Il Notiziario di
Sky & Telescope

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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La rivista indispensabile di astronomia

Venerdi 14 aprile

A sinistra: La ripresa dell'asteroide 433 Eros effettuata dalla NEAR il 6 marzo scorso mostra abbondanti segni della presenza di massi di dimensioni pari a quelle di un grattacielo sparsi nella zona infossata inquadrata. Questi enormi massi sono grandi blocchi dei detriti spaziali che hanno copito la superficie. Si ringrazia il Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

La NEAR vicina ad Eros

La sonda della NASA Near Earth Asteroid Rendezvous, ufficialmente denominata ora NEAR Shoemaker, è ancora più vicina alla sua nuova casa, l'asteroide 433 Eros. Una breve accensione del motore l'ha posta, l'undici aprile, in un'orbita cicolare a 100 km dalla superficie. La sonda manterrà quest'orbita per 11 giorni durante i quali orbiterà intorno ad Eros tre volte muovendosi a circa 2 metri al secondo. Il 22 aprile, i controllori di missione accenderanno ancora il motore per dare inizio ad un suo ulteriore abbassamento e dal 30 aprile dovrebbe raggiungere la prima orbita "scientifica", a 50 km di altezza. Dal suo arrivo, avvenuto il 14 febbraio, la NEAR Shoemaker ha orbitato intorno ad Eros cinque volte.


Venerdi 14 aprile

A sinistra: Alto 148 metri, il telescopio di Green Bank, nel West Virginia, è quasi ultimato. Cortesia NRAO/NSF.

Il Radio Telescope
è a buon punto

Il più grande radiotelescopio del mondo è quasi ultimato. Il 12 aprile, gli astronomi al National Radio Astronomy Observatory (NRAO) nel West Virginia, hanno annunciato che l'ultimo pezzo del disco di 100 metri per 110 è stato montato sul Green Bank Telescope (GBT). Pesante oltre 7.000 tonnellate, il telescopio presenta due caratteristiche che incrementeranno il suo potere di raccolta delle radioonde provenienti dal cosmo. La prima: i ricevitori del telescopio sono spostati lateralmente e non si trovano direttamente sospesi sul disco. Questo permetterò di raccogliere i segnali più deboli dello spazio senza che il suo supporto interferisca; la seconda è relativa agli attuatori di cascuno dei 2.000 pannelli che costituiscono il disco che manterranno la forma paraboloide indipendentemente dalla direzione in cui punterà. Il GBT, costruito per impiazzare il disco di 91 metri collassato nel dicembre 1988, dovrebbe diventare pienamente operativo dall'inizio del 2001.


Mercoledi 12 aprile

A sinistra: I francobolli delle poste americane che celebrano Edwin P. Hubble mostrano cinque immagini riprese dall'Hubble Space Telescope. Cliccate sull'immagine per vederli tutti. ©1999 USPS.

Hubble sui francobolli

Se volete dare alle vostre cartoline o alle lettere un aspetto celestiale, adesso potete utilizzare i francobolli delle poste americane con le immagini dell'Hubble Space Telescope (HST). I francobolli verranno presentati ufficialmente al pubblico, inteso come istituzioni ufficiali, astronauti della NASA e dignitari del governo particolarmente legati all'HST, il 10 aprile allo Space Telescope Science Institute di Baltimore, nel Maryland.

In sintesi, i francobolli commemorativi da 33 centesimi sono volti a commemorare non il telescopio orbitante ma l'astronomo di cui porta il nome, Edwin Powell Hubble (1889–1953). Tra i suoi contributi allo studio del cosmo, ricordiamo la misura delle velocità di recessione delle galassie fatta con l'ausilio del telescopio riflettore da 2,5 m posto sulla sommità di Mount Wilson in California, conclusasi con l'assunto che l'universo è in espansione.

L'idea dei francobolli venne proposta nel 1997, come è spiegato nel numero del dicembre 1997 di Sky & Telescope (pagina 83), da Robert Brown (STScI). Le cinque immagini vennero selezionate dal disegnatore di francobolli Phil Jordan tra alcune delle più belle riprese effettuate dall'HST nel decennio passato. L'osservatorio orbitante il 24 aprile compirà il suo 10° compleanno trascorso in orbita; per una retrospettiva ed i dettagli sulla missione di servizio del dicembre scorso, leggete il numero di aprile di S&T. Altri francobolli con soggetti spaziali verranno presentati in luglio al World Stamp Expo 2000 ad Anaheim, in California.


