Il Notiziario di
Sky & Telescope

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Venerdi 28 aprile

A sinistra: La National Science Foundation ha finanziato con 150.000 dollari l'International Dark-Sky Association. Per maggiori informazioni sull'inquinamento luminoso cliccate qui.

Il governo americano finanzia la lotta all'inquinamento luminoso

Per il suo undecennale, l'International Dark-Sky Association (IDA) ha ricevuto ieri il congruo finanziamento di 150.000 dollari dalla National Science Foundation. La notizia è stata divulgata dall'IDA al suo meeting annuale in corso a Tucson, in Arizona. Normalmente l'organizzazione raccoglie annualmente quote e donazioni dai suoi soci, persone singole o società, provenienti dai 50 stati dell'unione e da 70 paesi esteri. I proventi verranno utilizzati per costituire una fondazione che finanzi l'organizzazione affinché possa espandersi ulteriormente e sviluppare programmi per la diffusione della presa di coscienza del problema e dell'impatto su estetica, sicurezza e finanze dell'inquinamento luminoso. Obiettivo primario dell'IDA è quello di preservare il buio del cielo, sia per gli astronomi che per gli astrofili.


Venerdi 28 aprile

A sinistra: Questa settimana lo Space Telescope Science Institute ha lanciato il suo nuovo progetto online: Hubblesite. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

L'HST celebra 10 anni di scoperte

In questa settimana di 10 anni fa, l'Hubble Space Telescope veniva messo in orbita per la quindicennale missione dedita alle scoperte astronomiche. Per celebrare questo passaggio importante, lo Space Telescope Science Institute ha lanciato l'Hubblesite, un'esplorazione basata sul Web delle scoperte di Hubble.

Tra i capolavori di Hubble citiamo: l'immagine più profonda dell'universo nella luce visibile; gli sguardi ai buchi neri supermassivi, le immagini delle nascite stellari e dei sistemi planetari in formazione intorno ad altre stelle, le riprese dei gusci dall'aspetto misterioso formati dai gas iridescenti espulsi da stelle morenti simili al Sole, le potenti esplosioni prodotte dall'impatto di una cometa sulle nubi superiori dell'atmosfera di Giove, la superficie del freddo e lontano Plutone e delle galassie ai confini dello spazio e del tempo.

I visitatori potranno anche suggerire dove puntare Hubble. Il team dell'Hubble Heritage li invita a suggerire le possibili future osservazioni presso il sito Web sino al 6 giugno. Gli obiettivi selezionati verranno osservati in agosto e le immagini a colori dovrebbero essere rilasciate in ottobre.


Giovedi 27 aprile

A sinistra: Nel dicembre 1998, per 10 giorni questo pallone di un milione di metri cubi ha trasportato i 1.400 chili del telescopio BOOMERanG a 35 km di altezza sopra i ghiacci dell'Antartico. A destra: Questa immagine in falsi colori del BOOMERanG mostra le macchie "calde" e "fredde" della radiazione cosmica di fondo in una regione del cielo australe di 30°. Le dimensioni delle macchie concordano con le quelle previste dalla teoria dell'inflazione per l'origine dell'universo. Si ringrazia il Team BOOMERanG. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Nuove conferme dell'universo piatto

La validità della Teoria dell'inflazione sull'origine dell'universo, ha subito ieri una forte impennata, quando gli astronomi hanno descritto le nuove scoperte del BOOMERanG, un telescopio montato su un pallone che ha mappato il cielo nelle microonde mentre circumnavigava l'Antartide. In una conferenza stampa tenutasi al quartier generale della NASA a Washington, D.C., Andrew Lange (Caltech) e Paolo de Bernardis (Università La Sapienza di Roma) hanno reso pubblica la mappa del BOOMERanG di una frazione di cielo australe nelle microonde. La mappa presenta minuscole variazioni, misurabili in centesimi, della luminosità (e quindi della temperatura) del fondo a microonde che pervade tutto il cielo. Simili variazioni erano già state rilevate dal satellite COBE all'inizio degli anni '90 ma, essendo quest'ultimo piuttosto miope, non era stato in grado di risolvere macchie più piccole di 7°, ovvero delle dimensioni del Carro dell'Orsa Maggiore. Per contro, il BOOMERanG, ha realizzato mappe che presentano dettagli piccoli quanto 1/6 di grado, ovvero 1/3 del diametro della Luna piena.

Perché tanta attenzione sulle microonde cosmiche? La radiazione di fondo a microonde è formata da fotoni (particelle della radiazione elettromagnetica) originatesi nel caldo ed uniforme universo che emerse dal Big Bang. Da allora hanno viaggiato essenzialmente in tutte le direzioni dell'universo visibile. Mediamente, questi fotoni hanno una temperatura di 2,7° sopra lo zero assoluto ma in alcune parti del cielo a microonde sono leggermente più calde e luminose che in altre, provengono quindi da "grumi" presenti nel "brodo primordiale". Questi grumi si formarono a causa delle onde d'urto che attraversarono il denso plasma che riempiva l'universo primordiale, comprimendone alcune parti ed assottigliandone altre. Quando l'universo, raffreddatosi rapidamente, ebbe un'età di circa 300.000 anni, si formarono gli atomi ed il "brodo" divenne trasparente. Le onde cessarono ma le loro creste e gli avallamenti rimasero impressi in quella radiazione a microonde che oggi possiamo osservare.

