Sky & Telescope
Notiziario settimanale

10 luglio 1998

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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La sonda SOHO (71K GIF) Il Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) in una camera con atmosfera filtrata, prima del lancio, avvenuto il 2 dicembre 1995 a bordo di un razzo Atlas II. Cortesia European Space Agency (ESA).

Incertezza sul destino del SOHO

Nonostante l'uso intensivo delle antenne di tutto il mondo, sino all'otto luglio i controllori di volo non erano ancora riusciti a ristabilire il contatto con il Solar and Heliospheric Observatory, muto dal 25 giugno. Entro poche settimane, il movimento della sonda lungo l'orbita potrebbe modificarne la geometria sino a permettere ad una quantità sufficiente di luce solare di raggiungere i pannelli e ricaricare le batterie. Le possibilità che la sonda riesca a ristabilire le comunicazioni sono giudicate peraltro minime, considerato che i suoi strumenti ed i serbatoi di combustibile potrebbero essere stati danneggiati irrimediabilmente dalla lunga permanenza al freddo estremo. Ulteriori informazioni, immagini e bollettini informativi si possono trovare presso il sito Web del SOHO.


Primo piano di Matilde (9K JPEG) Questo mosaico dell'asteroide near-Earth Matilde, è stato realizzato con quattro primi piani inviati a Terra dalla sonda NEAR, che il 27 giugno 1997 transitò nelle sue vicinanze. In quel periodo, la NEAR si trovava a circa 2.400 chilometri dall'asteroide. Il grande cratere in ombra che domina l'immagine dovrebbe avere una profondità di circa 10 km. Cortesia Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory.

Una nuova classe di asteroidi?

Gli astronomi alle Hawaii potrebbero aver scoperto una nuova classe di asteroidi , che orbita intorno al Sole completamente all'interno dell'orbita terrestre. David Tholen e Robert Whiteley (Università delle Hawaii) hanno annunciato la loro scoperta il 1 luglio. Tholen ha stimato che l'oggetto, denominato 1998 DK36, abbia un diametro di soli 40 metri, dimensione paragonabile a quella dell'oggetto che esplose sopra i cieli della Siberia proprio oltre 90 anni fa. Poiché però l'oggetto tramonta molto presto ed a causa di alcuni problemi strumentali, DK36 è stato ripreso solo in due notti di febbraio utilizzando il telescopio di 2,24 metri sulla sommità del Mauna Kea. Sfortunatamente furono effettuate solo quattro osservazioni, due gruppi a pochi minuti di distanza in giorni consecutivi ed oltretutto parliamo di cinque mesi fa, non è quindi stato possibile ricavare una orbita corretta per poter seguitare ad osservarlo. Ed appare assai improbabile che con qualche fortunata ripresa lo si possa rintracciare in futuro. La sua supposta orbita interna alla Terra appare quindi al momento incerta. Secondo Gareth Williams dell'International Astronomical Union's Minor Planet Center, con i dati sarebbe compatibile anche un'orbita che incrociasse quella terrestre. Fa notare, inoltre, che appare evidente che la massima distanza dell'oggetto dal Sole è piccola, ma che non supera mai 1,1 unità astronomiche. A questo proposito, aumenta la spiacevole possibilità che asteroidi killer come quelli dei film attualmente sugli schermi cinematografici, possano arrivare da dove gli astronomi avrebbero estreme difficoltà ad avvistarli.


Planet B verso Marte Lancio del Nozomi A sinistra: (65K JPEG) Una volta entrato in orbita marziana, la sonda giapponese Nozomi studierà la struttura e le dinamiche dell'atmosfera e della ionosfera del pianeta rosso. A destra: (21K JPEG) Nozomi, la prima missione giapponese su Marte, inizia il suo viaggio interplanetario a bordo del razzo a propellente solido M-5, sviluppato dall'Institute of Space and Astronautical Science. Si ringrazia l'ISAS per entrambe le immagini.

