Gli oculari

Mentre il compito dell'obiettivo è quello di formare un'immagine dell'astro sotto osservazione più dettagliata, luminosa e fedele possibile, quello dell'oculare è di rendere tale immagine leggibile al meglio per l'occhio, ingrandendola opportunamente. Quindi in definitva, l'oculare è essenzialmente una lente di ingrandimento.

Pertanto il compito dell'oculare è meno rilevante di quello dell'obiettivo; esso può fare poco o nulla per migliorare l'immagine, ma è importante che non la peggiori con eventuali propri difetti ottici. I difetti degli oculari, come per gli altri schemi ottici, prendono il nome di aberrazioni.

Oculari e ingrandimento

In qualsiasi telescopio l'ingrandimento totale è dato dal rapporto tra la focale dell'obiettivo e la focale dell'oculare.

Ad esempio, un obiettivo di 100mm di focale in unione ad un oculare da 2mm sviluppa un ingrandimento di (100:2) 50 volte. Lo stesso obiettivo con un oculare da 1mm sviluppa 100x.

Ecco quindi che cambiando semplicemente l'oculare è possibile variare l'ingrandimento al telescopio: minore è la focale dell'oculare e maggiore è l'ingrandimento. Questo però non deve far credere che grazie agli oculari sia possibile ottenere ingrandimenti portentosi da qualsivoglia telescopio.

Il massimo ingrandimento utile dipende dall'immagine formata dall'obiettivo e corripsonde a circa 2 volte il suo diametro in millimetri. Cioè un obiettivo da 100mm permette fino a circa 200x; uno da 150mm fino a circa 300x e così via.

Usare ingrandimenti superiori vuol dire ottenere immagini confuse e poco luminose.

Tipologia degli oculari

Tornando agli oculari possiamo dire che la versione più semplice è rappresentata da una lente singola. Essa benchè possa essere utilizzata allo scopo, presenta diversi inconvenienti.

Il più appariscente è il campo di vista molto ridotto: cioè guardare attraverso di esso in un telescopio è un pò come guardare attraverso il buco di una serratura.

In secondo luogo è presente un pò di aberrazione cromatica, cioè le immagini appaiono contornate da aloni iridati.

Nel XVII secoli il fisico C.Huygens sviluppò un oculare accoppiando due lenti nello stesso vetro a distanza opportuna; quella rivolta verso l'obiettivo si chiama lente di campo mentre l'altra lente dell'occhio.

L'oculare Huygens (sigla:H) è abbastanza acromatico, di costruzione economica e con un campo di 35°. Il basso costo lo ha reso molto popolare.

La felice variazione all'Huygens normale è quella dovuta allo Mittenzwey (HM), che sostituì la lente di campo piano-concava con una concavo-convessa.

Molto diffuso è anche l'oculare Ramsden (R), che è simile allo Huygens e che lavora bene anche con telescopi più luminosi (ad esempio fino ad f/7, cioè in quelli dove la focale dell'obiettivo è solo 7 volte superiore al suo diametro). Un inconveniente dell'oculare Ramsden, il cui campo è dell'ordine dei 35°, si ha nella posizione del piano focale, molto prossimo alla lente di campo, con la conseguenza che ogni granello di polvere o sporcizia che si depositi su questa lente diventa fastidiosamente visibile.

L'evoluzione del Ramsden si ha col Kellner(K). Qui in luogo della semplice lente dell'occhio vi è un doppietto acromatico che spinge il campo utilizzabile a 40°, ma che mantiene l'inconveniente della visibilità della polvere depositata sulla lente di campo.

Tutti gli oculari finora descritti sono affetti da distorsione, cioè mostrano, soprattutto vicino ai bordi, le linee diritte un pòcurve. Ad uno schema esente da questa spiacevole caratteristica si dà l'appellativo di ortoscopico.

Quando si parla di oculare ortoscopico (sigle O, Or e Ortho) in genre si fa riferimento a quello di Abbe, composto da 4 lenti, con un tripletto come lente di campo ed una singola come lente dell'occhio; il campo ottimamente coperto è di 40°. Con l'oculare di Abbe arriviamo praticamente al meglio di quanto normalmente disponibile oggigiorno: ogni soluzione più complessa di questa tende a strappare piccoli miglioramenti al costo di grandi complicazioni e, naturalmente, di forti aumenti di prezzo.

Altri ortoscopici comuni sono i Plossl e i Konig, con campo di ben 50°. Questi ultimi spesso sono siglati con il loro nome completo in luogo della sigla.

Un altro oculare di una certa fama è l'Erfle, il cui maggiore pregio consiste nel grande campo, ottenuto con 5 o 6 lenti. A prescindere dalla sua panoramicità - copre 65° - non ofrre prestazioni superiori agli ortoscopici.


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