Sky & Telescope
Notiziario settimanale

19 dicembre 1997

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Nebulosa planetaria M2-9 (49K JPEG) M2-9 è un esempio impressionante di nebulosa planetaria a "farfalla" o bipolare. Si ringraziano Bruce Balick (Università di Washington), Vincent Icke (Università di Leiden, Olanda), Garrelt Mellema (Università di Stoccolma) e la NASA per questa immagine a colori compositi realizzata dall'Hubble Space Telescope .

Una splendida nebulosa planetaria

Mercoledi 17 dicembre, presso lo Space Telescope Science Institute, è stata presentata una serie incredibile di immagini di nebulose planetarie realizzate dall'Hubble Space Telescope. Le immagini, ottenute da diversi gruppi di astronomi, rivelano dischi di polveri che circondano una stella centrale morente, bolle di gas iridescenti e getti di materia ad alta velocità. Le immagini potrebbero rappresentare un'anteprima di quello che accadrà al Sole tra sei miliardi di anni, dopo che avrà esaurito l'idrogeno nel nucleo e collasserà in una nana bianca.


Primo piano di Matilde (15K JPEG) Immagine di Matilde, ripresa dalla sonda NEAR nel momento di massimo avvicinamento a circa 1.200 chilometri di distanza. La risoluzione, che presenta dettagli di 150 m, rivela una superficie butterata. Cortesia Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory.

Un asteroide morbido

I risultati dell'incontro ravvicinato avvenuto lo scorso giugno tra la sonda Near Earth Asteroid Rendezvous (NEAR) e l'asteroide 253 Matilde sono stati pubblicati oggi sulla rivista Science. Secondo il rapporto dei ricercatori, Matilde è più nero del carbone e piuttosto poroso, quest'ultima caratteristica potrebbe chiarire perché questa roccia di 60 km di larghezza, ha un numero così elevato di crateri da impatto di enormi dimensioni. Secondo il responsabile dell'imaging team della NEAR, Joseph F. Veverka (Cornell University), questa particolarità spiegherebbe perché oggetti di grandi dimensioni avrebbero potuto colpire la superficie dell'asteroide senza provocarne la distruzione. "Colpire Matilde è come colpire del polistirolo o un altro materiale da imballaggio" afferma. Una domanda che è rimasta senza risposta dopo l'incontro ravvicinato è perché impiega ben 17 giorni per ruotare su se stesso. La spiegazione più probabile è che sia stato rallentato dalla fuoriuscita di gas o dall'interazione gravitazionale con un satellite, la NEAR non ha trovato prove che avvalorino altre ipotesi. La sonda proseguirà il viaggio aggirando la Terra il 23 gennaio prossimo raggiungendo in seguito l'asteroide 433 Eros nel gennaio 1999.

Per maggiori informazioni, consultate l'articolo "Ritratti di Matilde dalla NEAR" nella sezione approfondimenti dell'edizione italiana di Sky & Telescope Online.


Impatto in Groenlandia?

Potrebbe esserci un nuovo meteorite nella calotta polare della Groenlandia. Secondo un rapporto dell'Università di Copenhagen, una sfera infuocata è stata vista il 9 dicembre da almeno tre pescatori con rete a strascico. Triangolando le osservazioni, i ricercatori sono giunti alla conclusione che gli eventuali resti dovrebbero essere caduti sulle distese gelate della Groenlandia meridionale. Mentre il rapporto preliminare fa paragoni con il lo sciame meteorico di Cape York trovato in Groenlandia (di cui sono stati recuperati degli esemplari nel 1894), lo scienziato David Morrison della NASA puntualizza: "solo il due per cento degli oggetti che colpiscono la Terra sono metallici" e possono quindi sopravvivere all'infuocato attraversamento dell'atmosfera.

Per ulteriori informazioni, consultate il sito Web dell'a Copenhagen Astronomical Society (KAF).


Programma GEM (57K JPEG) Per le prossime otto orbite di Giove, la sonda Galileo si concentrerà su osservazioni della luna Europa, come indica questo programma della missione. Cortesia NASA/JPL/Caltech.

Altre orbite di Giove

Il 16 dicembre, quando è transitata a soli 200 chilometri dalla superfice della misteriosa luna ghiacciata Europa, la sonda Galileo ha iniziato la fase estesa della missione. La "Missione Galileo Europa," (Galileo Europa Mission) o GEM, allunga la vita della Galileo di altri due anni; la missione primaria si era conculsa ufficialmente il 17 dicembre, al termine dell'undicesima orbita intorno a Giove. La sonda effettuerà ora otto flybys di Europa, quattro di Callisto e quindi doppierà per due volte Io, effettuando quelle osservazioni che era stato impossibile compiere all'arrivo della Galileo nel sistema gioviano, a causa di un guasto al registratore di bordo.

Per maggiori informazioni, consultate la GEM Page al Jet Propulsion Laboratory.


GRB 971212 (7K GIF) Come per tutti i lampi gamma questo, registrato il 12 dicembre, proviene da una nuova direzione ed è durato pochi secondi. Cortesia NASA.

Il duemillesimo burst

Il 12 dicembre, gli astronomi del Marshall Space Flight Center della NASA hanno festeggiato il rilevamento del lampo gamma n° 2000 da parte del Compton Gamma Ray Observatory (GRO). Il Burst and Transient Source Experiment (BATSE) a bordo del satellite iniziò le osservazioni di questi misteriosi fenomeni nel 1991, registrandone mediamente almeno uno al giorno. Nonostante queste violente eruzioni energetiche fossero conosciute da tre decenni, solo con gli strumenti del GRO è stato possibile registrarne la zona di provenienza. Ne è risultato che i gamma-ray bursts appaiono distribuiti casualmente nel cielo, il che lascia presupporre che abbiano un'origine esterna alla nostra galassia.

Per maggiori informazioni, consultate l'articolo "BATSE Records 2000th Burst" presso il Marshall Center della NASA.


Il nostro Sole (12K JPEG) Così appariva il Sole il 12 dicembre nella luce rossa dell'emissione alfa dell'idrogeno. Cortesia Space Environment Center.

Il Sole si dirige a nord

Il 21 dicembre il Sole ha raggiunto la massima declinazione meridionale alle 20:07 TU di domenica 21 dicembre. Il solstizio segna l'inizio dell'inverno nell'emisfero settentrionale e dell'estate in quello meridionale.


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