'osservazione di alcune "stranezze" come l'eccessiva attrazione gravitazionale tra le galassie o la rotazione delle stesse che lasciano presagire la presenza di masse non direttamente rilevabili, forse costituite da materia "ordinaria" come pianeti o stelle ormai esaurite troppo deboli per essere osservabili o forse da oggetti esotici come buchi neri o particelle di natura sconosciuta che permeano l'universo.
"Fondamentalmente, le nostre misure indicano che la presenza di questa materia nell'universo primordiale era incredibilmente elevata" dice Gloeckler. "La materia visibile è solo una piccola frazione del totale, ma misurando le abbondanze relative degli elementi leggeri e dei loro isotopi, siamo in grado di estrapolare la quantità di materia ordinaria nell'universo".
"Da quando le attuali teorie sulle fasi iniziali dell'universo hanno previsto la formazione di una quantità di materia pià elevata dal Big Bang rispetto a quella osservabile, la differenza può essere data dalla presenza di materia completamente differente e sconosciuta, chiamata comunemente "materia oscura"", dice Geiss.
"La natura di questa materia non ci è nota poiché è sfuggita a tutti i tentativi di identificazione diretta fatti sinora. Potrebbe essere sopravvissuta fino ad oggi ed aver riempito tutto l'universo, dominandone le dinamiche rimanendo tuttavia invisibile".
Fonte: NASA, Nature.

23/05/96 by MF