Il Notiziario di
Sky & Telescope

Edizione italiana a cura di Mario Farina

Logo S&T
La rivista indispensabile di astronomia

Mercoledi 30 agosto

In alto: L'orbita del nuovo asteroide 2000 QW7 lo porterà a 4,8 milioni di chilometri dalla Terra ed alla portata dei telescopi amatoriali. Schema realizzato con il generatore di orbite da Ron Baalke (Jet Propulsion Laboratory). Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Un luminoso asteroide Near-Earth

Gli astrofili dotati di un telescopio di medie dimensioni questa settimana avranno buone possibilità di osservare un nuovo asteroide appena scoperto quando, questa settimana, passerà vicino alla Terra. Il nuovo oggetto, designato 2000 QW7, è stato scoperto il 26 agosto con un telescopio di 1,2 metri sulla sommità dell'Haleakala a Maui, Hawaii. Il telescopio, è guidato da Eleanor F. Helin (Jet Propulsion Laboratory) e colleghi per scovare questi oggetti che intersecano l'orbita terrestre attraverso una collaborazione con il team del Near Earth Asteroid Tracking ed il Maui Space Surveillance Site.

Di magnitudine 13,6 circa quando venne avvistato per la prima volta, l'asteoroide presto si portò alla magnitudine 12,7. Anche se sta già diminuendo, nei prossimi giorni si avvicinerà alla Terra portandosi alla distanza minima di 0,032 unità astronomche (circa 12 volte la distanza Terra-Luna). Chiunque sia in possesso di un telescopio di 20 cm o più ed abbia la possibilità di compiere osservazioni in luoghi bui, non dovrebbe aver problemi a trovarlo visualmente mentre, in questo periodo, passa dall'Acquario alla Balena passando per i Pesci. I telescopi equipaggiati con piccoli CCD potranno anche tracciare il percorso di 2000 QW7 (per trovarlo consultate le effemeridi dettagliate qui.)

Steve Pravdo, manager del progetto NEAT, per primo notò l'insolita luminosità dell'asteroide quando vide le immagini raccolte la notte del 25-26 agosto. Subito riferì dell'oggetto al Minor Planet Center dell'IAU e successive osservazioni dall'Europa ne confermarono la strana orbita e nelle successive 30 ore arrivarono un totale di 115 precise misure astrometriche da 10 osservatori di tutto il mondo (tra cui sette ottenute da Roger Sinnott di Sky & Telescope).

Secondo Gareth Williams, che ha calcolato l'orbita preliminare all'MPC, l'asteroide 2000 QW7 si sposta ad una distanza media di 292 milioni di chilometri dal Sole (1,95 u.a.) con orbita piuttosto eccentrica di 2,7 anni inclinata di 4° rispetto all'eclittica. E' classificato come oggetto di tipo Amor, che varia da poco esternamente all'orbita terrestre sino alla fascia principale degli asteroidi (grossomodo a metà strada tra Marte e Giove). Al momento, questo vagabondo interplanetario non rappresenta un pericolo per la Terra, una nota positiva considerato che dalla sua luminosità si è stimato che abbia un diametro di circa 800 metri.


Mercoledi 30 agosto

In alto: Con un diametro di 3.130 chilometri, Europa è un poco più piccola della Luna. Gli scienziati ritengono che questo satellite di Giove abbia un esterno dominato dall'acqua e sospettano, "non avendo le prove", che non molto al di sotto della sottile crosta ghiacciata si trovi un oceano. Cortesia NASA/JPL. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

L'oceano di Europa

Quando la sonda Galileo il 3 gennaio scorso sfiorò il satellite Europa, effettuò un'accurata registrazione del campo magnetico che lo circonda. Ora gli studiosi hanno usato questi dati per meglio dimostrare che non lontano dall'esterno ghiacciato del satellite si trova un oceano. Precedenti passaggi ravvicinati avevano mostrato che Europa crea una consistente perturbazione nel campo magnetico di Giove, nel quale è costantemente immersa. I ricercatori ritengono che siano due le probabili cause: la luna stessa potrebbe essere intrinsecamente magnetica, come la vicina Ganimede, o più probabilmente il potente campo di Giove induce una controparte più debole in uno strato conduttivo, un oceano, da qualche parte su Europa.

Il flyby di gennaio è la chiave per decidere tra queste due possibilità. I passaggi ravvicinati precedenti erano avvenuti sulla regione equatoriale di Europa o sull'emisfero settentrionale, nei momenti in cui il campo di Giove era diretto lontano dal pianeta. Il flyby di gennaio è stato preparato per inviare la Galileo sopra l'emisfero meridionale ad una distanza di appena 373 chilometri nel momento in cui il campo della magnetosfera era diretto verso l'interno. Le nuove misurazioni hanno provato che il campo di Europa ha cambiato direzione per seguire Giove, indicando la presenza di un campo indotto.

