Il Notiziario di
Sky & Telescope

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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La rivista indispensabile di astronomia

Venerdi 13 agosto

A sinistra: Il Chandra X-ray Observatory all'interno del vano di carico dello Space Shuttle Columbia, che lo ha lanciato il 22 luglio. Cortesia NASA. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Il Chandra apre la porta alle radiazioni X

Il Chandra X-ray Observatory è quasi pronto ad iniziare le indagini scientifiche. Ieri, alle ore 18:00 TU, è stata comandata l'apertura della porta per permettere ai raggi X di entrare per la prima volta nel telescopio. "L'osservatorio Chandra è aperto," ha detto il responsabile del programma Fred Wojtalik (NASA/Marshall Space Flight Center). "Gli strumenti del Chandra non verrranno, per il momento, utilizzati per rilevare raggi X o riprendere immagini ma quel momento adesso è dietro l'angolo" ha precisato. Il telescopio verrà calibrato nelle prossieme due settimane. Le prime immagini verranno presentate il mese prossimo.


Venerdi 13 agosto

A sinistra: La natura rimodella la costa, quando un grande asteroide collide con la Terra. Nelle recenti ere geologiche, il nostro pianeta è stato colpito, mediamente, da un asteroide del diametro di 1 km ogni 100.000 anni. Si ringrazia Don Davis. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Nuovo censimento degli asteroidi killer

Dal 1995, i planetologi ritengono che siano più di 2.000 gli asteroidi di almeno 1 km di diametro che potrebbero colpire la Terra. Da allora, solo una frazione (169) di questi oggetti near-Earth (NEOs) è stata scoperta, questo censimento è stato considerato solo una rozza stima basata su ricerche statistiche e sulla craterizzazione della Luna. Ora, grazie alle centinaia di oggetto NEO scoperti negli ultimi anni, ci sono alcune buone notizie. Ad un meeting di specialisti in asteroidi tenutosi il mese scorso, David Rabinowitz (Jet Propulsion Laboratory) ha detto che probabilmente ci sono solo da 500 a 1.000 oggetti che intersecano l'orbita terrestre con una magnitudine assoluta di 18 o più, corrispondente ad un oggetto di circa 1 km di larghezza o più. Questa nuova stima si basa su tre anni di informazioni raccolte sistematicamente dal progetto Near-Earth Asteroid Tracking (NEAT) del JPL. In ogni caso, anche se Rabinowitz e colleghi avessero ragione, Alan Harris (JPL) avverte che abbiamo ancora molta strada da compiere. Se vogliamo portare entro il 2010 la percentuale degli oggetti conosciuti al 90 per cento, il ritmo delle scoperte di NEO di 1 km deve raddoppiare.


Mercoledi 4 agosto

A sinistra: Carolyn Collins Petersen della Sky Publishing ha realizzato questa ripresa della totalità attraverso un fortuito squarcio nel cielo di Garching, in Germania. Per ulteriori dettagli, leggete l' Eclipse Expedition Journal di Sky & Telescope.

La totalità attraversa l'Europa

Dall'Oceano Atlantico al Golfo del Bengala milioni di persone hanno assistito oggi all'eclissi totale. Aerei e navi sono partiti dalla costa atlantica per osservare l'attimo in cui l'ombra lunare raggiungeva la Terra, mentre un'innumerevole quantità di persone l'ha osservata attraversare l'Europa, l'Asia e l'India. Altri milioni l'hanno osservata in diretta su Internet. Le nubi hanno, in parte, impedito l'osservazione del fenomeno ma gli inviati di Sky & Telescope disposti lungo il percorso dell'eclissi hanno avuto fortuna. Leggete i resoconti sul Eclipse Expedition Journal di Sky & Telescope.


