LA MISSIONE GALILEO AI NASTRI DI PARTENZA


Con l'arrivo nei pressi del pianeta Giove, il 7 dicembre 1995, la sonda Galileo della NASA ha raggiunto la sua destinazione, dopo aver viaggiato per oltre sei anni ed aver percorso oltre 3,5 miliardi di chilometri.

L'Orbiter ed il modulo atmosferico, separatosi recentemente, saranno chiamati a fornire una dettagliata immagine del gigante del sistema solare e dell'ambiente che lo circonda. Sara' la prima sonda ad entrare nell'orbita intorno ad uno dei pianeti esterni del sistema solare, e la prima ad inviare una serie di strumenti scientifici direttamente nell'atmosfera. Il modulo orbitante iniziera' una serie di osservazioni ravvicinate di Giove, delle sue lune, dei deboli anelli, delle radiazioni, del campo magnetico e delle particelle di polvere, per un periodo della durata di due anni.

Gli strumenti della Galileo rappresentano il più' grosso carico scientifico mai inviato verso un altro pianeta. Le informazioni che raccoglieranno promettono di rivoluzionare il nostro modo di concepire il sistema gioviano e di rivelare dati importanti sull'origine e la formazione del sistema solare.

Giove ha una massa 318 superiore a quella terrestre ed e' 1.400 volte, ma ha una densita' che e' solo 1/4 di quella del nostro pianeta, poiche' e' composto primariamente da idrogeno (89%) ed elio (10%). Il quinto pianeta più' distante dal Sole e' noto principalmente per le bande caratteristiche visibili sulla sugli strati alti dell'atmosfera e per la sua ultracentenaria Macchia Rossa, un enorme uragano nel quale la Terra starebbe comodamente tre volte.
Ha inoltre il più' potente campo magnetico planetario ed irradia più' energia di quanta ne riceve dal Sole.

"In un certo senso, Giove e' come un piccolo sistema solare", spiega Wesley T. Huntress, Associate Administrator per le scienze spaziali della sede di Washington della NASA. "All'interno del sistema di Giove, analizzando le sue lune, il suo intenso campo magnetico e gli sciami di particelle cariche e di polvere, la missione Galileo dovrà fornirci delle risposte su come abbiano avuto origine, come si siano evoluti e come interagiscano il Sole ed i pianeti del sistema solare."

La parte orbitante ( Orbiter ), che ha un peso totale di 2.223 chili, trasporta dieci strumenti scientifici; il modulo di discesa ( Probe ), pesante 339 chilogrammi, ne trasporta altri sei. I collegamenti radio con la Terra e tra l'Orbiter ed il Probe saranno utilizzati per compiere altri esperimenti scientifici.

Il primo passo fondamentale nella fase della missione relativa all'arrivo in prossimita' di Giove, sara' un fly-by ravvicinato del satellite Io, da una distanza di 1.000 chilometri.
L'attrazione gravitazionale di Io modifichera' la traiettoria dell'Orbiter, favorendone l'immissione in quella del pianeta. A causa dell'intensita' delle radiazioni che permeano le regioni interne del sistema, questo sara' il passaggio più' ravvicinato compiuto dalla sonda a questa luna, anche se, ne compira'in seguito altre osservazioni.

Quattro ore più tardi, nel momento in cui la sonda atmosferica inizierà la discesa, l'Orbiter effettuerà il collegamento radio. Il piccolo cono del Probe si tufferà negli strati inesplorati alla velocità di 170.000 chilometri orari e verrà sottoposto ad una decelerazione con una forza pari a 260 volte quella della gravità terrestre. Una volta aperto il piccolo paracadute di 2,5 metri, effettuerà le prime misure dirette dell'atmosfera e delle nubi di Giove, e non si esclude la possibilità che possa incontrare fulmini e pioggie durante gli oltre 200 chilometri di discesa.