"Il modello del campo indotto richiede la presenza di un guscio che ha i percorsi delle correnti chiusi affinché queste possano fluire dall'equatore ai poli su gran parte di esso", ha spiegato Margaret Kivelson (University of California, Los Angeles), che guida il team responsabile del magnetometro. Inoltre, fa notare, lo strato conduttivo più probabilmente è un liquido piuttosto che una sorta di fanghiglia. In ogni caso, questa emozionante prova della presenza di un oceano sotto la superficie va considerata indiretta. Una risposta definitiva potrebbe richiedere un orbiter dedicato ad Europa, una missione che al momento è al vaglio della NASA. La Kivelson ed il suo team hanno presentato le loro scoperte nel numero del 25 agosto di Science.


Venerdi 25 agosto

In alto: Il nuovo Green Bank Telescope (GBT) con i suoi 148 metri di altezza si staglia sopra le campagne del West Virginia. Si ringraziano NRAO/AUI. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Ecco il nuovo telescopio di Green Bank

La radioastronomia sta per ottenere un nuovo potente strumento. La più grande parabola girevole del mondo adesso si trova nel West Virginia ed inizierà le regolari osservazioni all'inizio del 2001. Con un'apertura senza ostruzioni di 100 per 110 metri, il Green Bank Telescope (GBT) da 75 milioni di dollari è alto 148 metri ed ha una superficie riflettente di quasi due acri composta da 2.004 pannelli di alluminio. A dispetto delle dimensioni, il telescopio avrà una precisione della superficie di 0,25 mm grazie ad un sistema a retroazione che regolerà i pannelli compensando le minime flessioni strutturali del disco. Una superficie così precisa permetterà osservazioni dino ad 80 gigahertz ed una accuratezza di 1 secondo d'arco.

"La caratteristica principale di questo telescopio potrebbe essere la sua apertura senza ostruzioni" ha detto Lloyd Higgs (Dominion Radio Astrophysical Observatory), "questa permetterà misurazioni molto precise delle linee spettrali tra cui quella dell'idrogeno atomico a 21 centimetri".

Il GBT è un profondo rinnovamento del vecchio telescopio di Green Bank di 91 m che collassò nel novembre 1988.


Giovedi 24 agosto

In alto: Questa immagine in falsi colori nel vicino infrarosso della Nebulosa di Orione rivela la presenza di dozzine di stelle nane brune che circondano il Trapezio (le stelle più luminose vicino al centro del campo). La ripresa è stata effettuata il 17 gennaio 1998. Si ringraziano la NASA, K. L. Luhman (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics) ed altri. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Hubble osserva le nane brune

Nel marzo scorso, Philip Lucas (Università dell'Hertfordshire) e Patrick Roche (Università di Oxford) riferirono di come utilizzarono lo United Kingdom Infrared Telescope (UKIRT) alle Hawaii per sondare la Grande Nebulosa di Orione con la nuova telecamera per l'infrarosso. Scoprirono più di 500 deboli stelle sparpagliate nel campo inquadrato e la maggior parte erano nane brune, stelle con una massa inferiore all'otto per cento di quella solare (circa 80 volte quella di Giove). Oggetti ancora più piccoli presenti nel campo si ritiene siano pianeti vaganti (vedi il numero di luglio di Sky & Telescope, a pagina 18). L'Hubble Space Telescope ha volto il suo sguardo verso il centro della Nebulosa di Orione e l'immagine infrarossa ottenuta dello sciame substellare è stata rilasciata oggi.

La release dell'HST è stata accompagnata dall'annuncio che gli astronomi hanno utilizzato la Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer di Hubble per scrutare un altro giovane ammasso stellare e scoprire un altro notevole ammasso di nane brune. Joan Najita e Glenn Tiede (National Optical Astronomy Observatories) insieme a John Carr (Naval Research Laboratory) hanno esaminato IC 348, un complesso di stelle e nebulosità di settima magnitudine in Perseo (vicino ad Omicron Persei). Lo spettro del NICMOS ha permesso di valutare l'ammasso e trovare le stelle più fredde, 30 delle quali sono nane brune. Per maggiori informazioni, leggete il comunicato stampa; online. I loro risultati appariranno in ottobre su Astrophysical Journal.


