Sky & Telescope
Notiziario settimanale

20 giugno 1997

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Eruzione di Io (19K JPEG) In questa immagine di Io in falsi colori del giugno 1996, è possibile osservare, lungo il bordo in basso a sinistra, il vulcano Pele in eruzione. Sullo sfondo è visibile il pianeta Giove. Immagine dell'Hubble Space Telescope, si ringraziano John Spencer e la NASA.

Il pennacchio di Pele

E' un'eruzione senza precedenti quella visibile nella immagine dell'Hubble Space Telescope resa pubblica recentemente. Lo scorso luglio, l'HST ha registrato la più grande eruzione di Pele, uno dei più potenti vulcani di Io. Un pennacchio di gas e polveri che si innalza nello spazio per 400 chilometri, molto più in alto di quanto osservato nel corso del fly-by del Voyager 1 del 1979. Per innalzare la colonna di gas e polveri ad una altezza così rilevante, John Spencer (Lowell Observatory) ha calcolato che il materiale deve raggiungere una velocità di circa 1 km al secondo. I getti di Pele sono così grandi in parte per la bassa gravità del satellite e per la mancanza di una densa atmosfera, in parte perché, molto semplicemente, le eruzioni vulcaniche di Io sono molto più potenti di quelle terrestri.


Controparte visibile di un GRB (13K JPEG) Le osservazioni effettuate con il riflettore di 5 metri di Mount Palomar evidenziano la presenza di un punto brillante nel visibile (indicato dalla freccia) nella posizione in cui è stato rilevato dal satellite BeppoSAX un potente gamma-ray burst. Le immagini sono state prese il 9 (sinistra) ed il 10 maggio. Cortesia Palomar Observatory e Caltech GRB Team.

Verso una soluzione del mistero dei raggi gamma?

Queste le ultime notizie sui gamma-ray burst (GRBs) raccolte la settimana scorsa nel corso del meeting dell'American Astronomical Society. Queste brevi folate di fotoni estremamente energetici, si succedono in posizioni casuali del cielo senza alcun preavviso. Grazie a rilevazioni più precise della posizione dei GRB rilevate dai satelliti, gli astronomi hanno osservato le controparti visibili di GRB verificatisi il 28 febbraio e l'8 maggio. Sta emergendo la prova che questi eventi hanno luogo a distanze di diversi miliardi di anni luce, il che implicherebbe che siano causati da esplosioni titaniche, comparabili per energia a quelle delle supernove.

L'ultima sorpresa è arrivata dal GRB 970508 (così è noto l'evento dell'8 maggio). Dale Frail (National Radio Astronomy Observatory) riferisce la rilevazione delle onde radio provenienti dal GRB 970508. Eli Waxman (Institute for Advanced Study) ha quindi offerto la spiegazione di questa particolarità: secondo Waxman, le emissioni si susseguono a lunghezze d'onda sempre maggiori (raggi gamma, poi raggi X, luce visibile ed infine onde radio) proprio quello che ci si aspetterebbe se l'esplosione in espansione interagisse con la materia circostante. Perché le onde radio non siano state rilevate nell'evento del 28 febbraio però, rimane un mistero.


Orbita di TL66 nel 1996 (10K gif) L'oggetto 1996 TL66 ha un'orbita assai più ampia di quella di tutti gli altri membri della Cintura di Kuiper conosciuti (segnate in verde scuro e blu) e degli altri pianeti esterni (blu chiaro). Cortesia Jane Luu.

Il re della Cintura di Kuiper

Un corpo di notevoli dimensioni scoperto recentemente oltre Nettuno sembra essere, con l'eccezione di Cerere, il più grande tra gli asteroidi. Quando, il 12 ottobre scorso, venne osservato per la prima volta da Jane Luu (Harvard University) e tre colleghi, 1996 TO66 era solo di 21° magnitudine. Trovandosi però a 45 unità astronomiche dal Sole, più lontano di Plutone, 1996 TL66 deve essere piuttosto grande per essere così "luminoso". Se la sua superficie fosse scura, questo corpo potrebbe avere un diametro di 600 km, ciò lo renderebbe il più grande dei 43 oggetti conosciuti della fascia cometaria nota come cintura di Kuiper. Per paragone, Plutone misura circa 2.300 km di diametro e Caronte, il suo satellite, circa 1.200.


Black Hole (Detail) Buco nero (dettaglio).

Nuovi dati sulla rotazione dei Buchi Neri

Nel numero del 20 giugno di Astrophysical Journal Letters, Shuang Nan Zhang (NASA/Marshall) ed altri riferiscono della presenza di due buchi neri, studiati dai satelliti, che ruotano su se stessi 100.000 volte al secondo. A questo risultato si è arrivati determinando con precisione l'orbita stabile più vicina possibile ad un dato buco nero, valore che dipende dalla massima velocità di rotazione. Zhang fa notare che questo dato potrà essere di enorme aiuto nella determinazione di quanto momento angolare abbia "assorbito" il buco nero nel corso della sua vita. Le osservazioni confermano anche la previsione di Einstein che i buchi neri ruotano.

Maggiori informazioni su questa ricerca presso il NASA/Marshall's Web site.


Flyby di Matilde (19K JPEG) Questa simulazione computerizzata mostra Matilde vista dalla sonda NEAR nel corso del flyby di questa settimana. I rettangoli indicano le varie riprese della camera multispettrale in programma. Se avete un programma per la visualizzazione dei file MPEG, potete vedere l'intera simulazione (1.7-megabyte MPEG). Cortesia Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory.

Flyby di Matilde

La sonda NEAR (Near-Earth Asteroid Rendezvous) della NASA oltrepasserà l'asteroide 253 Matilda, la mattina del 27 giugno, passando ad una distanza di 1.200 chilometri. Nel corso del passaggio ravvicinato, la sonda scatterà 534 fotografie utilizzando uno speciale strumento che ottiene in contemporanea immagini a diverse lunghezze d'onda. Con un diametro stimato di 61 km, Matilde è il più grande asteroide mai visitato da una sonda.

Per ulteriori informazioni visitate la NEAR Home Page.


Solstizio di giugno

Siamo nuovamente in quel periodo dell'anno in cui il percorso del Sole nel cielo boreale volge al massimo. Quest'anno il solstizio avverrà il 21 giugno alle 8:20 Tempo Universale (10:20 ora italiana), segnando l'inizio dell'estate nell'Emisfero Nord e l'inverno nell'Emisfero Sud.


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