LA POLVERE INTERPLANETARIA


Nell'estate del 1995, la sonda si trovò a passare attraverso la più intensa tempesta di polvere interplanetaria mai rilevata. Si trattava della più vasta di diverse tempeste incontrate dalla Galileo, quando si trovava ancora, nel 1994, ad almeno 175 milioni di chilometri da Giove.

Le particelle di polvere apparentemente provengono da qualche parte del sistema gioviano e potrebbero essere il prodotto dei vulcani del satellite Io o potrebbero venire dal debole sistema di anelli di Giove. Probabilmente non più grandi di quelle riscontrabili nel funo di una sigaretta, le particelle potrebbero essere materiale proveniente dalla collisione della cometa Shoemaker-Levy con Giove.

Gli scienziati ritengono che le particelle siano elettricamente cariche e siano quindi accellerate dal potente campo magnetico di Giove. Secondo i calcoli, la polvere viene accellerata attraverso lo spazio interplanetario ad una velocità tra 40 e 200 chilometri al secondo, a seconda delle dimensioni dei frammenti. Persino a queste alte velocità non hanno rappresentato un pericolo per la sonda, a causa delle ridottissime dimensioni.

Le possibiltà di comprendere la natura di queste tempeste di polvere sono aumentate da quando, dopo l'approssimarsi della tempesta, i tecnici di volo hanno ordinato alla sonda di raccogliere e trasmettere dati sul pulviscolo più di tre volte al giorno. Normalmente i dati venivano raccolti due volte a settimana. Quando entrerà nell'orbita di Giove, le prime rilevazioni forniranno le informazioni decisive sull'origine di questo strano fenomeno.


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01/06/96 by MF