Sky & Telescope
Notiziario settimanale

19 settembre 1997

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Mars Global Surveyor (18K JPEG) Il Mars Global Surveyor (MGS) effettuerà ripetuti passaggi negli strati superiori dell'atmosfera marziana, sfruttandone l'attrito per passare ad un'orbita circolare a 400 chilometri d'altezza. Nel corso di questa lunga manovra, durerà infatti un mese, denominata freno aerodinamico uno dei pannelli solari gemelli verrà disposto "controvento". L'MGS darà inizio, nel marzo 1998, alla dettagliata mappatura di Marte. Cortesia Jet Propulsion Laboratory.

Ha inizio la frenata del Mars Global Surveyor

Meno di una settimana dopo il raggiungimento del pianeta rosso, il Mars Global Surveyor della NASA ha iniziato la frenata che gradualmente ne abbasserà l'orbita. Il 17 settembre, nel corso della quarta orbita la sonda ha infatti effettuato il primo passaggio nell'alta atmosfera di Marte ad un'altitudine di 150 chilometri. Una prima serie di accensioni del motore accoppiate a passaggi nell'atmosfera permetterà ai tecnici di missione di arrivare ad una valutazione certa della spessore dell'aria e degli effetti dell'attrito con la sonda. Quando quest'ultima si troverà a circa 110 km, gli scienziati prevedono che la densità dell'atmosfera sia sufficiente da alterarne l'orbita. Nei prossimi quattro mesi, questo attrito farà scendere l'orbiter dall'orbita iniziale estremamente allungata ad una circolare a 400 km dalla superficie.

Non meno interessanti sono i dati già trasmessi a Terra. Per esempio, il Surveyor ha confermato l'esistenza di un campo magnetico marziano. Già rilevata da una sonda sovietica, nessuna altra sonda aveva potuto confermare l'esistenza di una magnetosfera del pianeta. Secondo Mario Acuna, responsabile scientifico del magnetometro a bordo del Surveyor, il segnale proveniente dalle prime analisi dei dati indica la presenza di un campo magnetico più forte del previsto. Nel marzo prossimo, la sonda inizierà la mappatura del pianeta e la continuerà per un intero anno marziano (687 giorni terrestri). La Mars Orbiter Camera realizzerà primi piani con una risoluzione di 1,4 metri per pixel.

Per ulteriori informazioni, su questa interessante missione, consultate la Mars Global Surveyor home page.


Razzo Titan IVB (30K JPEG) Immagine dell'U.S. Air Force di un razzo Titan IVB sulla rampa di lancio. Sarà un lanciatore di questo tipo che invierà la sonda Cassini su Saturno.

Fissato il lancio della Cassini

La NASA ha annunciato oggi che la finestra di lancio (l'intervallo di tempo utile) dell'orbiter della missione Cassini si aprirà alle 8:55 TU del 13 ottobre. La Cassini e la sonda Huygens, realizzati dall'Agenzia Spaziale Europea, verranno lanciati a bordo di un razzo Titan IVB. La sonda impiegherà sei anni, effettuando diversi passaggi ravvicinati di altri pianeti per sfruttarne la spinta gravitazionale per arrivare, nel 2004, su Saturno. La partenza della missione era prevista originariamente per il 6 ottobre ma è stata ritardata di una settimana a seguito delle riparazioni seguite al danneggiamento della Huygens in un incidente.

Per saperne di più, visitate la Cassini home page.


Controparte visibile di un GRB (13K JPEG) Le osservazioni effettuate dal telescopio riflettore di 5 m di Monte Palomar mostrano la presenza di un punto luminoso (indicato dalla freccia) nella posizione del potente lampo gamma rilevato dal satellite italiano BeppoSAX. Le immagini sono state realizzate il 9 maggio (sinistra) ed il 10. Cortesia Palomar Observatory e Caltech GRB Team.

