SKY & TELESCOPE®
La Rivista Indispensabile di Astronomia

Astronomia dal giardino di casa:
Usare una carta stellare al telescopio

di Alan MacRobert

(Edizione italiana a cura di Mario Farina


Nel momento in cui uscite nella notte con un telescopio, dovreste conoscere le costellazioni abbastanza bene da sapervi orientare nel cielo.

Una mappa a 360° delle costellazioni (come quella che ogni mese trovate in prossimità o al centro della rivista Sky & Telescope) vi permetterà di incominciare. Guardatela e per un istante immaginate di avere davanti una carta geografica del mondo: se non sapete dove si trovano il Giappone o l'Inghilterra, dovete impararlo.

Una volta però che sapete trovare l'Inghilterra sulla carta, questa non è adatta per trovare una via particolare di una città. Analogamente in astronomia, oltre alle carte a grande scala è necessario un atlante stellare molto più dettagliato, che mostri porzioni di cielo ingrandite per rendere possibile la localizzazione dei punti di particolare interesse.

Uno degli atlanti più popolari è lo Sky Atlas 2000.0 di Wil Tirion che suddivide l'intera volta celeste in 26 grandi carte che mostrano un totale di 43.000 stelle e 2.500 altri oggetti.

La prima impressione che si ha, è che queste carte siano terribilmente complicate. Ma tornate a guardarle dopo un minuto e prendete in considerazione solo le stelle più luminose: formano le stesse configurazioni delle costellazioni che ci sono familiari nelle mappe a tutto cielo.

Per un istante, supponete di aver imparato come sono disegnati i Gemelli sulla carta mensile di Sky & Telescope, dove le stelle sono collegate per formare due esili figure che si tengono per mano. Queste stesse figure appaiono nella Carta 5 dell'atlante di Tirion, solo che sono in una scala più grande e quasi disperse in una grande varietà di dettagli.

DIREZIONI E DISTANZE

Prima di tutto, prendete familiarità con le direzioni sulla mappa. Come sapete, sulle carte stellari l'est è a sinistra e non a destra come nelle carte terrestri. Il motivo è semplice: per orientarci sulla Terra guardiamo in basso, per orientarci in cielo guardatiamo in alto (se guardassimo attraverso la parte posteriore di una carta terrestre, supponiamo degli Stati Uniti, come se fossimo al centro di una Terra trasparente, il nord sarebbe in alto e l'est a sinistra).

Un trucco per orientarsi sulle carte celesti è quello di ricordare che l'ascensione retta aumenta in direzione est. Se le ore dell'ascensione retta sono stampate sulla carta, riusciremo ad orientarci.

Il passo successivo è quello di imparare la scala della mappa. Prima di poterla confrontare a quello che osserviamo, dobbiamo sapere quanto di ciò che e' stampato sulla mappa compare nell'oculare del vostro cercatore!

Innanzi tutto quindi, occorre determinare le dimensioni del campo del nostro cercatore. Localizziamo due stelle che rientrano appena nei bordi (cercatene un paio nel Grande Carro o in Cassiopea) del cercatore. Quindi guardiamo quanti gradi distano sulla mappa, facendo riferimento alla scala della declinazione segnata sui lati. Ecco il diametro del campo del nostro cercatore.

Adesso, ripetiamo l'perazione per trovare il diametro del campo dell'oculare meno potente del nostro telescopio. Probabilmente sarà di circa 1°, l'area di cielo coperta dall'unghia del mignolo a braccio teso.

Questo potrebbe risultare talmente piccolo da rendere difficile identificare una buona coppia di stelle e misurare le dimensioni del campo. Ecco un altro metodo: puntate ad una stella qualsiasi che si trovi entro la distanza di 10° dall'equatore celeste, per esempio nella Cintura di Orione o nei Pesci. Centrate la stella e quindi spegnete il motore orario del telescopio (se l'avete) e cronometrate quanto tempo impiega a spostarsi dal centro al bordo del campo. Il tempo ottenuto, espresso in secondi, diviso per 120 corrisponde al diametro del campo, espresso in gradi.