Mercoledi 4 agosto

A sinistra: Queste quattro immagini composite riprese ad intervalli di due ore il 30 giugno dalle ottiche della Mars Orbiter Camera a bordo del Mars Global Surveyor presentano una tempesta regionale in rapido sviluppo (in basso) in prossimità della calotta polare nord (al centro). Si ringraziano Malin Space Science Systems e NASA/JPL. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Una tempesta di fine estate su Marte

I veterani dell'osservazione sanno che durante la stagione estiva nell'emisfero meridionale del pianeta rosso è incline a riempirsi di tempeste di polvere portate dai venti. Nuove immagini dalla sonda Mars Global Surveyor della NASA hanno rivelato che, mentre l'estate volge ormai al termine, nell'emisfero nord sono apparse delle nubi in prossimità della calotta polare. Nella serie di immagini che vediamo le nubi prevalentemente arancioni contengono polvere mentre quelle biancastre sono prevalentemente composte da ghiaccio. Questa combinazione sta a significare che venti ad alta velocità hanno portato delle particelle microscopiche di polvere nell'alta atmosfera dove sono diventate dei nuclei di condensazione intorno ai quali il vapore acqueo si è gelato. Nei prossimi mesi la calotta nord, con l'avvento dell'inverno, scivolerà nell'ombra stagionale, mentre quella sud emergerà alla luce. Il Mars Polar Lander dovrebbe arrivare in prossimità della calotta sud il 3 dicembre.


Mercoledi 4 agosto

A sinistra: Il Chandra X-ray Observatory all'interno del vano di carico dello Space Shuttle Columbia, che lo ha lanciato il 22 luglio. Cortesia NASA. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Il Chandra prende il volo

L'accensione del razzo per cinque minuti ha affinato, questa sera, l'orbita del Chandra X-ray Observatory. La quarta delle cinque accensioni previste dell'Integral Propulsion System ha allontanato il punto di massimo avvicinamnto alla Terra (perigeo) di 2.210 chilometri portandone l'altezza minima a 5.689 km. La NASA ha posticipato l'accensione da Lunedi a Mercoledi dopo che, nel corso della settimana, uno dei motori della sonda aveva fornito prestazioni inferiori al previsto. Sabato, l'accensione del razzo per 21 minuti e ½, prevista per alzare il Chandra a quasi 1/3 della distanza che separa la Terra dalla Luna, aveva mancato l'obiettivo di 900 km. L'osservatorio per raggi X raggiungerva così l'altezza di 139.000 km dalla superficie terrestre invce dei 140.000 previsti. Nonostante questo leggero abbassamento dell'altitudine, attualmente l'attuale orbita del Chandra è ben all'interno delle specifiche operative previste che lo collocano tra 135.000 km e 145.000 km all'apogeo, il punto dell'orbita più lontano dalla Terra. Da quella posizione, il telescopio da 1,5 miliardi di dollari fonirà importanti, ed in precedenza non ottenibili, informazioni su brillamenti stellari, supernovae e buchi neri.

Il ritardo ha permesso ai copntrollori di volo di stanza a Cambridge, in Massachusetts, di configurare nuovamente le istruzioni per l'accensione dei motori per l'accensione di oggi. La quinta ed ultima accensione dovrebbe aver luogo sabato 7 agosto e dovrebbe durare sei minuti ed innalzare ulteriormente il perigeo del Chandra. Gli agggiornamenti sono disponibili nel sito Chandra Newsroom presso il NASA/Marshall Space Flight Center.


Martedi 3 agosto

A sinistra: Il Miniature Integrated Camera Spectrometer (MICAS) della Deep Space 1 ha registrato due immagini dell'asteroide 9969 Braille il 29 luglio, circa 15 minuti dopo il suo passaggio ravvicinato. La coppia è stata ricombinata per ottenere l'immagine ad "altissima risoluzione" sulla destra. Il Sole illumina Braille dal basso; da notare la forma irregolare ed allungata. Si ringraziano NASA/JPL/Caltech. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Ecco Braille

Nonostante l'interruzione avvenuta durante il flyby, la sonda Deep Space 1 della NASA il 29 luglio alle ore 04:46 TU, nel corso del veloce incontro con l'asteroide 9969 Braille, è riuscita ad inviare due immagini grezze ed una dozzina di spettri. Marc Rayman, l'ingegnere responsabile della missione, ha lodato l'"eroico recupero" dell'astronave condotto dal suo team durante la crisi occorsa 16 ore prima del flyby. I comandi finali sono stati trasmessi al DS1 appena 4 minuti prima che il sistema di navigazione autonomo della sonda uscisse dal contatto con la Terra, in vista dell'incontro. In ogni caso, sfortunatamente, nel corso delle ore cruciali dell'avvicinamento l'asteroide è risultato troppo debole da inseguire per i sensori della DS1 e, quando è transitata vicino all'obiettivo a 15 km al secondo, la macchina fotografica di bordo è stata puntata male.