Un lampo gamma scintillante

Nuovi indizi sulla natura dei lampi gamma, misteriose esplosioni di energia che avvengono una volta al giorno in punti casuali del cielo. Qualche tempo addietro, l'8 maggio, un lampo di questo tipo era stato registrato non solo dai rivelatori di lampi gamma in orbita ma anche dal satellite per raggi X BeppoSAX, che ne ha determinato quasi istantaneamente la regione celeste di provenienza. I telescopi ottici terrestri sono immediatamente entrati in azione trovando una sorgente di luce precedentemente sconosciuta nella stessa posizione in cui era avvenuto il fenomeno. La sorgente luminosa si era affievolita rapidamente, ma non prima che gli astronomi riuscissero a determinare il fatto che fosse a miliardi di anni luce di distanza, assai più esterna ai confini della nostra galassia. Anche i radiotelescopi hanno rivelato la presenza di una controparte, ed in diverse settimane questa sorgente ha avuto delle fluttuazioni di intensità simili allo scintillio di una stella. Diversamente dallo scintillio delle stelle che possiamo osservare la notte, che è dovuto alle irregolarità dell'atmosfera terrestre, lo scintillio radio è causato dalle irregolarità nelle nubi di gas che pervadono la Via Lattea. Come i pianeti, che non brillano per via delle dimensioni angolari, anche le sorgenti radio non scintillerebbero se fossero sufficientemente grandi. Come riferiscono Shri Kulkarni (Caltech) e Dail Frail (National Radio Astronomy Observatory) su Nature di questa settimana, la sorgente radio coincidente con il gamma-burst rilevato l'8 maggio ha interrotto lo scintillio poco dopo, il che farebbe presupporre una crescita delle dimensioni angolari della sorgente. Analizzando dettagliatamente le informazioni disponibili, Kulkarni e Frail hanno ipotizzato che la sfera infuocata responsabile dell'evento si sarebbe ingrandita ad un diametro di almeno 1/10 di anno luce dal momento dell'eruzione, il che significa che l'espansione sarebbe avvenuta ad una velocità prossima almeno all'85 per cento di quella della luce. L'energia del burst stesso assumerebbe quindi valori "osceni", forse il risultato della collisione di due stelle di neutroni in una galassia distante oppure quella di due buchi neri.


Telescopio 2MASS (26K JPEG) Il telescopio boreale del progetto 2MASS viene abbassato nella cupola sulla sommità del Monte Hopkins in Arizona. Cortesia University of Massachusetts, Amherst.

Inizia la survey nell'infrarosso

Ha avuto inizio il progetto che in 3 anni e mezzo mapperà il cielo alle lunghezze d'onda infrarosse. Il Two-Micron All-Sky Survey (2MASS) consiste di due telescopi di 1,3 metri identici, uno negli Stati Uniti, l'altro in Cile, equipaggiati da camere CCD da 256 pixel quadrati. Il progetto, una collaborazione tra la NASA, la National Science Foundation, l'U.S. Naval Observatory e l'University of Massachusetts, mapperà l'intera sfera celeste nel vicino infrarosso alle lunghezze d'onda di 1,2, 1,6 e 2,2 micron. La prima osservazione è stata realizzata utilizzando il telescopio in Arizona. Si ritiene che il progetto catalogherà 300 milioni di stelle ed un milione di galassie di magnitudine inferiore alla -17, oltre a rendere visibili numerosi asteroidi, comete e nane brune.

Ulteriori dettagli si possono trovare sul numero di Sky & Telescope di agosto 1997 (pagina 46) e sulla pagina web del progetto all'indirizzo http://pegasus.phast.umass.edu/.


Il Sole si muove a sud

Infine, Martedi 22 settembre, ancora una volta il Sole si porterà a sud dell'equatore celeste raggiungendo l'equinozio di settembre alle 23:56 Tempo Universale. Questo passaggio segna l'inizio dell'autunno nell'emisfero nord e della primavera nell'emisfero sud.


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