Ora, usando la scala ai margini della carta, facciamo un piccolo anello con un pezzo di corda, o disegniamo un cerchio su una plastica trasparente, delle stesse dimensioni del campo. Facendo scivolare questi cerchi sulla carta, potete vedere esattamente quali formazioni stellari passeranno nel vostro campo visuale qundo vi muoverete attraverso il cielo. I novizi rimangono sempre sorpresi da quanto sia veramente piccola la regione osservata

Conservate questi piccoli strumenti insieme alle carte, vi serviranno ogni volta che osserverete. E adesso siete pronti alla vostra prima caccia nel cielo profondo.

UN ESERCIZIO DI PROVA

Tutte le sessioni osservative dovrebbero essere preparate in precedenza. Useremo i Gemelli per un piccolo esempio. Se conoscete questa costellazione, potete trovarne le due stelle più luminose: Castore e Polluce. Queste saranno il nostro punto di partenza.

Cinque centimetri a sud di Castore, sulla relativa carta dello Sky Atlas 2000.0 c'è la nebulosa planetaria NGC 2392, indicata da un piccolo cerchietto aperto con quattro punte. Sembrerebbe essere un buon oggetto per la nostra verifica. Cerchiamolo nel Burnham Celestial Handbook. E' descritto come una piccola luminosità tondeggiante di 8° magnitudine, luminosa quanto basta da essere osservabile in quasi tutti i telescopi. Così lontana eppure così bella.

Il passo successivo è pianificare come rintracciarla con la tecnica del salto da stella a stella (star-hopping). Ciò significa passare da una stella all'altra per muovere il telescopio da una posizione che conosciamo, nel nostro caso Polluce, ad una che non conosciamo, ovvero dove si trova la nebulosa. Il trucco sta nel non perdersi per strada.

Prendiamo l'anello che corrisponde al campo del cercatore e centriamolo su Polluce. All'interno del cerchio sono presenti diverse stelle deboli, proprio come se stessimo osservando il cielo dal cercatore. La stella più luminosa vicino a Polluce è 75 o Sigma Geminorum, a nord di Polluce (in direzione di Castore, che è fuori dal campo visivo). Vicino al bordo sud-ovest del campo c'è la stella 69 o Upsilon Geminorum. Con Polluce e la 75, forma un grande triangolo retto con Polluce nell'angolo retto. Questo triangolo conferma l'identificazione di 69 Geminorum.

Spostiamo l'anello al centro di 69, allo stesso modo in cui muoveremmo il telescopio. Adesso, dal bordo ovest, poco a nord del centro, hanno fatto il loro ingresso due nuove coppie di stelle: 64, 65, 60 e 59, riconoscibili abbastanza facilmente per le caratteristiche posizioni. Spostiamo l'anello sulla 60. La presenza della più debole 59, di poco a sud-ovest, ci confermerà che siamo sulla strada giusta.

Proprio sul bordo sud del campo visivo, troviamo la stella 57. Spostiamoci in direzione sud di metà della larghezza del campo in modo da centrarla: proprio appena al di fuori del bordo a sud, la luminosa Delta ci sta aspettando. Spostiamoci ancora verso sud di una distanza pari alla precedente, la Delta apparirà ben presto e potrà essere centrata poco dopo che la 57 ha lasciato il bordo nord.

Osserviamo come la Delta formi un triangolo equilatero con la 56, a sud, e la 63 ad est. Con l'identificazione della 63, aiutati da due deboli stelle su entrambi i lati, siamo a meno di 1° dall'obiettivo. Possiamo notare come la nebulosa formi un triangolo schiacciato con la 63 e la 61. La forma del triangolo ci permetterà di puntare nella posizione corretta anche se la nebulosa fosse invisibile, come dovrebbe infatti essere, nel cercatore. Le due deboli stelle di poco a sud-est della nebulosa ci confermeranno l'avvenuta inquadratura.

DALLA CARTA AL CIELO: SAPERSI ORIENTARE

Se effettuiamo di notte al telescopio gli stessi esatti movimenti che abbiamo fatto sulla carta, NGC 2392 dovrebbe essere visibile all'oculare principale: una piccola e debole nebulosità circolare abbastanza diversa dalle stelle puntiformi, di color grigio verdastro e con una debolissima stella al suo centro esatto, un premio degno della caccia piuttosto complicata.