Gli scienziati avrebbero potuto rattristarsi per non aver ripreso immagini migliori ma sono troppo presi dagli spettri di alta qualità dell'asteroide. Le riprese infrarosse, acquisite 17 minuti dopo il flyby, evidenziano che Braille è, spettroscopicamente, molto simile all'asteroide ricoperto di basalto 4 Vesta. "E' incredibile e molto sorprendente" esclama Robert M. Nelson (JPL), che ha diretto il team scientifico. Vesta si trova nelle profondità della cintura degli asteoroidi ed i planetologi si sono a lungo domandati in che modo le meteoriti basaltiche (probabilmente schizzate via dalla superficie di Vesta) potessero raggiungere la Terra. Braille è un asteroide che si avvicina al nostro pianeta e che orbita molto più vicino al Sole; la sua similitudine con Vesta porta direttamente all'ipotesi che grandi frammenti di quest'ultimo, o di un precursore persino più grande, siano stati spediti in direzione della Terra dall'influenza gravitazionale di Giove. "Un'immagine potrebbe valere mille parole", fa notare Nelson "ma in questo caso è uno spettro che vale mille immagini".

Nel corso della conferenza stampa di oggi, Laurence Soderblom (U.S. Geological Survey) del team ha mostrato anche un paio di immagini grezze del piccolo asteroide. Come si sospettava, Braille è estremamente allungato, misurando 2,2 per 1 chilometri, ed impiega 9,4 giorni per completare una rotazione. L'obiettivo della DS1 è stato dedicato recentemente a Louis Braille, inventore del linguaggio tattile per i non vedenti. E' stato scoperto nel 1992 dagli astronomi del JPL Eleanor Helin e Ken Lawrence.

La sonda trasporta anche un rilevatore di plasma che, però, non ha registrato nulla di insolito nelle vicinanze dell'asteroide nonostante la ridotta distanza del flyby.


Lunedi 2 agosto

A sinistra: Se il crash è avvenuto il 31 luglio come previsto, il Lunar Prospector ha colpito il fondo di un cratere senza nome (87.7° S, 42.1° E). Non è stato osservato nessun pennacchio di detriti, a riprova, forse, del fatto che l'astronave ha colpito realmente il cratere profondo 4 km. In bianco sono indicate le aree in ombra perenne; in grigio i fondali dei crateri non osservabili da Terra che quindi, si presume, sfuggano all'illuminazione solare. Si ringrazia J. L. Margot (Cornell University). Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Il flash finale del Lunar Prospector

Rispondendo docilmente ai radiocomandi, il 31 luglio il Lunar Prospector della NASA ha acceso i motori per diminuire l'orbita e precipitare in un cratere di 50 km di diametro senza nome, in prossimità del polo sud lunare. La sua fine è arrivata alle 09:52 Tempo Universale, al 570° giorno della produttiva missione. La geometria orbitale ha imposto che il crash avvenisse mentre il satellite transitava sul lato nascosto della Luna, di poco fuiri dalla nostra vista. "Dovremmo averla colpita" ha annunciato il direttore di volo Alan Binder quando la sonda non è riapparsa; "L'unica domanda è dove?".

Quella del Lunar Prospector è stata una delle missioni a basso costo del progetto Discovery della NASA, è costata solo 63 milioni di dollari. Nel cosro dei 18 mesi della missione, i suoi strumenti hanno alimentato la fame di informazioni dei planetologi con una serie di nuovi dati sulla composizione, struttura interna e campo magnetico del nostro satellite. In particolare, le rilevazioni di una forte emissione di neutroni di idrogeno sono state la base per arrivare alla conclusione che 300 milioni di tonnellate di acqua ghiacciata giacciono nascoste nell'ombra polare. A causa della bassa altezza dell'orbita, 100 km all'inizio ridotti in seguito a 30, il Lunar Prospector è stato condannato a cadere sulla Luna. Se così non fosse stato, in ogni caso entro circa 8 mesi avrebbe dovuto soccombere alle perturbazioni gravitazionali.

