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La rivista essenziale di astronomia

Sky & Telescope
Notiziario settimanale
22 novembre 1996

Edizione italiana a cura di Mario Farina

Mappa(40K gif) Visibile con un binocolo nelle sere autunnali, la cometa Hale-Bopp compie il suo tragitto verso nord attraverso lo Scudo, la Coda del serpente ed Ofiuco.

Scoperto il "misterioso oggetto" della Hale-Bopp

Una settimana fa, l'etere ed Internet sono stati scossi dalla notizia di un "oggetto simile a Saturno" avvistato nei pressi della Cometa Hale-Bopp (C/1995 O1). Un astrofotografo di Houston, si è presentato ad una stazione radio mostrando le prove e dichiarando di aver scoperto il "nuovo pianeta". Il mistero è stato presto risolto: si trattava di SAO141894, una stella di 8° magnitudine sullo sfondo, "dimenticata" dal software che ha fornito al texano le cartine del cielo per identificarla.

Per un riassunto dell'accaduto visitate la Saturn-Like Object Page al sito halebopp.com

Nel frattempo, la Luna e la bassa posizione sull'orizzonte, hanno reso difficile negli ultimi giorni, l'osservazione della Hale-Bopp, la cometa però, ha raggiunto la magnitudine 4,5 e continua ad aumentare, mentre continua il suo viaggio verso la congiunzione con il Sole. Queste le posizioni per la settimana prossima all'ora 0 TU:

Cometa Hale-BoppA. R.Decl.
23 novembre17h 56.4m-1° 30'
25 novembre17h 58.3m-1° 18'
27 novembre18h 00.2m-1° 05'
29 novembre18h 02.1m-0° 51'

Per maggiori informazioni, dai collaboratori di Sky & Telescope,, sulla cometa Hale-Bopp, compreso immagini ed animazioni, visita la SKY Online's Comet Page.


Le galassie ospitano i quasar (74K gif) È stato confermato che i quasar, gli oggetti più luminosi dell'universo, si trovano nei nuclei galattici. Le nove immagini dello Telescopio Spaziale Hubble ci mostrano alcuni esempi di questi quasar. Nella colonna a sinistra vediamo alcune galassie normali, al centro delle galassie interagenti ed a destra alcune galassie particolari. Cortesia John Bahcall, Mike Disney, NASA, e Space Telescope Science Institute.

La casa dei quasar

Per lungo tempo sono stati considerati i nuclei brillanti di galassie distanti miliardi di anni luce, ma la conferma a questa ipotesi è sempre stata ostacolata dalla soverchiante luminosità di questi fari rispetto alla galassia stessa. Immagini di osservazioni compiute da terra, hanno rivelato la presenza di materia intorno a questi oggetti ed una prima ricerca su alcuni quasar "nudi" privi cioé di tracce anche minime di materia circostante, effettuata dal Telescopio Spaziale Hubble, non aveva sortito alcun esito. Adesso invece, John Bahcall (Institute for Advanced Study), Mike Disney (University of Wales) ed i loro collaboratori hanno messo le mani su ciò che circonda i quasar. Nuove immagini di Hubble rivelano due quasar all'interno di due galassie tradizionali: una a spirale, l'altra elittica. Altri appaiono in galassie che sono state deformate dalle forze mareali dovute all'interazione delle compagne. Poiché la collisione tra le galassie apporta ulteriore materia, cioé il "carburante", verso il buco nero nel nucleo galattico, è naturale andarli a cercare proprio in questi oggetti particolari.


Nettuno, 1994-96 (31K gif) Attualmente Nettuno è il pianeta più lontano dal Sole ma ciò non impedisce al Telescopio Spaziale di risolvere le caratteristiche delle sommità delle nubi cicloniche. La serie di immagini in alto, ci mostrano il pianeta nel 1994, quelle centrali nel 1995 e quelle in basso nel 1996. Si ringraziano Heidi Hammel e G. Wesley Lockwood.