Mercoledi 23 agosto

In alto: Il 14 luglio, proprio due settimane prima che la cometa LINEAR si autodistruggesse, la sua chioma emetteva raggi X. In questa esposizione di 2,5 ore del Chandra X-ray Observatory, in bianco e giallo sono indicate le regioni di maggior intensità. Cortesia Carey Lisse e NASA/SAO/CXC/STScI. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

La cometa LINEAR ai raggi X

Quattro anni fa, la cometa Hyakutake (C/1996 B2) sorprese gli astronomi quando si scoprì che era luminosa ai raggi X. Da allora, un pugno di altre comete, tra cui l'Hale-Bopp, hanno mostrato la stessa misteriosa luminosità. I teorici ritengono che nessuna emissione della cometa stessa potrebbe essere sufficientemente energetica da emettere la radiazione ne hanno conseguito che, in qualche modo, siano coinvolti ioni particolarmente carichi del vento solare. Tra le diverse soluzioni proposte, in una di Roman M. Haberli (Università del Michigan) e colleghi si ipotizza che il flusso di ioni di ossigeno, carbonio e neon strappino elettroni dai gas nella chioma della cometa e che durante questa "reazione di cambio di carica" gli elettroni che saltano di atomo in atomo emettano raggi X ogni volta che rimbalzano contro gli ioni del vento solare.

Durante l'avvicinamento al perielio della cometa LINEAR (C/1999 S4) del luglio scorso, il Chandra X-ray Observatory della NASA dimostrò che le previste reazioni di cambio di carica avevano effettivamente luogo. L'Advanced CCD Imaging Spectrometer (ACIS) del Chandra rilevò la radiazione X proveniente dal lato della chioma della cometa rivolto verso il Sole determinando che erano atomi di ossigeno ed azoto altamente ionizzati ad emettere la radiazione. Con la soluzione di questo mistero, gli astronomi pensano che analoghe immagini dell'ACIS potrebbero essere utilizzate per lo studio della composizione chimica del vento solare e di come gli ioni interagiscano con l'atmosfera delle comete, di Venere ed altri oggetti.


Giovedi 17 agosto

In alto: Immagini infrarosse di Titano ad 1,3 (sinistra) ed 1,6 microns rivelano un vasto e chiaro "continente" lungo l'equatore. Cortesia A. Coustenis (Osservatorio Meudon-Parigi). Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Piove metano su Titano?

La luna più grande di Saturno, Titano, da tempo si distingue per essere l'unico satellite del sistema solare dotato di un'atmosfera di una certa rilevanza. Composta soprattutto da azoto e da una piccola quantità di metano, la densa massa d'aria è avvolta dallo smog: piccole gocce di vari composti organici danno al cielo un color arancione pallido che nasconde la superficie.

Nuove scoperte indicano la presenza di nubi di breve durata che potrebbero provocare pioggie di metano. Lo spettro infrarosso acquisito nel settembre 1999 da Caitlin A. Griffith (Northern Arizona University) mostrano, di ora in ora, la formazione e la scomparsa di piccole nubi. Le nubi, alte 15 km, si troverebbero ad un'altezza in cui le celle in risalita dell'atmosfera dovrebbero formare cumuli di gocce di metano. La breve vita delle nubi, un paio di ore, fa pensare che a dissolverle completamente siano le precipitazioni. Se le pioggie di metano raggiungono o meno la superficie dipende dalle dimensioni delle gocce. Nel caso fossero piccole infatti, potrebbero evaporare ancora prima di toccare il terreno. La Griffith ha presentato i suoi risultati ieri al meeting dell'International Astronomical Union di Manchester.

La navicella Cassini della NASA dovrebbe arrivare su Saturno nel luglio 2004 e lasciare atterrare la sonda Huygens su Titano in novembre. Quest'ultima è stata progettata per sopravvivere ad un atterraggio sia su un terreno solido che in un oceano di idrocarburi, una doppia opzione che potrebbe risultare cruciale per il successo della missione. L'area di arrivo è vicino ad un vasto "continente" osservato persistentemente nelle immagini infrarosse del satellite. Al meeting della IAU, Athena Coustenis (Osservatorio Meudon-Parigi) ha mostrato come la superficie di Titano appaia alle lunghezze d'onda di 1,3 ed 1,6 microns, alle quali la buia atmosfera è relativamente trasparente. Le immagini del suo team, riprese con le ottiche adattive del telescopio franco-canadese-hawaiano del Mauna Kea, presentano un plateau di circa 2.000 per 1.500 km.


Mercoledi 16 agosto

A sinistra: Completato nel 1957, il Telescopio Lovell al Jodrell Bank Observatory, In Inghilterra, ha una superficie riflettente di 76 metri di diametro. Fotografia di J. Kelly Beatty per Sky & Telescope. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Jodrell Bank va avanti

Situato nella campagna a circa 40 chilometri a sud-est di Manchester, in Inghilterra, il Jodrell Bank Observatory è stato un leader della ricerca radioastronomica mondiale per oltre mezzo secolo. Quindi, gli astronomi britannici sono rimasti scioccati quando una notizia di un giornale avvertiva che l'osservatorio avrebbe potuto presto essere chiuso. La preoccupazione è aumentata quando il Particle Physics and Astronomy Research Council (PPARC), che sovvenziona gli osservatori britannici, ha annunciato che potrebbe investire 89 milioni di sterline per unirsi all'European Southern Observatory ed altri 18 ogni anno per continuare a farne parte. Questo denaro dovrebbe arrivare da qualche parte. ha detto un portavoce del PPARC e le novità parlano di Jodrell Bank come di un'istituzione che potrebbe essere messa in naftalina per poter raccogliere i fondi necessari.

