Sky & Telescope
Notiziario settimanale

12 dicembre 1997

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Minicomete colpiscono la Terra? (15K jpg) L'immagine composita, un'esposizione multipla registrata dal satellite Polar il 31 dicembre 1996, ci mostra, secondo il fisico Louis Frank, una nube di molecole d'acqua ionizzate diretta sulla Terra e proveniente dallo spazio. Ciascun fotogramma ha richiesto un'esposizione di circa 6 secondi. Si pensa che l'origine dell'acqua sia una "minicometa" composta da 30 o 40 tonnellate di ghiaccio puro. Cortesia Louis A. Frank ed Università dell'Iowa.

Prosegue il dibattito sulle minicomete

Più di dieci anni fa, Louis A. Frank e John B. Sigwarth (Università dell'Iowa) giunsero alla conclusione che la Terra è colpita da comete delle dimensioni di una casa migliaia di volte al giorno. Da allora, per sostenere questa ipotesi, hanno combattuto un'estenuante battaglia fino al maggio scorso, quando ottennero dalla sonda NASA Polar nuove ed interessanti informazioni a sostegno della teoria, grazie alle immagini nell'ultravioletto dell'atmosfera terrestre che sembravano confermare i "buchi" formatisi a seguito degli impatti.

La teoria ha subito un altro scossone la settimana scorsa quando al meeting dell'American Geophysical Union tenutosi a San Francisco sono stati presentati i risultati di una nuova ricerca. Tra gli oratori contrari alla teoria presenti alla conferenza stampa del 9 dicembre c'era George Parks che, con i suoi colleghi dell'Università di Washington, ha riesaminato i dati del Polar giungendo alla conclusione che le macchie che Frank chiama "buchi atmosferici" in realtà sono artefatti dovuti ad imprecisioni degli strumenti. Bashar Rizk ed Alex J. Dessler dell'Universitò dell'Arizona hanno spiegato che le comete in arrivo avrebbero dovuto essere facilmente osservabili dalla superficie terrestre invece nessuno le ha mai viste. In seguito, anche gli altri ricercatori dell'Arizona Jennifer A. Grier ed Alfred S. McEwen hanno fatto notare che un bombardamento cometario simile dovrebbe raggiungere la superficie lunare producendo crateri di 50 metri di diametro e luminosi aloni di detriti ma anche questi, non sono stati trovati. Questi ed altri studi indipendnti appariranno nel numero del 15 dicembre di Geophysical Research Letters.

Frank controbatte le critiche affermando che la nuova analisi di Parks è fondamentalmente sbagliata e, a supporto della sua teoria, ha presentato nuove immagini del Polar che mostrano un numero di buchi tanto minore quanto la sonda si trovava lontana dalla Terra, il che contraddirebbe l'idea del rumore strumentale.

Per maggiori informazioni visitate il sito web di Frank Small Comets.


Specchio del Very Large Telescope (42K JPEG) E pensate che il vostro telescopio sia grande?! Ecco il primo dei quattro specchi di 8,2 metri di diametro del Very Large Telescope che viene calato nel bacino ad Antofagasta, in Chile, nel corso del viaggio che lo porterà sulla sommità del Cerro Paranal. Cortesia European Southern Observatory.

Lo specchio gigante raggiunge il Cile

Il primo specchio del Very Large Telescope dell'European Southern Observatory è arrivato ai piedi del picco di 2.640 metri del Cerro Paranal. Lo specchio, del diametro di 8,2 metri, è giunto nel porto cileno di Antofagasta il 6 dicembre. Un convoglio è partito il giorno seguente per un viaggio che in due giorni lo porterà alla base della montagna dove si stanno costruendo le basi e le cupole dei quattro telescopi e dove i tecnici lo ispezioneranno nella sede a bassa quota dell'osservatorio. Al momento, uno degli specchi si trova già montato sulla sommità della montagna e per il secondo sono in corso accurati test a Milano, in Italia. La "prima luce" dovrebbe raggiungere lo specchio del primo telescopio all'inizio del 1998.

Altre immagini ed il comunicato stampa sono disponibili al sito Web dell'ESO.


AXAF in Orbit (24K JPEG) L'appuntamento più importante per l'agenda astronomica della NASA del 1998 è quello relativo all'Advanced X-ray Astrophysics Facility (AXAF). Dopo il lancio dallo Space Shuttle, rinviato alla metà del 1998, l'AXAF si porterà in orbita alta da dove effettuerà osservazioni dettagliate ed estremamente sensibili delle sorgenti cosmiche di raggi X. Cortesia TRW.

AXAF ha bisogno di test

Il lancio dell'Advanced X-ray Astrophysics Facility (AXAF), uno dei "Grandi Osservatori" della NASA verrà rinviato a causa dei ritardi nelle prove tecnice. Nonostante l'osservatorio sia completamente montato e le sue prestazioni siano state controllate e calibrate accuratamente l'anno scorso, saranno necessarie nuove prove per assicurare che il satellite esegua i comandi correttamente. Secondo il contratto, la costruttrice TRW avrebbe dovuto spedire l'AXAF in giugno mentre il lancio, a bordo dello Space Shuttle Columbia, sarebbe avvenuto alla fine di agosto. Il ritardo però, non dovrebbe superare di un paio di mesi la data concordata e gli astronomi che lavorano al progetto, ottimisticamente, ritengono di poter vedere i risultati dell'AXAF già dalla fine dell'anno prossimo.


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