Sky & Telescope
Notiziario settimanale

28 agosto 1998

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Specchio del telescopio Subaru A sinistra: Lo specchio primario del telescopio giapponese Subaru misura 8,3 metri di diametro. Il riflettore verra alluminato dopo il raggiungimento della vetta del Mauna Kea, in questa fotografia quindi, ripresa poco dopo il suo completamento è possibile vedere, attraverso il sottile vetro, gli attuatori controllati dal computer che ne manterranno la superficie nella forma prevista. Cortesia Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone.

Completato lo specchio del Subaru

L'Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone (NAOJ) ha annunciato oggi il completamento dello specchio per il telescopio Subaru in costruzione sulla sommità dell'isola hawaiana di Mauna Kea. Il vetro di 8,3 metri di diametro dello spessore di 20 cm realizzato in materiale a bassissima espansione (ULE) è il più grande specchio monolitico per l'ottico-infrarosso del mondo, superando anche gli specchi di 8,2 metri del Very Large Telescope dell'European Southern Observatory (anche se una volta completato, il telescopio Subaru avrà un'apertura effettiva di 8,2 metri, uguale ad una delle quattro cosiddette Unità telescopiche). I test eseguiti sullo specchio del Subaru hanno rivelato che le imperfezioni della superficie non sono maggiori di 12 nanometri (12 milionesimi di millimetro), sia in altezza che in profondità. Lo specchio primario, del peso di 22,8 tonnellate, sarà mosso da Pittsburgh, in Pennsylvania, verso il Mauna Kea nelle prossime settimane ed arriverà alle Hawaii verso la fine di ottobre. La "prima luce" del Subaru è prevista per gennaio 1999. Per ulteriori dettagli ed immagini, visitate il
sito Web del NAOJ.


Ammassi galattici distanti A sinistra: Questi ammassi galattici, sconosciuti in precedenza, sono stati ripresi dal Telescopio Spaziale Hubble nel corso della Medium Deep Survey, il programma di esplorazione delle medie profondità del cosmo. A giudicare dalle luminosità e dai colori delle galassie, questi ammassi si trovano a diversi miliardi di anni luce di distanza nella costellazione della Vergine (a sinistra), di Andromeda (in alto a destra) e del Toro (in basso a destra). Per una versione dell'immagine più leggibile (88K GIF), cliccate qui. Cortesia K. Ratnatunga, R. Griffiths, Carnegie Mellon University, STScI e NASA.

Hubble rivela gli ammassi di galassie più lontani

Sulla scia dell'annuncio del 19 agosto, quando un astronomo dello Space Telescope Science Institute ha rivelato la scoperta di un ammasso galattico straordinariamente massivo e distante, un altro gruppo di astronomi ha scoperto delle associazioni ancora più lontane. Alcuni risultati della survey di Hubble dedicata a galassie lontane e durata sei anni, sono stati resi noti il 27 agosto. La cosiddetta Medium Deep Survey, guidata da Richard Griffiths (Carnegie Mellon University), ha portato alla scoperta di quasi 100 ammassi di galassie sconosciuti in precedenza. I ricercatori fanno notare che circa metà dei 20 ammassi più remoti della survey sembra che si trovino ad una distanza superiore a sette miliardi di anni luce. Le galassie quindi, si devono essere formate in tempi molto precedenti della loro storia. Le distanza e le masse degli ammassi devono ancora essere confermate dalle spettroscopie eseguite da terra ma se le distanze risulteranno essere sostanzialmente corrette, le nuove scoperte porteranno un ulterioriore supporto allo scenario che prevede un universo privo di massa sufficiente a fermare l'espansione che prosegue dal Big Bang.


Roccia marziana A sinistra: "Lucky 13" è il 13° meteorite scagliato dalla superficie del pianeta Marte ad essere scoperto. Potrebbe assomigliare ad una patata troppo cotta ma, grazie al suo pedigree extraterrestre, it's worth at least a million bucks! Cortesia Jutta Zipfel, Max Planck Institute di Chimica.

Un nuovo frammento da Marte

Arrivano nuovi dettagli sul meteorite di 2 chilogrammi trovato il 4 maggio nel deserto del Sahara. Secondo Jutta Zipfel (Max Planck Institute di Chimica), la forte erosione della pietra e la percentuale di isotopi di ossigeno confermano la provenienza dalla superficie di Marte. Per la Zipfel, la composizione nel suo insieme la avvicina alla classe delle meteoriti marziane chiamate shergottiti, che sono basalti eruttati sulla superficie del pianeta rosso circa 1,3 miliardi di anni fa.

Sono solo 13 i meteoriti la cui origine viene fatta risalire al pianeta Marte. Il raro pedigree di questa pietra di notevoli dimensioni, la porta ad avere un valore superiore al milione di dollari. Infatti, solo per ottenerne dai proprietari una quantità appena sufficiente per le analisi scientifiche, è stato necessario un delicato negoziato. Persino il luogo del ritrovamento resta un segreto ben custodito e, a dispetto dei quattro mesi passati "in cattività", deve essere ancora assegnata la denominazione ufficiale. (Per ora, gli appassionati di meteoriti l'hanno soprannominato "Lucky 13"). Per maggiori informazioni, leggete il comunicato stampa del Max Planck Institute.

Nel frattempo, un meteorite lunare è stato trovato nella stessa generica regione. Denominata Dar al Gani 400, la pietra è una fusione di fini granuli di frammenti rocciosi del peso di 1,425 kg. E' divenuto il 14° meteorite lunare ritrovato (altri due sono una coppia) ma solo tre di queste rocce lunari sono in mano ai privati e di queste, Dar al Gani 400 è il più grande.


La cometa Williams A sinistra: L'astrofotografo australiano Gordon Garradd ha realizzato questa immagine in falsi colori della cometa Williams la notte del 25 agosto utilizzando un riflettore di 45 cm ed una camera CCD AP7 con due esposizioni di 50 secondi. Il campo inquadrato misura 17 minuti d'arco. Da notare la debole coda di ioni diretta a sud-est (in basso a sinistra). © 1998 Gordon Garradd.

La cometa Williams nel profondo sud

Gli osservatori riferiscono che la cometa Williams (C/1998 P1) è leggermente aumentata di luminosità ed ora è approssimativamente di magnitudine 8 e continua a risalire verso nord attraverso il Centauro. Essenzialmente resta visibile alla sera solo per gli osservatori dell'emisfero australe. Ciononostante, se vi trovate a 20° di latitudine nord o meno, potreste riuscire ad osservarla immediatamente alla fine del crepuscolo, pochi gradi sopra l'orizzonte sud-ovest. Per una carta celeste con l'ubicazione della cometa, consultate la pagina Web di Dale Ireland. Secondo Charles Morris (Jet Propulsion Laboratory), dalla fine di novembre la cometa sarà di 10° e visibile da entrambi gli emisferi. Ecco le posizioni della cometa Williams per l'ora 0 Tempo Universale (coordinate riferite al 2000) per la prossima settimana:

Cometa C/1998 P1 A.R. Dec.
29 agosto 13h 52m -46.7°
31 agosto 13h 49m -45.3°
2 settembre 13h 47m -43.9°


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