Non è così, ha detto Peter N. Wilkinson, Direttore Associato di Jodrell Bank. "Si dice che MERLIN [la rete di radio-interferometri inglese] potrebbe essere in pericolo, perché attualmente Jodrell Bank appartiene all'Università di Manchester". Per di più, ha aggiunto, c'è il sentore tra gli astronomi britannici che le ricerche nell'infrarosso e nella luce visibile potrebbero guadagnarci molto dall'annessione all'ESO e quindi i taglia al bilancio dovrebbero essere cercati prima proprio tra quei tipi di impianti. Per placare il nervosismo britannico al PPARC hanno assicurato ufficialmente che, per i prossimi cinque anni, non sono previste modifiche ai fondi per Jodrell Bank.

Una buona notizia per Wilkinson e colleghi, che sono a metà dell'ammodernamento da 3 milioni di dollari del telescopio Lovell che domina il sito di Jodrell Bank. Da comletare nel 2002, il lavoro comprende la sostituzione delle lastre metalliche corrose che coprono la parabola di 76 metri. La nuova e più precisa superficie permetterà surveys a frequenze di 5 gigahertz (una lunghezza d'onda di 6 centimetri), consentendo agli astronomi la mappatura delle forti emissioni di metanolo (CH3OH) scoperte in remote regioni di formazione stellare. Il telescopio Lovell viene utilizzato anche per lo studio delle pulsar, dei quasars e delle galassie con forte emissione radio oltre a servire come ricevitore remoto del Progetto Phoenix, per la ricerca di trasmissioni radio di civiltà exraterrestri.


Mercoledi 16 agosto

A sinistra: La leggera ombra in chiaro-scuro visibile nella regione Astypalaea Linea di Europa sembrerebbe causata dalla compressione della superficie ghiacciata. Cortesia NASA/JPL/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory e Brown University. Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

Le ondulazioni di Europa

Dove va il ghiaccio vecchio di Europa? La superficie di questo enigmatico satellite gioviano porta i segni della presenza di ghiaccio nuovo: larghe bande scure e grigie, formatesi probabilmente da materiale fuso proveniente da ghiacci sottostanti più caldi misti a fango. Questo ghiaccio fresco viene creato continuamente e parte della superficie deve o ammallopparsi o scomparire in altri punti. Non sono però state osservate convincenti caratteristiche morfologiche di compressioni in atto.

Almeno così era sino ad ora. Nel corso di un meeting di due giorni sull'esplorazione planetaria, tenutosi nel corso della 24° Assemblea Generale della International Astronomical Union (IAU), Robert T. Pappalardo (Brown University) ha presentato le prove di avallamenti e rilievi formati dalla compressione orizzontale su Europa, simili ad ondulazioni di un tappeto spinto da direzioni opposte. Uno scritto con questi risultati, di cui il coautore è Pappalardo, è apparso l'undici agosto su Science.

"E' la prima volta che troviamo dei veri avallamenti su Europa", ha detto Pappalardo. Gli anticlinali, così vengono chiamati in gergo geologico, sono distanziati di circa 25 chilometri. Sono più evidenti in una regione denominata Astypalaea Linea, anche se i ricercatori hanno trovato altri esempi. Il rilievo verticale tra gli avallamenti ed i rilievi è di poche centinaia di metri al massimo.

Le ondulazioni su larga scala della superficie di Europa sono venute alla luce dalle immagini della sonda Galileo, in orbita intorno a Giove. Parti di Astypalaea Linea sono molto piane e, per via del basso angolo del Sole (13 gradi sull'orizzonte), le "colline" tradiscono la loro presenza con lievi variazioni delle ombre, che divengono apparenti dopo qualche elaborazione dell'immagine. "Ci siamo concentrati sulle strutture su piccola scala, tralasciando le immagini su larga scala", ha detto Pappalardo, membro dell'Imaging Team della Galileo.

L'identificazione delle strutture come caratteristiche della compressione viene supportata dalle piccole fratture sulla sommità dei rilievi e da piccole creste sul fondo degli avallamenti. Pappalardo ritiene che i rilievi topografici scompariranno in meno di 100.000 anni perché il ghiaccio compresso gradualmente si fonderà nel più caldo mantello di Europa.


Copyright © 2000 Sky Publishing Corporation, Tutti i diritti riservati.
Informatevi sulla nostra politica sui diritti d'autore e le autorizzazioni