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Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Giovedi 22 giugno

A sinistra: Il telescopio Schmidt Oschin di 120 cm dell'Osservatorio Palomar Si ringraziano R. Danner ed D. Hogg. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Aggiornato a Palomar lo Schmidt di 120 cm

Gli astronomi che si dedicano alla ricerca di asteroidi stanno per aggiungere delle high-tech capability al venerable telescopio Schmidt Oschin di Monte Palomar in California. Il primo passo è stato compiuto il 9-10 giugno quando una camera CCD di 4.096x4.096 pixel ha registrato la prima immagine elettronica mai ripresa da quel telescopio in 51 anni di storia. Più avanti Eleanor Helin, Steven Pravdo ed il loro team del Near-Earth Asteroid Tracking (NEAT) utilizzeranno da 300 a 500 mila dollari di fondi messi a disposizione dalla NASA per computerizzare il sistema di puntamento del telescopio che, al momento, deve essere controllato da un operatore. In seguito, potranno intraprendere la caccia agli asteroidi in avvicinamento alla Terra ed alle comede deboli. Il singolo CCD copre un'area di cielo di 1,1° per lato, solo una piccola frazione del campo inquadrato dal telescopio che è di 6,6° per 6,6° ma il team del NEAT spera di collaborare con gli astronomi di Yale per ricoprire il piano focale dello strumento con una rete di pià di 100 CCD in circa due anni.

Subito dopo l'entrata in servizio, avvenuta nel 1949, lo Schmidt iniziò a fotografare 3/4 della sfera celeste settentrionale per l'ambiziosa Sky Survey congiunta National Geographic-Palomar Observatory. The feat venne ripetuto, utilizzando emulsioni a grana più fine a partire dalla metà degli anni '80. Con l'ultimo progetto praticamente completato, la Helin ed i supoi colleghi sperano che gli aggiornamenti elettronici e meccanici faranno dell'Oschin Schmidt uno scopritore prolifico di asteroidi che transitano in prossimità del nostro pianeta. Secondo Pravdo, il nuovo sistema e l'apertura di 1,2 metri di diametro sarà in grado di rilevare oggetti con moti lenti sino alla magnitudine 21, rispetto alla 19,5 dell'installazione già esistente del NEAT sull'isola di Maui.


Giovedi 22 giugno

A sinistra: Ogni estate, per la annual convention, Stellafane attira circa 2.000 costruttori di telescopi ed altri appassionati di astronomia a Springfield, nel Vermont. I cieli scuri di questa zona sono a rischio per il proposito di costruire una prigione a poche miglia di distanza. Fotografia di Rick Fienberg di Sky & Telescope. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Stellafane a rischio

I cieli bui dell'osservatorio di Stellafane, designato monumento storico nazionale nel 1989, che hanno portato per oltre 75 anni i pionieri della costruzione di telescopi su flock Breezy Hill a Springfield, nel Vermont, sono in pericolo. Il governo dello stato è interessato alla costruzione di una prigione a 3 miglia da Stellafane, luogo della convention annuale di astrofili che attira oltre 2.000 persone. Per questa sera è prevista un'assemblea pubblica per sentire le ragioni di entrambe le parti. Il destino della prigione verrà comunque deciso da un referendum cittadino che si terrà il 29 giugno. I legali di Stellafane sperano di bloccare la costruzione dell'edificio fuorilegge ma, se così non fosse, assicurano che verranno utilizzate solo lampade speciali a basso inquinamento luminoso. Ulteriori informazioni le trovate alla Stellafane Home Page.


Giovedi 17 giugno

A sinistra: Le osservazioni nell'infrarosso della cometa Hale-Bopp hanno permesso agli astronomi di misurarne la produzione di monossido di carbonio e di sostenere così la provenienza dalla Nube di Oort. Fotografia di Dennis di Cicco per Sky & Telescope. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Altri indizi sull'origine della Hale-Bopp

Si pensa che nel nostro sistema solare, le comete abbiano due luoghi di origine: la Cintura di Kuiper, una regione poco più distante di Nettuno, o dalla Nube di Oort, che potrebbe estendersi sino ad un anno luce di distanza dal Sole. Ironia della sorte, le comete del secondo, e più vasto, serbatoio si formarono prima all'interno del regno dei pianeti giganti e più vicino della regione in cui naque la Cintura di Kuiper, prima di essere sbalzate fuori dalle perturbazioni gravitazionali dei pianeti giganti. Poco dopo la scoperta della cometa Hale-Bopp (C/1995 O1), gli astronomi pensarono provenisse dalla Nube di Oort, per via dell'orbita molto inclinata. Questa ipotesi venne posta in discussione nel 1997 quando le osservazioni dal satellite per l'ultravioletto fallirono il tentativo di trovare qualsiasi traccia di neon. Una seconda obiezione è è apparsa ora sulla rivista Nature del 17 giugno. Michael A. DiSanti (Catholic University of America) e diversi colleghi vi descrivono le osservazioni nel vicino infrarosso dei vapori di monossido di carbonio (CO) della cometa. Gli scienziati hanno stabilito che ogni otto molecole d'acqua dal nucleo è stato rilasciato quasi un radicale CO, nel periodo in cui, nel 1997, era più vicino al Sole. Un valore che differisce dal rapporto CO/H2O delle nubi molecolari protostellari, scrivono gli scienziati, il che farebbe pensare all'azione di qualche reazione termica.


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