Come conseguenza, le irregolarità della radiazione di fondo a microonde possono rivelare aspetti cosmologici di fondamentale importanza. "La presenza di massa ed energia curva lo spazio" dice de Barnardis, e se lo spazio è curvo "l'universo si comporta come una lente d'ingrandimento cambiando le dimensioni apparenti delle alterazioni nel cielo a microonde". Altri esperimenti recenti fanno pensare che lo spazio sia piatto, come prevede la Teoria dell'inflazione secondo la quale l'universo si espanse in modo esponenziale nella sua infanzia partendo da una regione subatomica (per ulteriori dettagli vedi "The Race to Map the Microwave Background" nel numero del settembre 1999 di Sky & Telescope). Secondo il cosmologo dell'Università di Chicago Michael Turner, il BOOMERanG conferma l'ipotesi dell'universo piatto con una precisione ineguagliata.

Se lo spazio è davvero piatto, l'universo contiene la cosiddetta "densità critica" di materia ed energia. Altri studi ipotizzano che la materia barionica ordinaria (costituita niente altro che da protoni, neutroni ed elettroni) ne costituirebbe solo il 5 per cento e che persino la materia oscura "non barionica", che tiene insieme gli ammassi di galassie, non potrebbe costituire più di 1/3 della densità critica. Il resto deve pertanto essere formato da altri "ingredienti" misteriosi come la costante cosmologica, che accelererebbe l'espansione dello spazio, anziché rallentarla. Per un'intrigante coincidenza, l'accelerazione dell'espansione è esattamente quella emersa negli ultimi anni dallo studio delle esplosioni di supernovae di tipo Ia, avvenute a miliardi di anni luce di distanza.


Mercoledi 26 aprile

A sinistra: Immagini delle tre lune più interne di Giove viste dalla sonda Galileo in gennaio. Da sinistra a destra, in dimensioni relative, vediamo Tebe, Amaltea e Metis. I crateri su Tebe ed Amaltea misurano circa 40 km di diametro. Si ringraziano NASA/JPL/Caltech. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Le minilune di Giove

I ricercatori impegnati con la sonda Galileo, in orbita intorno a Giove, sono occupati da temp. La missione si è prolungata infatti ben oltre la durata prevista ed attualmente si trova alla sua seconda proroga. L'orbita attuale della Galileo si è inoltrata ben all'interno della magnetosfera di Giove, laddove l'intensa radiazione può disturbarne i comandi ed aumentare i rischi di guasto dei componenti. I controllori di volo hanno accettato questo rischio per poter raccogliere da vicino le informazioni e per scattare fotografie della luna Io, vulcanicamente attiva. Mentre era nelle vicinanze, le macchine da ripresa della Galileo sono state puntate anche verso altri piccoli satelliti più interni. Le ultime immagini, sono state rilasciate questa settimana dal Jet Propulsion Laboratory.

Sono riprese da nuove angolazioni di Tebe, Amaltea e Metis. L'oblunga Amaltea è la piè grande delle tre, misurando 250 km di lunghezza (una quarta luna interna, Adrastea, non è stata ripresa). Le riprese effettuate alla fine dello scorso anno mostrano delle macchie più chiare sulla superficie, queste caratteristiche potrebbero essere il bordo chiaro di un cratere o ciò che resta di un impatto recente. Sia Amaltea che Tebe sono segnate da crateri da impatto di 40 km di diametro.


Giovedi 20 aprile

A sinistra: I prototipi delle sette parabole del nuovo gigantesco One Hectare Telescope. E' possibile che centinaia, o migliaia, di parabole come queste verranno collegate con la tecnica interferometrica per realizzare uno dei più grandi radiotelescopi del mondo. Si ringrazia Seth Shostak/SETI Institute. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Svelato il prototipo del Giant SETI Scope

I direttori del SETI Institute ed i radioastronomi dell'Università della California, a Berkeley, hanno svelato il primo, e modesto, inizio di quesllo che potrebbe diventare uno dei radiotelescopi più potenti del mondo. In un parco a circa 20 km dal campus di Berkeley, il cosiddetto Rapid Prototyping Array servirà come base di partenza per i test del progetto del rivoluzionario One Hectare Telescope (1hT). L'1hT prende il nome dall'area di raccolta dei segnali prevista che è di 1 ettaro, una superficie pari ad un quadrato di 100 metri di lato.

Le sette parabole del prototipo tracceranno una nuova via per il collegamento di centinaia o forse migliaia di piccole parabole. La configurazione definitiva verrà collegata con le avanzate tecniche dell'interferometria, il cui sviluppo rappresenta la sfida più difficile, per la realizzazione un unico strumento, con un'apertura singola e vastissima, che possa osservare dozzine di oggetti celesti simultaneamente a milioni di frequenze.

L'1hT è stato progettato per portare avanti la più grande ricerca mai effettuata di segnali radio artificiali provenienti da altre civiltà ed anche per l'astronomia convenzionale, come il monitoraggio delle pulsar o lo studio della formazione stellare dalle nebulose. "L'1hT è una nuova via fondamentale per la costruzione dei radiotelescopi" ha dichiarato Jill Tarter, direttore delle ricerche del SETI. Con una spesa del progetto prevista in circa 25 milioni di dollari, dovrebbe avere un costo pari ad un terzo di quello dei radiotelescopi convenzionali come quello in via di completamento a Green Bank, nel West Virginia, un'unica enorme struttura d'acciao che si innalza sulla campagna circostante. L'1hT è finanziato da privati, per la maggior parte magnati delle industrie ad alta tecnologia.

Un secondo prototipo, più grande, è previsto per il 2002. L'1hT verrà costruito all'Hat Creek Observatory di Berkeley, nella California settentrionale, e dovrebbe iniziare l'attività nel 2005. I radioastronomi sperano che, come conseguenza, si arrivi allo sviluppo del proposto Square Kilometer Array, una rete di antenne con un'area di raccolta 100 volte più grande.

Altri dettagli si trovano nel comunicato stampa del SETI Institute.


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