Sky & Telescope Notiziario settimanale 30 maggio 1997 Edizione italiana a cura di Mario Farina | ® La rivista indispensabile di astronomia |
(15K jpg) L'immagine composita, un'esposizione multipla registrata dal satellite Polar il 31 dicembre 1996, ci presenta una nube di molecole d'acqua ionizzate diretta sulla Terra e proveniente dallo spazio. Ciascun fotogramma ha richiesto un'esposizione di circa 6 secondi. Si pensa che l'origine dell'acqua sia una "minicometa" composta da 30 o 40 tonnellate di ghiaccio puro. Cortesia Louis A. Frank ed University of Iowa.
(24K jpg) Un'altra immagine composita dal Polar mostra la disintegrazione di una minicometa nel momento dell'impatto con l'atmosfera terrestre il 26 settembre 1996. L'oggetto ha le dimensioni iniziali di una piccola casa e si disgrega nel corso della discesa, da 24.000 km a 8.000 km. Cortesia Louis A. Frank ed University of Iowa.
Le nuove immagini del Polar però, hanno convinto molti scettici della prima ora. Frank ritiene che questi oggetti abbiano una massa tra 20 e 40 tonnellate e siano formati da ghiaccio puro. Iniziano a disgregarsi nell'alta atmosfera ad almeno 10.000 chilometri di quota e l'acqua che contengono provocherebbe i "buchi" nella ionosfera rilevati dagli strumenti del Polar stesso. Le comete cadrebbero ad un tasso di circa 30 al minuto. Se questo valore durasse da milioni di anni, avrebbero contribuito all'apporto di buona parte dell'acqua terrestre ed ad una parte consistente degli elementi organici.
Per ulteriori informazioni ed immagini consultate il sito web di Louis Frank presso il Dipartimento di Fisica della University of Iowa.
(41K jpeg) Immagine di Europa, uno dei satelliti principali di Giove, trasmessa dalla sonda Galileo nel settembre 1996.
I geologi planetari non hanno ancora compreso perché la superficie del satellite, coperto di ghiaccio e leggermente più piccolo della Luna, sia attraversata da una fitta rete di fratture superficiali. Cortesia Jet Propulsion Laboratory e NASA.
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Immagine di Callisto, un altro dei satelliti principali di Giove, inviata da una delle sonde Voyager nel 1981. Cortesia Jet Propulsion Laboratory e NASA.
Adesso, il team della Galileo ha elaborato i dati e "pesato" Callisto ed Europa. In una serie di relazioni presentate nel corso del meeting, svoltosi la settimana scorsa, dell'American Geophysical Union e pubblicate anche su Science e Nature, i ricercatori riferiscono che Callisto sembra essere estremamente omogeneo in tutto (indifferenziato) e non avrebbe un campo magnetico proprio. Europa invece è il contrario. Secondo il Galileo gravity team, guidato da John D. Anderson (Jet Propulsion Laboratory), nelle profondità di Europa troviamo un miscuglio di rocce e ferro o un sottile strato di roccia che ricopre un nucleo di ferro. La luna ha uno strato esterno, spesso da 100 a 200 chilometri, formato da ghiaccio o acqua e ghiaccio. Questa differenziazione, aggiungerebbe un'altra prova alla presunta presenza di un oceano di acqua sotto la superficie. Questo satellite, dalle dimensioni simili a quelle della nostra Luna, ha anche un debole campo magnetico, come riferisce Margaret Kivelson (University of California, Los Angeles) ed il suo team che si occupa del magnetometro, anche se ha un'intensità pari a solo una frazione di quello di Ganimede. Il campo di Europa non sembrerebbe essere allineato all'asse di rotazione ma inclinato lateralmente di 45°.
Per maggiori informazioni visitate il Galileo Project Web site presso il Jet Propulsion Laboratory.
Oppure consultate l'home page di Astro-link sulla Missione Galileo (in italiano).
(27K gif) Il percorso della cometa Hale-Bopp a metà del 1997. La posizione della cometa nel cielo è data all'ora 0 Tempo Universale per ciascuna data.
Per maggiori informazioni, dai collaboratori di Sky & Telescope,, sulla cometa Hale-Bopp, visita la SKY Online Comet Page.
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