"Speranza" si dirige verso Marte

Prima del tramonto del 3 luglio (le 18:12 Tempo Universale), il Giappone ha lanciato la sua prima missione verso Marte dal Kagoshima Space Center sull'isola di Honshu. Conosciuta prima del lancio come Planet B, la sonda è stata rinominata Nozomi ("Speranza"). Adesso si trova in un'orbita dalla quale prenderà velocità doppiando due volte la Luna. In dicembre, l'accensione dei razzi spedirà la Nozomi verso Marte, su cui arrivo è previsto per l'ottobre 1999. Dall'orbita marziana, la Nozomi studierà l'atmosfera del pianeta, le particelle cariche ed il campo magnetico. Il suo carico è composto da esperimenti provenienti da Giappone, Stati Uniti, Germania, Canada e Svezia.


Zona del GRB (58K JPEG) In questa immagine della Digitized Sky Survey, il centro di questo campo di 15 secondi d'arco nei Pesci sembra vuoto ma ad un esame più ravvicinato effettuato dal telescopio Keck II, è stata rivelata una galassia ad elevato redshift in fase di formazione stellare. Sembra che il 3 luglio, questa sorgente abbia dato origine ad un lampo gamma. Cortesia Space Telescope Science Institute/DSS.

Misurato un altro Gamma-Ray Burst

Un consorzio di astronomi guidato dal Caltech ha scoperto quella che sembra essere una manifestazione nel visibile e nelle radioonde di un altro gamma-ray burst (GRB). Subito dopo essere stato "visto" da una sonda, la sorgente della cascata di energia del 3 luglio è stata localizzata in una regione della costellazione dei Pesci. Nella stessa parte di cielo, con il telescopio Keck II è stata avvistato un puntino luminoso in fase in fase di attenuazione, di cui alla fine è stato ricavato lo spettro di una galassia a miliardi di anni luce di distanza (il suo redshift è 0,97) in fase di formazione stellare. In una nota inviata attraverso internet dal GRB Coordination Network, S. George Djorgovski (Caltech) ritiene che "questo dia qualche conferma al modello che associa l'origine dei GRB alla formazione massiccia di stelle". In un messaggio successivo inviato da Dale A. Frail (National Radio Astronomy Observatory) si afferma che il Very Large Array ha identificato nella stessa posizione una sorgente di radioonde; l'osservazione continuata potrebbe gettare nuova luce sulla natura delle esplosioni di GRB.


Curva della velocità radiale (5K GIF) La velocità lungo la linea di vista di 14 Herculis cambia regolarmente, apparentemente a causa dell'influenza gravitazionale di un pianeta. Cortesia Observatoire de Haute-Provence..

Ancora un altro pianeta extrasolare

Gli astronomi che si occupano di ricerca di pianeti intorno ad altre stelle o di conoscere meglio quelli già scoperti, si sono riuniti questa settimana a Santa Barbara, in California, per condividere le ultime scoperte al meeting Protostars and Planets IV. Tra i molti risultati resi noti, la scoperta dell'ultimo della sempre più fitta lista di pianeti extrasolari. Secondo Michel Mayor (Università di Ginevra) ed i suoi colleghi, 14 Herculis (Gliese 614), una stella di tipo K di magnitudine 6,7 a circa 55 anni luce di distanza, ha un oggetto invisibile di almeno 3 masse di Giove che gli orbita intorno ogni 4,4 anni. L'orbita eccentrica dell'oggetto lo porta da 1,6 a 3,4 unità astronomiche dalla stella. Secondo un comunicato stampa dell'Osservatorio dell'Alta provenza, dove la stella è stata monitorata, il compagno non può essere osservato nell'abbagliante luce di 14 Herculis ripresa con la camera ad ottiche adattive del telescopio franco-canadese delle Hawaii, questo concorderebbe con l'indiscrezione trapelata dagli scopritori che la stella è circondata da un pianeta e non da una stella estremamente debole o da una nana bruna.


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