L'Orbiter memorizzerà i dati trasmessi dal Probe per 75 minuti, prima di chiudere il collegamento per preparare l'accensione del motore principale per 49 minuti, dando inizio ad una manovra cruciale per l'immissione nell'orbita di Giove. Si prevede che poche ore dopo, la sonda atmosferica si disintegri per l'immenso calore e le pressioni che troverà nelle profondità delle nubi.

Inizierà così il tour che porterà la Galileo ad effettuare 11 orbite nel sistema gioviano nelle quali sono compresi 10 incontri ravvicinati con tre dei quattro satelliti galileiani ( quattro con Ganimedee tre ciascuno con Io, Callisto ed Europa ), e ad osservare le eruzioni dei vulcani di Io. A metà marzo, l'accensione del motore principale la porterà a distanza di sicurezza dal pericoloso ed intenso campo di radiazioni che circonda Giove.

La missione Galileo fu concepita inizialmente per un volo diretto verso Giove della durata di due anni e mezzo. Le modifiche nel sistema di lancio degli Space Shuttle seguiti all'incidente del Challenger, incluso il cambio dello stadio superiore del razzo Centaur ( di potenza ) con uno di tipo inerziale ( IUS Inertial Upper Stage ), chiusero la strada a questo tipo di traiettoria. Gli ingegneri della missione progettarono così un nuovo percorso interplanetario che prevedeva lo sfruttamento della spinta gravitazionale ( una volta di Venere e due volte della Terra ) lungo una traiettoria denomimata VEEGA Venus-Earth-Earth-Gravity-Assist.

Galileo fu lanciata a bordo dello Shuttle Atlantis il 18 ottobre 1989. Oltre ai flyby della Terra e di Venere, fu la prima sonda spaziale ad osservare da vicino due asteroidi, Gaspra e Ida. Durante il secondo incontro, due dei dieci strumenti di bordo scoprirono una piccola luna, chiamata Dactyl, in orbita intorno ad Ida, veniva così scoperto, per la prima volta, un oggetto del genere. Gli strumenti della sonda inoltre hanno ottenuto le uniche osservazioni dirette dell'impatto dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 su Giove nel luglio del 1994, fornendo rilevazioni importanti sulle fasi iniziali della loro evoluzione.

Le comunicazioni da ed alla sonda, sono assicurate dal Deep Space Network ( DSN ) che utilizza antenne dislocate in California, Spagna ed Australia. Una serie di nuovi programmi, sviluppati appositamente per il computer di bordo della Galileo ed i miglioramenti negl apparati di ricezione a Terra, permetteranno di raggiungere almeno il 70 % degli obbiettivi della missione, nonostante il fallimento dell'apertura dell'antenna principale ad alto guadagno nell'aprile 1991. Una volta che, nel luglio 1996 inizieranno le trasmissioni, i dati che verranno trasmessi giornalmente a Terra, comprenderanno una media di due-tre immagini.

Il costo totale della missione Galileo, dall'inizio della progettazione alla fine prevista per il dicembre 1997, è di 1.354 milioni di dollari, di cui 892 sono per la realizzazione della sonda.

L'arrivo nel sistema gioviano rappresenta il culmine di un progetto iniziato formalmente nel 1977, e la realizzazione di un sogno dei planetologi, dal giorno in cui ebbe inizio questo tipo di studi.
"I Pioneer ed i Voyager che passarono velocemente nei pressi di Giove negli anni '70 ci stupirono per le immagini degli anelli, dei vulcani attivi del satellite Io ed altre scoperte inattese" riprende Huntress. "Adesso, possiamo solo immaginare le scoperte che verranno dalla Galileo e dal suo lungo viaggio in questo ambiente planetario strano e particolare.

Il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena in California, ha costruito l'Orbiter della Galileo e conduce la missione nel suo complesso. La sonda atmosferica è gestita dall'Ames Research Center di Mountain View, California.


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01/06/96 by MF