Sky & Telescope
Notiziario settimanale

15 agosto 1997

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Perseidi (39K JPEG) Fotografata la mattina presto di martedi 12 agosto, una luminosa perseide lascia la propria scia sulla cintura di Orione. Immagine realizzata alle 4 di mattina dall'astrofotografo Wally Pacholka su pellicola Fuji 800, posa di 20 secondi con obiettivo 50-mm f/1.7. Pacholka ha osservato lo sciame dal Joshua Tree National Park in California.

I bagliori delle Perseidi

La maggior parte dei resoconti sulle Perseidi giunti a Sky & Telescope anche da molto lontano, indicano che lo sciame, almeno fino al picco previsto alle 8:15 Tempo Universale del 12 agosto, non hanno mostrato grande intensità. Nel periodo antecedente il massimo, gli osservatori hanno stimato una media di almeno una perseide al minuto. Joe Rao, che ha effettuato le osservazioni nella parte settentrionale dello stato di New York, ha osservato un "treno" meteorico per oltre un minuto con un binocolo 7 x 35 e riporta l'avvistamento di un "raggruppamento" che ha improvvisamente portato il valore medio a ben 6 perseidi al minuto. George Zay ha ottenuto risultati simili dalla California meridionale, dove ha osservato 75 perseidi tra le 9:00 e le 10:00 TU. Nelle due ore successive, il valore medio è tornato a una al minuto.


Come un boomerang

Parlando di meteore luminose, la settimana scorsa ricorreva il 25° anniversario dell'avvistamento di una delle più celebrate stelle cadenti dei tempi moderni. La sera del 10 agosto 1972, una spettacolare meteora infuocò il cielo sopra le Montagne rocciose per 1.500 chilometri, affascinando migliaia di spettatori negli Stati Uniti occidentali ed in Canada. L'evento venne immortalato in centinaia di metri di pellicole amatoriali ed il filmato che ne venne tratto, aggiunto ai dati rilevati dai satelliti, portò gli studiosi alla conclusione che il visitatore cosmico, del diametro di una decina di metri, penetrò nell'atmosfera fino a raggiungere una distanza di 58 chilometri dalla superficie terrestre prima di rimbalzare nello spazio. Secondo recenti calcoli di Martin Connors (University of Alberta), il corpo ha un'orbita di 1,79 anni che talvolta, tra luglio ed agosto, lo riporta in prossimità della Terra. Al momento peraltro, la gigantesca roccia dovrebbe tenersi ad una distanza di 8-10 milioni di chilometri.

Per maggiori informazioni sulla sfera infuocata del 10 agosto 1972, consultate il link http://medicine.wustl.edu/~kronkg/1972.html.


Astronauti con il COSTAR (49K JPEG) Gli astronauti Kathy Thornton (sul braccio robotizzato) e Tom Akers si preparano ad installare lo strumento COSTAR, grande quanto una cabina telefonica, all'interno dell'Hubble Space Telescope nel corso della missione shuttle del dicembre 1993. Nel 2002 si ripeterà questa scena, quando il COSTAR verrà rimosso per fare posto al Cosmic Origins Spectrograph. Cortesia NASA.

Un nuovo strumento per Hubble

Uno spettrografo per l'ultravioletto del costo di 25 milioni di dollari è stato selezionato dalla NASAper la quarta missione di servizio dell'Hubble Space Telescope, prevista al momento per il 2002. Boulder, l'Università del Colorado, e la Ball Aerospace & Technologies Corp. hanno progettato il Cosmic Origins Spectrograph (COS) per acquisire spettri di oggetti deboli nell'ultravioletto. La missione principale del COS sarà la misura della densità, composizione e stato di ionizzazione della nubi di gas intergalattico a miliardi di anni luce di distanza ma la promessa è anche quella di aprire nuovi orizzonti in diversi campi, dall'atmosfera delle stelle al mezzo interstellare nei dintorni del Sole. In questo modo, dovrebbe fornire nuovi dati utili alla comprensione delle reazioni nucleari che ebbero luogo subito dopo il Big Bang agli scienziati, che potrebbero meglio riuscire a censire la densità totale di barioni (particelle di materia ordinaria) nell'universo, un parametro cosmologico di cruciale importanza.


Shuttle Comet Camera (44K JPEG) L'astronauta Stephen K. Robinson ripreso mentre, all'inizio della settimana, punta il Southwest Ultraviolet Imaging System (SWUIS) attraverso la finestra di un portello del Discovery nel corso della missione Space Shuttle STS-85. Cortesia NASA.

Gli astronauti osservano l'Hale-Bopp

La passata settimana, tra i compiti degli astronauti a bordo dello Space Shuttle Discovery c'era quello di riprendere dare un'occhiata alla coda della cometa Hale-Bopp. Nell'emisfero settentrionale, la cometa avrebbe potuto essere al di fuori della portata degli strumenti e dei pensieri degli astronauti ma per gli osservatori dell'emisfero australe splende ancora nel cielo del mattino con una luminosità intorno alla 4° magnitudine. Al di sopra dell'atmosfera, gli astronauti hanno montato su una finestra nel lato inferiore dello shuttle, un telescopio per l'ultravioletto di 18 cm di diametro. E' questa infatti, l'unica finestra della navicella a non essere schermata per i raggi ultravioletti. Per aiutare l'osservazione, il braccio meccanizzato dello shuttle è stato posizionato in modo da riparare la finestra dal Sole.


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