Giovedi 6 aprile

A sinistra: Johnny Horne, fotografo di Sky & Telescope, ha catturato qesta immagine dell'aurora del 6 aprile a nord-est di Fayetteville, nel Nord Carolina, alle 21:30 circa ora locale (01:30 Tempo Universale del 7 aprile). Esposizione di 10 secondi su pellicola Fujicolor SG-800 con obiettivo fisheye f/2.8. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

L'aurora sorprende gli osservatori

Molti osservatori che, la notte scorsa, si sono recati all'aperto per osservare il raggruppamento di Luna, Marte, Giove e Saturno hanno potuto godere di un inaspettato spettacolo: un'aurora sorprendente. Secondo i rapporti inviati a Sky & Telescope raccolti anche presso l'Auroral Activity Observation Network, lo spettacolare rossore era visibile attraverso l'Europa ed a sud sino al Nuovo Messico e la Florida. L'onda d'urto del vento solare ha colpito la Terra alle 18:40 circa, ora italiana (16:40 Tempo Universale) e l'effetto è rimasto visibile sino alle 04:30.

Il bagliore delle aurore è spesso di colore verde, quello emesso dagli atomi di ossigeno dell'atmosfera superiore dopo che sono stati colpiti dal bombardamento di elettroni della magnetosfera terrestre. Le aurore di colore rosso sono rare, a volte sono dovute agli atomi energizzati delle molecole di azoto nella bassa atmosfera, un'indice della maggiore potenza della tempesta geomagnetica. Anche le aurore che si estendono dai poli sin quasi all'equatore, come quella della scorsa notte, sono indice di una tempesta energetica.

Secondo Cary Oler del Solar Terrestrial Dispatch, "Anche se ci sarà, probabilmente, un'attività residua alle alte latitudini nelle prossime 24 ore, non ci sarà una ripetizione della tempesta aurorale alle medie latitudini".

Potete avere ulteriori informazioni sulle cause delle aurore, su come osservarle e come fotografarle, oltre che sulle conseguenze sulle attività terrestri, in una serie di articoli nel numero di marzo di Sky & Telescope. Se volete ricevere via e-mail gli avvisi dulle aurore e l'attività geomagnetica iscrivetevi al servizio AstroAlert di S&T.


Giovedi 6 aprile

A sinistra: Quando la sonda Ulysses rilevò wisps della coda di ioni (plasma) della cometa Hyakutake, si trovava 45° sopra il piano dell'eclittica (in grigio) ed a circa 560.000.000 chilometri dal Sole. Si ringrazia Geraint H. Jones. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

L'Ulysses sulle tracce della Yakutake

Nel corso del suo decennale viaggio attraverso lo spazio interplanetario, la sonda Ulysses dell'Agenzia Spaziale Europea ha effettuato molte strane scoperte ma nessuna è stata più sorprendente di quella recente relativa alla comprensione che, il prio maggio 1996, la sonda ha attraversato la coda di ioni della cometa Hyakutake (C/1996 B2) quando l'Ulysses ed il nucleo della Hyakutake si trovavano a più di 500 milioni di chilometri di distanza. L'incompreso passaggio attraverso il far-flung cometary wisps venne registrato dalla sonda come un brutale cambiamento nella direzione del campo magnetico del vento solare, a plunging count di protoni del vento solare e la rilevazione di ioni di elementi "pesanti" che avrebbero potuto arrivare solo dalla cometa. "Questo la rende la più lunga coda cometaria registrata" ha fato notare Geraint H. Jones (Imperial College di Londra), che con due colleghi ha pubblicato queste scoperte nel numero del 6 aprile di Nature. Un altro scritto, di George Gloeckler (Università del Maryland), descrive come la miscela di carbonio, ossigeno, neon ed altri ioni rilevati dalla sonda sia particolarmente simile a quella trovata nella chioma della cometa Halley.

Altri ricercatori notarono il misterioso "buco di densità" nei dati del vento solare di tre anni fa ma solo recentemente il collegamento alla cometa Hyakutake è divenuto evidente. Analizzando la geometria del vento solare verso la nostra stella, Jones e colleghi giunsero alla conclusione che l'Ulysses attraversò la coda di ioni creata dalla cometa otto giorni prima, il 23 aprile. Da allora, peraltro, la Hyakutake fu troppo vicina al Sole per essere osservata bene dalla Terra, quindi è difficile sapere con certezza quanto, a quel tempo, fosse attivo il nucleo. Fa notare Jones che la coda di ioni non era diritta ma piuttosto spaziava lungo un arco simile a quello del getto d'acqua di un erogatore rotante, con alcune importanti implicazioni. "Anche se non la si può considerare del tutto responsabile di alcune delle code più lunghe rilevate alla fine di marzo ed all'inizio di aprile 1996", ha spiegato, "la coda della Hyakutake sarebbe stata incurvata in modo tale, rispetto alla Terra, che gli osservatori avrebbero visto una coda più lunga di quanto si potesse finora credere possibile".


