Sky & Telescope
Notiziario settimanale

20 marzo 1998

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Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Satellite Iridium (33K JPEG) Quando il sistema sarà pronto, l'asse dei satelliti per telecomunicazioni Iridium punterà al centro della Terra mentre tre le tre antenne argentate MMA (Main Mission Antennas) inclinate esternamente, cospargeranno la Terra con trasmissioni radio di dati e saltuariamente con il riflesso del Sole. (Nel disegno la terza MMA si trova oltre al lato opposto del satellite.) Cortesia Donald Baker, Iridium LLC.

A salvaguardia della radioastronomia

Dopo cinque anni di trattative, gli astronomi del radiotelescopio di Arecibo a Puerto Rico hanno finalmente avuto assicurazione che i moderni satelliti per telecomunicazioni non metteranno in serio pericolo il loro lavoro. Per gli astronomi, la maggiore preoccupazione era costituita da una "costellazione" di satelliti chiamata Iridium che, dalla fine del 1998 sarà formata da 66 satelliti disposti su sei piani orbitali. Questi, dozzine dei quali sono già in orbita, opereranno in una gamma di frequenze tra 1616 e 1626,5 megahertz, vicino quindi ai 1612 megahertz, frequenza di emissione dell'ossidrile, molecola composta da un atomo di ossigeno ed un atomo di idrogeno. Le osservazioni dell'ossidrile sono importanti per lo studio delle nubi dove avviene la formazione stellare e delle stelle fredde. L'accordo, annunciato il 18 marzo, tra Motorola Inc., che gestisce il programma Iridium, ed il National Astronomy and Ionosphere Center che dirige l'Arecibo garantisce che i radioastronomi godranno giornalmente di otto ore di libera osservazione tra le 04:00 e le 12:00 ora italiana. Se necessario, per speciali sedute osservative potranno essere aggiunti altri intervalli di tempo.

I satelliti Iridium hanno un'altra caratteristica interessante per gli astrofili. Le loro grandi antenne piane funzioneranno come giganteschi specchi e potranno riflettere in un fascio ristretto il riflesso della luce solare. Da Terra, all'alba o al tramonto, il "riflesso" potrà essere 100 volte più luminoso di Venere! Ulteriori osservazioni su come osservare i satelliti Iridium e l'accordo con i radioastronomi nel numero di maggio 1998 di Sky & Telescope, a pagina 36.


NGC 7027 (45K JPEG) A sinistra: Immagine della nebulosa planetaria NGC 7027 nel Cigno nel vicino infrarosso, realizzata con la Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer (NICMOS) dell'Hubble Space Telescope. A destra: Immagine composita dalla NICMOS e nella luce visibile della Wide Field and Planetary Camera 2. Nella luce visibile, la stella centrale della nebulosa è completamente nascosta dalle polveri. Cortesia William Latter (SIRTF Science Center/IPAC/Caltech), STScI e NASA.

Nebulose planetarie in primo piano

Nuove immagini dall'Hubble Space Telescope stanno permettendo agli astronomi di sondare in profondità le nebulose planetarie. L'immagine infrarossa di NGC 7027 nel Cigno rivela chiaramente la stella centrale e le regioni di gas e freddi. Riprese di altre proto-nebulose planetarie, denominate "Batuffolo di cotone" e "Nebulosa baco da seta", mostrano flussi di gas diretti all'esterno che "irrompono" negli involucri di materiale espulsi in precedenza disegnando una forma a farfalla.

Nebulose planetarie A destra: (32K JPEG) La Wide Field and Planetary Camera 2 di Hubble ha compilato una bella galleria di nebulose planetarie, oggetti creati quando stelle simili al Sole, all'approssimarsi della fine evolutiva espellono della materia. Le due nebulose a forma di farfalla nei riquadri in alto sono protoplanetarie molto giovani mentre le due nebulose quasi sferiche nei riquadri in basso sono ad uno stadio più avanzato. Cortesia Sun Kwok (University of Calgary), Robert Rubin (NASA/Ames), H. Bond (STScI) e NASA.


EET96008 (28K JPEG) Il meteorite noto come EET96008, metà circa del quale è coperto da una crosta nera di materiale vetroso fusosi durante la sua caduta nell'atmosfera, è stato identificato come oggetto proveniente dalla Luna. Cortesia NASA/Johnson Space Center.

Nuovo meteorite dalla Luna

Un nuovo meteorite proveniente dlla superficie lunare è stato riportato dall'Antartide. Il meteorite, del peso di 53 grammi ed identificato come EET96008, fu scoperto nella regione Elephant Moraine in Antartide ed in precedenza si riteneva fosse di origine marziana. Analisi del campione rivelano che è composto principalmente da roccia basaltica lunare formata da frammenti di rocce frantumate e fuse insieme dagli impatti meteorici.

Sottile sezione  dell'EET96008 Right: (67K JPEG) In questa sottile sezione del meteorite EET96008, i granuli più grandi misurano circa 1,2 millimetri di diametro. Analisi della composizione chimica dei vari granuli ne hanno confermato l'origine lunare, e non terrestre. Cortesia NASA/Johnson Space Center.


Il Sole il 19/3/98 (15K JPEG) In questa immagine ripresa il 19 marzo nella luce bianca è visibile un gigantesco complesso di macchie lunari si prepara a ruotare verso la parte nascosta del disco solare. Cortesia Big Bear Solar Observatory/New Jersey Institute of Technology.

Il Sole si sposta a nord

Visto da Terra, il Sole ha attraversato l'equatore celeste alle 19:55 Tempo Universale del 20 marzo, portandosi nell'emisfero nord. Questo equinozio segna l'inizio della primavera nell'emisfero settentrionale e dell'autunno in quello australe.


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