Sky & Telescope
Notiziario settimanale

29 maggio 1998

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Un pianeta nel Toro? (30K JPEG) Se l'astronoma Susan Terebey ed i suoi colleghi avesse ragione, il piccolo puntino luminoso in basso a sinistra, proprio al termine del filamento visibile nell'immagine, sarebbe il primo pianeta extrasolare ad essere stato osservato direttamente. Sembra sia stato "lanciato" da TMR-1, il sistema binario al centro. Cortesia Susan Terebey, Extrasolar Research Corp., Space Telescope Science Institute e NASA.

C'è un pianeta nel Toro ?

Alla conferenza stampa del 28 maggio, gli scienziati hanno rivelato che, parole della NASA: "potrebbe trattarsi della scoperta più importante effettuata dall'Hubble Space Telescope: la prima immagine diretta di quello che potrebbe essere un pianeta esterno al Sistema Solare." Susan Terebey (Extrasolar Research Corporation) ed i suoi colleghi hanno osservato delle stelle neonate con la nuova camera NICMOS sensibile all'infrarosso, che può osservare all'interno degli inviluppi di polveri che solitamente avvolgono le nurseries stellari. Tra gli obiettivi degli scienziati c'era TMR-1, un giovane sistema binario nel Toro. Oltre a risolvere la coppia di TMR-1, le immagini della NICMOS ottenute dalla Terebey mostrano anche un filamento lungo 200 miliardi di chilometri con all'estremità una flebile sorgente luminosa di 18° magnitudine. Se questo oggetto fosse, come la presenza del filamento farebbe supporre, realmente associato a TMR-1 si troverebbe alla stessa distanza (450 anni luce) ed avrebbe la stessa età (da 100.000 ad 1 milione di anni). Secondo la Terebey, la luminosità. la distanza e l'età portano ad una valutazione della massa dell'oggetto substellare, ancora in fase di raffreddamento, pari a quella di 2 o 3 masse di Giove, sarebbe quindi un protopianeta che, in qualche modo, è stato espulso dalla coppia di stelle (pianeti di massa simile in orbita intorno a stelle assai più vecchie sono già stati scoperti ma sono troppo vicini alla stella perché sia possibile osservarli nel bagliore di quest'ultima). La Terebey afferma cautamente però che il suo gruppo non ha ancora analizzato seriamente una possibile alternativa all'ipotesi del protopianeta: TMR-1C potrebbe essere infatti una stella che non ha alcuna relazione con le altre due oppure potrebbe trattarsi di una nana bruna che, casualmente, si trova nella stessa direzione del filamento.


M4 dal VLT Cen A dal VLT A sinistra: (37K JPEG) A dispetto della posa di soli due minuti, in questa immagine composita sono visibili stelle deboli sino alla 24° magnitudine. La risoluzione angolare è di circa ½ secondi d'arco. A destra: (29K JPEG) L'immagine del centro galattico di Centaurus A ripresa dal VLT mostra tanti dettagli quanti quella dell'Hubble rilasciata due settimane fa (vedi notiziario di S&Tdel 15 maggio). Cortesia European Southern Observatory.

Il Very Large Telescope vede bene

Più di un decennio fa, all'European Southern Observatory nacque il grande progetto di costruire il Very Large Telescope: quattro giganteschi riflettori che, lavorando all'unisono, avrebbero raccolto tanta luce quanto un singolo strumento di 16 metri di diametro. Il VLT UT1, la "prima unità" dei telescopi del VLT, è stato completato ed ha visto la "prima luce" il 25 maggio, solo dopo otto giorni che il suo specchio primario di otto metri di diametro era stato alluminato in loco al Cerro Paranal nel Cile settentrionale. Tra gli obiettivi inaugurali del VLT UT1 c'erano la nebulosa planetaria bipolare NGC 6302, nota anche come la Farfalla; l'ammasso globulare Omega Centauri ed M4, oltre a Centaurus A, una vicina galassia il cui nucleo energetico è nascosto da un'enorme banda di polveri. Secondo i piani, il secondo, il terzo ed il quarto elemento del VLT dovrebbero diventare operativi rispettivamente nel 1999, 2000 e 2001.


Cratere marziano dal Viking Cratere marziano dall'MGS A sinistra: (23K JPEG) Questo mosaico di immagini del Viking Orbiter mostra un cratere marziano di 50 chilometri circa di diametro. Il riquadro bianco indica la posizione del primo piano a destra. A destra: (13K JPEG) Con la sua grande risoluzione angolare, il Mars Global Surveyor ha rivelato delle caratteristiche nelle pareti e nella base del cratere che sembrano provocate dal gocciolamento di un fluido, forse acqua. Cortesia Malin Space Science Systems.