Seguire il meteo di Nettuno

Le osservazioni del Telescopio Spaziale Hubble hanno permesso agli astronomi Heidi B. Hammel (MIT) e G. Wesley Lockwood (Lowell Observatory) di esaminare la meteorologia di Nettuno per un periodo senza precedenti, di tre anni. Le immagini ottenute nel 1994 avevano rivelato la scomparsa della Grande Macchia Scura (Great Dark Spot), la caratteristica predominante di Nettuno osservata nel 1989 dalle fotocamere del Voyager II. Nel 1995, un'altra macchia (GDS-94), mai osservata in precedenza, era stata scoperta nell'emisfero nord del pianeta, accompagnata da una serie di nubi chiare. Ulteriori immagini del 1996 mettono in risalto la sostanziale stabilità dell'atmosfera del pianeta; la sua struttura a fasce è la stessa del 1994, e ci sono indicazioni di una certa attività nell'emisfero nord, ma la presenza della GDS non può essere confermata. In uno studio condotto parallelamente, un team guidato da Lawrence Sromovsky (University of Wisconsin, Madison), ha riunito immagini dell'HST a quelle dell'Infrared Telescope Facility alle Hawaii per formare un filmato, che mostra l'intera rotazione di Nettuno che avviene in 16,11 ore. Entrambi i programmi scientifici sono stati resi noti il mese scorso al Division of Planetary Sciences Meeting di Tucson in Arizona.


Le leonidi (46K gif) Lo sciame meteoritico delle Leonidi attraverserà il Cane Maggiore ( la stella più brillante è Sirio ) la mattina del 17 novembre 1996. David McLean del Lunar and Planetary Laboratory dell'Arizona University ha ottenuto questa esposizione di 1,7 minuti vicino al massimo dello sciame. Almeno 20 Leonidi hanno impressionato la lastra originale ma ad occhio nudo ne sono state osservate molte di più.

Lo spettacolo delle Leonidi

Lo sciame delle Leonidi ha dato, nel fine settimana appena trascorso, un discreto spettacolo, non tanto per il numero di meteore quanto per la loro luminosità. Chi l'ha osservato prima del 17 novembre ha contato in media da 15 a 40 meteore allora, un risultato sostanzialmente migliore di quello offerto mediamente da questo sciame ma ben al di sotto dei valori medi delle Perseidi o delle Geminidi. Per molti osservatori, è stato particolarmente elevato il numero di scie particolarmente luminose. "Ogni leonide che ho visto era più luminosa della 1° magnitudine" ha riferito Joe Rao. Una in particolare ha lasciato la sua traccia per 5 minuti. John Bortle, collaboratore di Sky & Telescope paragona quest'anno alla pioggia del 1961 "Solo che non ci sono state meteore poco luminose" ha .

Molti hanno riferito di sfere infuocate e lampi luminosi nella notte di Domenica e, da un volo di linea delle linee aeree pakistane partito da Long Island, su una rotta simile a quella del tragico volo TWA-800 (quello precipitato nei giorni delle olimpiadi NdT), il copilota ha riferito di un oggetto luminoso che è passato come un fulmine ed ha attraversato il suo campo visuale, dando adito all'ipotesi di un possibile test missilistico, di questa meteora "sospetta", gli astrofili potrebbero averne determinato il punto di caduta.
Per maggiori informazioni sulle Leonidi e sugli sciami meteorici in generale, visitate la SKY Online's Meteor Page.


Lancio di Mars 96 Sabato scorso sembrava tutto andasse per il meglio al momento del lancio, dal cosmodromo sovietico di Baikonur, del razzo Proton con a bordo la sonda della missione Mars 96. Poco dopo però, la navicella è andata perduta a causa di un guasto all'ultimo stadio del razzo di spinta. Cortesia Space Research Institute (IKI).

Fallita la missione Mars 96

La sonda Mars 96, valore stimato 64 milioni di dollari, è precipitata nell'Oceano Pacifico. Il lancio è avvenuto come previsto, alle 20:48 TU del 16 novembre e la Mars 96 Launch Page all'Istituto Moscovita di Ricerche Spaziali riferiva che "il comportamento del razzo Proton era stato perfetto". Ma poco dopo, l'ultimo stadio del Proton falliva l'accensione. Anziché spingere Mars 96 al di fuori dell'orbita terrestre ed in direzione del pianeta rosso, la faceva precipitare senza alcun controllo. L'Australia apprendeva non senza sgomento la notizia che la sonda, pesante sei tonnellate, poteva durante il rientro nell'atmosfera disintegrarsi e spargere i suoi rottami su aree popolate, fortunatamente invece, si polverizzava senza conseguenze sui cieli dell'Oceano Pacifico meridionale. Mars 96 era la seconda di tre missioni robotizzate, lanciate quest'anno e destinate a raggiungere il pianeta rosso. Le altre sono la Mars Global Surveyor della NASA, lanciata con successo il 7 novembre ed la Mars Pathfinder, che comprende un piccolo rover battezzato Sojourner, il cui lancio è previsto il 2 dicembre.


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