Giovedi 6 aprile

A sinistra: Patrick L. Kelly della Sidwell Friends School a Washington, D.C., è il vincitore del primo premio del 2000 National Young Astronomer Award, sponsorizzato dall'Astronomical League. E' stato anche uno dei 40 finalisti dell'Intel Science Talent Search. Si ringrazia Bob Gent. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Giovani astronomi vincitori

Il mese scorso, l'Astronomical League ha annunciato i vincitori di quest'anno del National Young Astronomer Award (NYAA). Istituito nel 1993, il premio è un riconoscimento ai migliori risultati ottenuti dagli studenti americani delle scuole superiori. Dei sette premiati, il primo è stato Patrick L. Kelly, studente presso la Sidwell Friends School di Washington, D.C. Il suo progetto era relativo alla comparazione del colore e della luminosità dei membri del gruppo compatto di galassie Hickson 62 con quelli di altri ammassi. Kelly riceverà un viaggio completamente spesato alla convention annuale di luglio dell'Astronomical League a Ventura, in California, un telescopio di 25 cm Meade LX200 ed un permesso vitalizio per l'osservatorio McDonald in Texas.

Il secondo posto è andato a Tiffany Titus, del Battle Creek Area Math and Science Center in Michigan per la determinazione dell'orbita di un asteroide ricavata dalle proprie osservazioni. Il terzo posto è stato ottenuto da Stephanie Fawcett, della Boulder High School in Colorado, per lo scritto "Applicazione dei dati sui pianeti extrasolari nella ricerca di vita extraterrestre con l'utilizzo dell'equazione di Drake". Lo scritto è stato redatto per l'Advanced Astronomy Camp dell'Università dell'Arizona. Per ulteriori dettagli sui sette vincitori, consultate la pagina NYAA 2000 Web page dell'Astronomical League.


Lunedi 3 aprile

A sinistra: Secondo un articolo di Susan Terebey (Extrasolar Research Corp.) e colleghi, è difficile che il debolissimo puntino noto come TMR-1C (indicato dalla freccia) sia un pianeta extrasolare. Il team della Terebey scoprì TMR-1C in questa immagine dell'Hubble Space Telescope nel vicino infrarosso. Cortesia NASA. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

TMR-1C non è un pianeta?

Nel 1998 la NASA pubblicizzò l'immagine dell'Hubble Space Telescope definendola "la prima che ci permettesse di ossevare direttamente un probabile pianeta esterno al nostro sistema solare". Un team guidato dall'astronoma Susan Terebey (Extrasolar Research Corp.) utilizzò il Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer di Hubble per scrutare una stella binaria estremamente giovane (200-300 mila anni) in un complesso polveroso di formazione stellare distante circa 450 anni luce. I ricercatori notarono un punto, sconosciuto in precedenza, ad un anno luce di distanza e posto al termine di un filamento che sembrava fuoriuscisse dal sistema binario. Nel corso della conferenza stampa del 28 maggio 1998, la Terebey ipotizzò che il puntino, denominato TMR-1C, fosse un pianeta molto giovane che era stato, in qualche modo, espulso dal sistema binario.

Fulcro della tesi della Terebey l'assunto che l'oggetto si trovasse alla stessa distanza ed avesse la stessa età di TMR-1A e TMR-1B. Considerando il modello teorico relativo ai pianeti giovani in rapido raffreddamento, queste ipotesi esprimevano un valore della massa di TMR-C1 pari a 2-3 volte quella di Giove (vedi Sky & Telescope, dell'agosto 1998 pagina 19). Però, si ammise, TMR-1C potrebbe essere una stella più distante che giace sulla stessa linea di vista del sistema binario.

Ora la bilancia sembra pendere a favore di quest'ultima interpretazione. La Terebey e colleghi hanno ottenuto lo spettro infrarosso di TMR-1C con il telescopio Keck I di 10 metri nell'ottobre 1998 ma solo il primo di aprile è stato possibile vederli nel sito Web Extrasolar Research (essendone stata accettata la pubblicazione su Astronomical Journal). "Le nuove informazioni non sono state favorevoli all'interpretazione del protopianeta" ha ammesso il team della Terebey; fanno pensare, piuttosto, che TMR-1C sia una nana rossa con una temperatura superficiale di almeno 2.700° Kelvin.


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