Sky & Telescope
Notiziario settimanale

26 giugno 1998

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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La sonda SOHO (71K GIF) Il Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) in una camera con atmosfera filtrata, prima del lancio, avvenuto il 2 dicembre 1995 a bordo di un razzo Atlas II. Cortesia European Space Agency (ESA).

Perso il contatto con SOHO

I fisici solari sono molto preoccupati da quando, la mattina del 25 giugno, è stato perso il contatto con SOHO, il Solar and Heliospheric Observatory. Nella sede dell'European Space Agency, che ha costruito la sonda, i tecnici della missione ritengono che si sia verificato un malfunzionamento nel sistema di controllo dell'assetto che deve averla fatta ruotare o spostare dalla giusta posizione. Senza i pannelli solari orientati correttamente verso il Sole probabilmente la sonda ha esaurito tutta l'energia disponibile spegnendosi nel giro di poche ore. Gli sforzi per ristabilire il contatto sono proseguiti utilizzando la sensibile antenne di 70 metri del Deep Space Network della NASA, per cercare segni di vita dalle elettroniche della sfortunata sonda. Lanciata alla fine del 1995, SOHO occupa un'orbita nel punto L1 di Lagrange, situato a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra in direzione del Sole. Gli studi alle lunghezze d'onda ultraviolette ed X del satellite hanno rivoluzionato le nostre conoscenze sulla corona solare e sulle regioni attive della nostra stella.


Geometria delloccultazione di Tritone (21K JPEG) Osservando come svaniva e tornava la luce di una stella del fondo del cielo durante una recente occultazione di Tritone, gli astronomi hanno determinato che l'atmosfera della luna è diventata più densa rispetto al 1989, anno in cui fu osservata dalla sonda Voyager 2. Cortesia James Elliott, MIT, Space Telescope Science Institute e NASA.

Riscaldamento globale di Tritone

Tritone, la luna più grande di Nettuno, è nel mezzo di un periodo decennale di "riscaldamento globale" dicono i ricercatori guidati da James L. Elliot (MIT). Nel numero del 25 giugno di Nature, il team di Elliot riferisce che, dal 1989, la temperatura di Tritone si è innalzata del 5 per cento passando da 37 a 39° Kelvin (-234° C). Le scoperte sono basate su osservazioni effettuate con il Telescopio Spaziale Hubble il 4 novembre scorso, quando Tritone ha occultato una stella di 10° magnitudine nel Sagittario (gruppi collaboratori alle Hawaii ed a bordo di un aereo della NASA hanno cercato di osservare l'evento ma senza successo). I dati ottenuti da Hubble indicano che la pressione nella tenue atmosfera di idrogeno è raddoppiata da quando il Voyager 2 osservò il satellite nel 1989. I team attribuisce la maggior densità dell'atmosfera al riscaldamento dell'azoto ghiacciato della sua superficie dovuto all'arrivo dell'estate nell'emisfero sud, che avviene solamente ogni pochi centinaia di anni.


Curva della velocità radiale (11K GIF) La velocità rispetto alla linea di vista di Gliese 876 varia con andamento periodico come se un pianeta la tirasse avanti ed indietro una volta ogni 60,7 giorni. Le osservazioni (segnate dai puntini) sono state effettuate all'Osservatorio Keck alle Hawaii ed all'Osservatorio Lick in California. Coartesia Geoffrey Marcy, Paul Butler e San Francisco State University.

Un nuovo pianeta extrasolare

Il 22 giugno gli astronomi riuniti nella Colombia Britannica hanno saputo che è stato scoperto un nuovo pianeta, o una stella nana bruna, intorno ad una nana rossa nella costellazione dell'Acquario. Geoffrey Marcy (San Francisco State University) ha annunciato che Gliese 876, una stella di tipo M4, ha un corpo di almeno 1,9 masse gioviane che le orbita intorno ogni 61 giorni. Il team di Marcy ha seguito la stella sin dal 1995 ma le osservazioni determinanti sono arrivate da una sessione con il telescopio Keck I a metà giugno e la scoperta è stata immediatamente confermata da un altro gruppo a caccia di pianeti guidato da Michel Mayor (Osservatorio di Ginevra). Il nuovo oggetto non è stato osservato direttamente ma la sua esistenza è stata dedotta analizzando le fluttuazioni periodiche del moto indotte nella stella. I pianeti extrasolari non sono più una novità ma Gliese 876 è degno di nota. Alla distanza di soli 15 anni luce, il suo sistema planetario è il più vicino conosciuto inoltre è una nana rossa, con una massa pari a circa 1/3 di quella solare. Si tratta del tipo di stella più comune della nostra galassia, è quindi plausibile pensare che i pianeti possano essere molto più comuni di quanto si pensi.

Su questa scoperta, le pagine Web che seguono offrono ulteriori informazioni:


NGC 4650A (13K JPEG) NGC 4650A nella costellazione del Centauro è una rara galassia con un "anello polare". L'immagine, realizzata con il Very Large Telescope è una composizione di diverse esposizioni effettuate nella luce blu, giallo-verde e rossa. Il campo è di 1,5 minuti d'arco con il nord verso sinistra in alto. Cortesia the European Southern Observatory.

Una freschissima immagine dal Very Large Telescope

Da diverse settimane nella fase della verifica iniziale, il primo riflettore di 8,2 metri del Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio Europeo del Sud, sta producendo un flusso sostenuto di immagini degne di attenzione. Situato sulla sommità del Cerro Paranal in Cile, l'Unit Telescope 1, o UT1, del VLT sta realizzando sistematicamente immagini con una risoluzione di 0,5 secondi d'arco e più. Quella rilasciata questa settimana presenta NGC 4650A nel Centauro. A circa 165 milioni di anni luce di distanza, questa galassia mostra due componenti distinte. Il nucleo, di forma lenticolare, sembra quello normale di una galassia di tipo S0 ("spirale senza bracci") ed è formato largamente da vecchie stelle rosse. A circondarlo, troviamo un anello di gas cosparso da stelle giovani e calde. La rara geometria polare dell'anello è quasi certamente un segno che NGC 4650A è il risultato della fusione di due galassie. Le misure spettrali dei moti dei gas nel nucleo e dell'anello lasciano ritenere che il complesso sistema sia mantenuto insieme dalla gravità di un vasto alone sferoidale di materia oscura. Gli astronomi cercheranno ora di capire da quale delle due galassie proviene questa massa invisibile o se proviene da tutte e due.


Alberi abbattuti dalla tempesta (86K JPEG) Quando un asteroide o una cometa esplose sul cielo di Tunguska, nella selvaggia regione della Siberia, vennero abbattuti gli alberi di una vasta area. Cortesia Accademia delle Scienze Russa.

Ricordando Tunguska

Mentre gli amanti del cinema fantastico attendono l'uscita dell'ultimo film sulle collisioni planetarie, questa settimana segna il 90° anniversario di un impatto tanto drammatico quanto reale. La mattina del 30 giugno 1908, una titanica esplosione decimo una porzione di una remota regione siberiana vicino al fiume Podkamennaya-Tunguska. L'esplosione rase al suolo 2.000 chilometri quadrati di foresta e l'onda d'urto seguente provocò onde sismiche avvertite sino a Londra. A tutt'oggi gli specialisti discutono se l'oggetto era un frammento di una cometa o un asteroide, con qualche punto in più a favore di quest'ultima ipotesi. In ogni caso, non misurava più di 100 metri di diametro, le dimensioni di un oggetto che statisticamente potrebbe colpire la Terra ogni 300 anni.


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