Tracce di acqua su Marte

Venti anni fa, le immagini del Viking ci suggerirono che sulla superficie di Marte un tempo scorreva l'acqua ma mancavano le prove evidenti della presenza di bacini idrici. Una nuova immagine della sonda Mars Global Surveyor rivela un anomino cratere nell'emisfero meridionale potrebbe essere la prova che gli scienziati stavano aspettando. Il cratere presenta canalizzazioni che fanno supporre il passaggio di fluidi lungo le pareti del cratere come anche la presenza di quelle che potrebbero essere state penisole e baie al confine tra il fondo scuro del cratere, presumibilmente allagato, e le pareti più chiare. La conformazione del cratere potrebbe comunque essere stata data da lava fluida o da altri processi.


Ovali bianchi di Giove (24K JPEG) L'astrofotografo giapponese Isao Miyazaki ha effettuato queste riprese di Giove a sei mesi di distanza. In quella a sinistra, del dicembre scorso, due ovali bianchi (indicati dalla freccia) nella fascia temperata meridionale sembrano quasi toccarsi. Adesso, come possiamo vedere dall'immagine a destra, le due macchie sembra si siano unite formandone una sola. Cortesia the International Jupiter Watch.

Fusione di macchie su Giove

Sembra che nella sua atmosfera Giove abbia una macchia bianca di meno. Due ovali bianchi che apparvero tra le nubi più di 60 anni fa, apparentemente si sono unite. Gli ovali BC e DE hanno formato quello che viene ora chiamato l'ovale BE. David J. Lehman, Acting Coordinator della Jupiter Section of the Association of Lunar and Planetary Observers (ALPO) (Sezione Giove dell'Associazione degli osservatori lunari e planetari), invita gli osservatori a registrare i tempi di transito del meridiano da parte dell'ovale. L'esame dell'immagine ripresa da Miyazaki il 13 maggio indica che si trova approssimativamente tra 280 e 310 gradi del II sistema longitudinale.


Supernova 1998bu (22K JPEG) Messier 96, nota anche come NGC 3368, è una galassia a spirale di 9° magnitudine nella costellazione del Leone. Questa immagine del gruppo supernovae presso l'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics mostra la Supernova 1998bu (indicata dalla freccia), facilmente osservabile anche con telescopi amatoriali. Il campo inquadrato è di 5 minuti d'arco, il nord in alto e l'est a sinistra. Se avete il Millennium Star Atlas, troverete M96 sulla cartina 730.

Supernova in M96

Per gli osservatori, la supernova 1998bu nella galassia a spirale M96 nel Leone, è ancora di 12° magnitudine, alla portata quindi dei telescopi amatoriali. La stella esplosa si trova a meno di un minuto d'arco dal centro della galassia. Il Leone è favorevolmente situato ben alto a sud-ovest dopo il tramonto.


Cometa Stonehouse Cartina A sinistra: (30K JPEG) Immagine dell'astrofotografo australiano Gordon Garradd della cometa Stonehouse realizzata il 27 aprile 1998, con un riflettore di 25 centimetri f/4.1 e camera CCD Hi-SIS 22. In questa esposizione di 8 minuti d'arco di estensione il nord è in alto. © 1998 Gordon Garradd, autorizzazione concessa. A destra: (33K GIF) Cartina per la ricerca della cometa Stonehouse. Cortesia Dale Ireland.

Cometa Stonehouse

La cometa Stonehouse (1998 H1) si è leggermente affievolita, per gli osservatori ha raggiunto la 12° magnitudine. dimmed somewhat, with observers reporting it at 12th magnitude. Per gli osservatori dell'emisfero settentrionale si trova in posizione favorevole ed alle medie latitudini dritta sopra la testa poco dopo il tramonto, poco al di sotto della barra del Carro Grande. Ecco le posizioni della cometa Stonehouse alle ore 0 Tempo Universale, coordinate riferite al 2000:

Cometa Stonehouse
DataA.R.Dec.
30 maggio12h 44m+48.7°
1 giugno12h 40m+49.1°
3 giugno12h 35m+49.4°


Comet SOHO Finder Chart A sinistra: (20K JPEG) La cometa SOHO è visibile, in questa immagine della corona solare ripresa dalla sonda SOHO, in alto a destra. Cortesia consorzio SOHO/LASCO. SOHO è un progetto di una cooperazione internazionale tra l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e la NASA. A destra: (22K GIF) Cartina per la ricerca della cometa SOHO. Cortesia Dale Ireland.

Cometa SOHO

La cometa SOHO (1998 J1), visibile solo dall'emisfero australe. è ancora visibile nel cielo serale ad occhio nudo anche se presto scemerà oltre la 6° magnitudine. L'astro sta attraversando il Cane Maggiore e passerà a due gradi da Sirio il 2 giugno. Ecco le coordinate, riferite al 2000, per la prossima settimana:

Cometa SOHO
DataA.R.Dec.
30 maggio6h 18m-12.7°
1 giugno6h 29m-15.5°
3 giugno6h 39m-18.1°


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