Ai principianti, il cui impulso sarebbe quello di "spostarsi" da Polluce di una certa distanza in direzione della nebulosa, il metodo "da stella a stella" potrebbe sembrare un poco complicato. La maggior parte degli oggetti del cielo profondo però, sono molte volte più deboli delle più deboli stelle della carta e non catturerebbero la vostra attenzione nemmeno se, per pura fortuna, il piccolo campo del vostro telescopio ci passasse sopra. L'unimo modo per vederli, è quello di sapere esattamente dove vi trovate in ogni momento. Se pensate di esservi persi, tornate indietro e ripartite. Siate pazienti, più avanti, quando la pratica avra miglirato le vostre capacità, sarete più veloci.

L'errore più grosso che si può fare passando dalla carta al cielo, è quello di prendere direzioni dirette.

Ricordate che nel cielo, il nord celeste non è in alto ma in direzione della Polare, non importa quanto possa essere ribaltata questa direzione nell'oculare. Per trovare il nord anche nell'oculare, muovete leggermente il telescopio verso la Polare. Nuove stelle entreranno nel campo dal lato nord, mostrandovi in che direzione si trova. Girate la mappa di conseguenza, in modo che il nord della stessa sia orientato in quella medesima direzione. Questo semplice trucchetto diventerà talmente un'abitudine che quando lo useremo non ci faremo neppure caso.

Se avete una montatura equatoriale, muovete l'oculare del cercatore e fatene coincidere il crociccio del mirino con il movimento del telescopio nord-sud ed est-ovest. Il crocicchio vi indicherà le quattro direzioni cardinali indipendentemente da dove punterete il telescopio.

Okay, adesso abbiamo trovato il nord nell'oculare. Per l'est e l'ovest la faccenda è un poco più complessa, a seconda del telescopio che avete.

L'est è a 90° in senso antiorario da nord se state osservando un'immagine "corretta", proprio come quella della carta. Un'immagine corretta viene data da un sistema ottico che è formato da un numero pari di specchi o che ne è privo. Gli esempi sono dati dai riflettori newtoniani, che ne hanno due, o dai rifrattori, che non ne hanno.

Ma in un'immagine specchiata, come quella di un qualsiasi sistema ottico che rifletta la luce un numero di volte dispari, l'est è a 90° in senso orario da nord. Un'immagine specchiata è molto difficile da comparare a quella corretta della mappa.

Bisogna notare che non corrisponde semplicemente al rovesciamento dell'immagine. In questo caso sarebbe sufficiente fare altrettanto con la mappa. Un'immagine specchiata non può essere corretta, indipendentemente da come la giriate.

Il colpevole è, in un telescopio rifrattore o in uno Schmidt-Cassegrain, il prisma diagonale. Per ottenere l'immagine corretta basta semplicemente togliere il diagonale e reinserire l'oculare. L'operazione diventa particolarmente importante per il cercatore, se è dotato di diagonale.

In alternativa, potete fare una fotocopia della carta, girarla ed illuminarla da dietro per vederne, attraverso la carta, l'immagine della stampa specchiata. Meglio ancora, fotocopiate le mappe su fogli di acetato trasparente, i cosiddetti lucidi e, con l'apposito visore, proiettatele su un fondale rosso.

Alcuni astrofili che insistono per usare il prisma diagonale nello star-hopping, hanno risolto il problema sostenendo un piccolo specchio sul piano di appoggio della carta ed osservandola nello specchio. In questo modo, è possibile vedere realmente sulla carta ciò che si osserva nello strumento. Oppure, si può comprare un diagonale fatto con un prisma di Amici, che impiega due superfici riflettenti invece di una come nei normali diagonali.

Quando vi muovete per il cielo, pensate sempre in termini di nord, sud, est ed ovest mai di alto, basso, destra e sinistra o vi perderete presto nelle regioni dello spazio prive di riferimenti. Una volta che vi sarete abituati, passando dalla mappa al telescopio borbotterete frasi del genere: "Partendo dalla stella luminosa a nord della forma di aquilone...metà del campo de cercatore ad est verso la coppia nel triangolo stretto....quindi un quarto di campo del cercatore a sud verso quella al bordo ovest del triangolo piatto...". I triangoli sono le unità di riferimento più elementari delle formazioni stellari, quindi ne vedrete molti.

Alan MacRobert è editore associato della rivista Sky & Telescope ed un inguaribile astrofilo.


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