
Soltanto durante il primo giorno di osservazione, la sorgente ha emesso oltre 140 potenti lampi in questa parte dello spettro elettromagnetico, nei giorni seguenti e' sceso ad un ritmo giornaliero di circa 20. Attualmente e' la sorgente gamma/X piu' potente del cielo.
La scoperta e' stata annunciata dagli scienziati del Marshall Space Center, dell'University of Alabama, del Massachusetts Institute of Technology e dell'Universita' di Amsterdam il 28 Febbraio e pubblicata sulla rivista scientifica NATURE.
Lo strano oggetto, e' stato scoperto dai ricercatori nel cielo australe ai primi di Dicembre dello scorso anno, utilizzando uno strumento noto come BATSE ( Burst and Transient Source Experiment) uno strumento per la ricerca di sorgenti esplosive e fenomeni transitori, a bordo del telescopio per lo studio delle alte energie Compton Gamma Ray Observatory . Dal 2 Dicembre, il nuovo burster ha prodotto piu' di 1.000 lampi nella radiazione X forte.
"Siamo particolarmente eccitati per la scoperta di una nuova sorgente X" riferisce l'astrofisico G.Fishman del Marshall Center "questo oggetto dalle caratteristiche cosi' particolari rappresenta una delle scoperte piu' importanti dell'astronomia nei raggi X dell'ultimo decennio".
Sembra proprio che il cielo abbia in serbo molte soprese per gli osservatori: a meta' Dicembre infatti, gli scienziati hanno scoperto una sorgente di radiazioni che sembra trovarsi nella stessa posizione dell'oggetto in questione. Anche questo, ha sorpreso non poco gli addetti ai lavori, in quanto emette un'impulso circa due volte al secondo. E' stato classificato quindi come pulsar, il problema fu quindi di "Capire, ammesso che ci fosse, quale relazione sussisteva tra questi due oggetti" dice C.Kouveliotou del Marshall Center.
La risposta e' presto arrivata: i burst e la pulsar avevano un 'unica origine.
"Le proprieta' di questa sorgente X sono differenti dalle altre conosciute" riprende Kouveliotou, "la velocita' con cui si ripetono i burst differisce nettamente dalle sorgenti che gia' abbiamo osservato centinaia di volte nell'universo. Inoltre, la durata e la continuita' di questi fenomeni la differenziano da quegli oggetti denominati Soft Gamma Ray Repeaters producono fenomeni similari, sia pure con emissioni a livelli energetici differenti, durante brevi ed isolati episodi separati l'uno dall'altro da diversi anni.
"Cio' che rende unico questo oggetto e' la sua capacita' di produrre fenomeni fino ad oggi osservati singolarmente" spiega F.Lamb, astrofisico dell'Universita' dell'Illinois "E' come se avessimo ascoltato fino ad oggi delle sorgenti che, simili a componenti di un'orchestra, suonavano un singolo strumento, quello di fronte a cui ci troviamo oggi e' un'orchestra intera !
Infine, il Dr. M.Finger, sempre del Marshall Center, ha scoperto che si tratta di un membro di un sistema binario, che compie un'orbita intorno alla compagna di massa piu' piccola ogni 12 giorni. "La spiegazione piu' ovvia al momento e' che le esplosioni nella radiazione X, avvengano quando la compagna meno massiva perde materia a causa o dell'attrazione gravitazionale, o dei forti campi magnetici generati dalla stella a neutroni".
Una stella a neutroni e' un tipo particolare di stella con una massa superiore quella del Sole ed un diametro di pochi chilometri, l'importanza della scoperta per lo studio di questi particolari oggetti e dei fenommeni che ne accompagnano l'evoluzione e' quindi evidente.
Tecnicamente la scoperta e' stata effettuata dopo il lancio, avvenuto recentemente del satellite RXTE (Rossi X-Ray Timing Explorer) il cui nome e' stato dedicato pochi giorni fa dalla NASA al fisico Bruno B. Rossi, che trasporta la piu' vasta gamma di sensori di radiazione X
mai lanciata anello spazio.
"Dopo le verifiche sull'operativita' del satellite e dei suoi strumenti, il nostro primo impegno e' stato quello di osservare questa sorgente" dice F.Marshall, direttore del centro scientifico che presiede alle operazione dell'RXTE.
"Con delle ulteriori verifiche, siamo riusciti a formulare il modello teorico di questo oggetto". Appena l'RXTE ha potuto osservare la sorgente, i suoi rivelatori hanno fornito informazioni dettagliate sullo spettro X e sulle sue variazioni.
I due strumenti principali del satellite, le cui operazioni sono tenute sotto controllo da due team guidati da J.Swank del Goddard Space Center e R.Rothschild della California University hanno subito trovato che la sorgente e' estremamente attiva nella banda tra 2 e 60 keV, con emissioni forti e persistenti e sede inoltre di intensa attivita' di tipo esplosiva (burst).
"Primo, la materia viene accellerata ad una velocita' pari alla meta' di quella della luce a causa del fortissimo campo gravitazionale
della stella a neutroni.
Secondo, questa precipita sulla superficie della stella a neutroni che e' riscaldata alla temperatura di un miliardo di gradi" spiega Lamb.
"Proprio perche' e' cosi' calda, emette radiazioni quasi esclusivamante nella parte piu' energetica dello spettro, piuttosto che nel visibile, con una potenza pari a quella di un milione di soli, che viene emessa da un'area pari a quella di una media citta' italiana.
L'RXTE ha compiuto ripetute scansioni della porzione di cielo interessata per definire la posizione della sorgente in maniera accurata onde permettere la ricerca di una controparte nel radio o nel visibile. Sono bastati pochi giorni per rilevarle entrambe.Sono bastati pochi giorni per rilevare otticamente una debolissima stella ed una sorgente radio. Al momento gli scienziati stanno cercando di determinare se si tratti o meno dello stesso oggetto.
Si ritiene che questa fase particolarmente esplosiva della pulsar sia destinata a durare breve tempo, poche settimane o al limite qualche mese. Per questo esperti e ricercatori sono al lavoro per cercare di rivelarne i misteri finche' e' possibile.
Fonte: NASA Goddard & Marshall Space Flight Center

01/03/96 by MF