Il crash finale è stato un parto della mente dell'ingegnere aereonautico David B. Goldstein (Universitè del Texas). Il suo ragionamento è stato il seguente: far cadere la sonda, del peso di 160 kg, alla velocità di 1,7 km al secondo sul fondo di un cratere perennemente in ombra avrebbe dovuto innalzare verso il cielo diverse tonnellate di polveri e vapore che avrebbero potuto essere rilevabili dalla Terra. Una volta esposta allo spazio, la maggior parte dell'acqua avrebbe dovuto essere dissociata dalla luce solare in idrogeno ed idrossido (OH) caratterizzati da forti firme spettrali. Anche se sono stati più di 20 i telescopi terrestri che hanno seguio l'evento del 31 luglio, i favoriti erano quelli in orbita: l'Hubble Space Telescope ha cercato l'OH alle lunghezze d'onda ultraviolette ed il Submillimeter Wave Astronomy Satellite ha cercato molecole d'acqua a lunghezze d'onda prossime a 500-600 microns. La fase lunare in combinazione con la librazione sfavorevole hanno però influito negativamente sulle osservazioni e potrebbero passare settimane prima che abbiano successo.

Da aggiungere alla drammatica fine della missione è sapere che il Lunar Prospector trasportava le ceneri dell'astronomo e geologo Eugene Shoemaker, deceduto nel 1997. Noto per il suo lavoro sui crateri da impatto e gli oggetti che li provocano, il sogno di Shoemaker fu quello di camminare sul suolo lunare e di "colpirlo con il mio martello" ma un problema medico lo escluse dalla selezione come astronauta dell'Apollo. La cassetta contenente le ceneri dovrebbe essersi polverizzata nell'impatto.


Lunedi 2 agosto

A sinistra: La Deep Space 1 ha testato positivamente i suoi 12 componenti ha però fallito nel riprendere i primi piani dell'asteroide 9969 Braille nel corso del flyby ravvicinato. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

La DS1 accecata da Braille

E' certo che, come previsto, il 29 luglio alle 04:46 TU la sonda Deep Space 1 è transitata vicino all'asteroide 9969 Braille ma non senza problemi. Il piano prevedeva l'utilizzo di un sistema autonomo di navigazione che manovrasse la DS1 sino a circa 15 km da Braille, realizzando il massimo avvicinamento durante un flyby mai tentato prima. Ma, come la sonda ha iniziato a trasmettere via radio i risultati a Terra, è diventato chiaro che qualcosa non + andato per il verso giusto. Anziché vedere nitide immagini della superficie dell'asteroide, gli scienziati hanno visto riprese del cielo stellato.

I controllori di volo non sanno ancora quanto la DS1 si sia avvicinata al suo obiettivo ne dove stesse guardando mentre scorreva sull'obiettivo a 15,5 km al secondo. Le immagini riprese mentre la sonda si avvicinava mostrano che l'asteroide era stato localizzato sul fondo stellato ed il sistema automatico di navigazione aveva impartito il comando per la manovra come se avesse agganciato l'obiettivo. I responsabili del progetto ritengono che la mancata osservazione possa essere la conseguenza della "messa in sicurezza" (uno spegnimento delle elettroniche per un'emergenza) avvenuto appena 16 ore prima dell'incontro.

Anche se trasportava una macchina da ripresa/spettrometro ed una serie di rilevatori di particelle, la DS1 è stata costruita principalmente per provare 12 nuove tecnologie per le sonde tra cui il sistema di autonavigazione, il sistema di autodiagnosi con le routine decisionali ed il sistema di propulsione alimentato da un motore a ioni di xeno; virtualmente quindi, tutti gli obiettivi tecnologici della DS1 erano prioritari rispetto al flyby di Braille. La fase principale della missione si concluderà il 18 settembre anche se il team del progetto spera di ottenere un prolungamento che permetterebbe il flybys della misteriosa cometa divenuta asteroide 4015 Wilson-Harrington e della cometa 19P/Borelly nel 2001.


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