Sky & Telescope
Notiziario settimanale

23 maggio 1997

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Marte osservato dall'HST (38K jpg) Il Telescopio Spaziale Hubble della NASA ha ripreso Marte nel marzo scorso, quando il pianeta rosso si trovvava ad una distanza di 100 milioni di chilometri dalla Terra. La risoluzione al centro del disco planetario è di 22 km/pixel. L'immagine composita è formata da tre riprese nella luce rossa (6730 ångström), verde (5020) e blu (4100). Un'onda, o fronte, su scala planetaria si increspa intorno al polo nord. Il "residuo" della calotta estiva, composta di acqua ghiacciata, ha dimensioni pari ad un terzo di quella "stagionale" che si forma in inverno e che è composta essenzialmente da biossido di carbonio ghiacciato (ghiaccio secco) condensato sulla superficie. Cortesia Philip James, Todd Clancy, Steven Lee e NASA.

Marte visto da Hubble

Alla conferenza stampa del 20 maggio scorso sono state presentate nuove immagini dettagliate di Marte dall'Hubble Space Telescope. In marzo il pianeta si trovava all'afelio, il punto dell'orbita più lontano al Sole, e nella posizione di massimo avvicinamento alla Terra. Gli astronomi studieranno queste fotografie per preparare l'arrivo delle sonde Mars Pathfinder e Mars Global Surveyor, che raggiungeranno il pianeta rispettivamente in luglio e novembre.L'immagine di Hubble ci rivela che l'atmosfera è più nuvolosa e fredda che durante le missioni Viking del 1976. Non c'è bisogno del telescopio Hubble per avere il piacere di osservare Marte. Il pianeta è in prima fila per l'osservazione terrestre. Emana un bagliore rossastro, e si trova, partendo dall'orizzonte, a due terzi in direzione dello zenit nel cielo a sud-sud-ovest, superato solo da Arturo.


Nuove considerazioni sulla vita su Marte

Nel frattempo, sono state presentate nuove prove contrarie alla teoria sul meteorite marziano contenente microscopici fossili argomentata dal gruppo di ricercatori della NASA e della Stanford University. In una ricerca pubblicata nel numero del 15 maggio della rivista Nature, Edward R. D. Scott (University of Hawaii) e due colleghi che i pezzi di carbonato che contengono i fossili non furono creati da alcun ruscello in agitazione termica ma piuttosto durante un violentissimo impatto, circa quattro miliardi di anni fa. La collisione riscaldò i carbonati ad almeno 1.000° Celsius e li iniettò fusi in piccole crepe della roccia. Il gruppo di Scott non ha, peraltro, riscontrato la presenza di altri globuli di carbonati come quelli scoperti dal team NASA/Stanford. Potrebbe essere quindi, che alcune parti del meteorite ALH 84001 subirono le conseguenze dello shock a differenza di altre.


La Grande Mcchia Rossa di Giove (21K jpeg) Il Voyager 1 ottenne questa drammatica immagine della Grande Macchia Rossa di Giove e delle regioni circostanti il 25 febbraio 1979, quando si trovava ad una distanza di 9,2 milioni di chilometri dal pianeta. I dettagli visibili più minuti hanno una dimensione di 160 km. Da notare gli ovali bianchi di varie dimensioni; uno di questi sembra adesso in collisione con la Grande Macchia Rossa. Cortesia Jet Propulsion Laboratory e NASA.

L'osservazione di Giove

C'è un luogo nel sistema solare, e precisamente su Giove, dove è in corso un'interessante attività atmosferica., secondo quanto riferisce John Rogers della British Astronomical Association. Il 13 maggio, ha annunciato che un ovale bianco nella zona tropicale sud stava urtando contro la Grande Macchia Rossa ed iniziava a dare segni di alterazione. La richiesta di Rogers era di monitorare quello che lui stesso definiva un evento "senza precedenti". Se osserverai le nubi del pianeta, non dimenticare di cercare le mutue occultazioni ed eclissi dei quattro satelliti principali. Per avere indicazioni su questi eventi, consulta la pag. 78 del numero di giugno di Sky & Telescope.


Satelliti galileiani

Ogni sei anni, il piano orbitale dei satelliti galileiani di Giove attraversa l'eclittica, portando all'occultazione ed all'eclissamento reciproco delle quattro lune ed osservabile da Terra. Nella settimana entrante, saranno due gli eventi da osservare. Il 25 maggio alle 12:01 Tempo Universale, Europa attraverserà l'ombra di Io, un'eclisse parziale che durerà almeno 3 minuti ed abbasserà la magnitudine apparente di Europa di 1,4 magnitudini. Una replica si terrà il 29 maggio, con un più consistente abbassamento della luminosità di 1,8 magnitudini (entrambi gli eventi non saranno osservabili dall'Italia). Giove adesso sorge a tarda sera ed è ben visibile nel cielo a sud-est prima dell'alba. Un elenco completo di questi eventi si trova a pag. 78 del numero di giugno di Sky & Telescope.


Percorso della cometa Hale-Bopp (27K gif) Il percorso della cometa Hale-Bopp a metà del 1997. La posizione della cometa nel cielo è data all'ora 0 Tempo Universale per ciascuna data.

L'Hale-Bopp scivola via

Maggio si avvia alla sua fine, e con esso l'opportunitò per gli osservatori dell'emisfero settentrionale di osservare la cometa Hale-Bopp. Mentre la sua luminosità è ancoora prossima alla 2° magnitudine, giorno dopo giorno aumenta la difficoltà di osservarla nella luce del crepuscolo del cielo ad ovest-nord-ovest. Dalla primasettimana di giugno, tramonterà con il Sole. Ancora una volta, quello che l'emisfero settentrionale perde, quello meridionale guadagna. A seconda della latitudine sud a cui vi trovate, l'Hale-Bopp è ragionevolmente alta sopra l'orizzonte ad ovest dopo il crepuscolo.

Per maggiori informazioni, dai collaboratori di Sky & Telescope,, sulla cometa Hale-Bopp, visita la SKY Online Comet Page.


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