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La rivista essenziale di astronomia

Sky & Telescope
Notiziario settimanale
1 novembre 1996

Edizione italiana a cura di Mario Farina

Marte (32K jpeg) Nelle immagini di Marte acquisite dal Telescopio Spaziale Hubble, è visibile una tempesta di polvere agitarsi nei pressi della calotta polare artica. La perturbazione, è con tutta probabilità dovuta alle differenze di temperatura tra la calotta e le regioni scure circostanti. Si ringrazia Phil James, Steve Lee, e NASA.

Altre prove sui "marziani"

Un gruppo di scienziati britannici ha messo un punto al dibattito sulla "vita su Marte", con l'annuncio che un secondo meteorite marziano contiene quantitatà significative di materia organica. Ma c'è dell'altro, il meterite in questione, designato EETA 79001, è una roccia relativamente giovane, un pezzo di 8 kg di basalto vulcanico sedimentato sul suolo di Marte circa 180 milioni di anni fa. Il meteorite, scoperto nell'Antartico nel 1979, fu proiettato nello spazio circa 500.000 anni fa, trascorrendo da allora buona parte del tempo vagando nello spazio interplanetario.

I ricercatori Colin Pillinger, Ian Wright, e Monica Grady hanno trovato che una parte su 1.000 dei granuli di carbonato di EETA 79001 contiene materia organica. La scoperta è stata fatta scaldando lentamente la roccia fino a che, alla temperatura di 300-700° C, la materia organica si è vaporizzata ed analizzando poi la percentuale di isotopi del carbonio nei gas prodotti. Pillinger fa notare che in precedenza il suo gruppo era giunto alla conclusione che il meteorite si legò alla materia organica diversi anni fa ma altri obiettarono che la contaminazione avvenne dopo l'arrivo sulla Terra. Questa volta è stata utilizzata una porzione di meteorite protetta dal contatto esterno da minerali vetrificati.

Per informazioni ed immagini su ALH 84001, l'altro meteorite marziano sospettato di ospitare vestigia di vita primitiva, consultare "Vita dal passato di Marte ?"


Hale-Bopp e M14 (10K gif) António Cidadão di Oeiras in Portogallo ha ottenuto questa imagine della cometa Hale-Bopp in transito nei pressi dell'ammasso globulare M14, la notte del 29 ottobre, utilizzando un telescopio Meade di 25 cm a f/6,3 ed un CCD ST-6 SBIG. Questo mosaico di quattro esposizion di 30 secondi ciascuna, è stato elaborato aumentando il contrasto logaritmicamente per enfatizzare i getti multipli provenienti dal nucleo.

La splendente Hale-Bopp

La cometa Hale-Bopp (C/1995 O1) sembra, per così dire, aver incrementato la vaporizzazione ed alcuni osservatori riportano che ha di poco superato la 5° magnitudine. I collaboratori di S&T John Bortle e David Levy più cautamente la considerano della magnitudine 5,4 ma, fa notare Bortle, la cometa ha un sorprendente nucleo simile ad una stella ed una graziosa coda, ancora di piccole dimensioni, che punta in direzione est, contenente tre raggi distinti. Giudicate voi ! Queste sono le coordinate per la settimana entrante, per l'ora 0 TU:

Cometa Hale-BoppA. R.Decl.
3 novembre17h 41.0m-3° 11'
5 novembre17h 42.3m-3° 3'
7 novembre17h 43.6m-2° 54'
9 novembre17h 45.0m-2° 45'


La cometa Tabur è stanca

Sebbene non raggiunga il perielio prima del 3 novembre, la cometa Tabur (C/1996 Q1) apparentemente ha finito il carburante ! Bortle riferisce che la cometa ha ridotto la luminosità portandosi alla 9°, con una lunghezza di 1/3 di grado e solo 2' di larghezza. Questa cedimento prematuro potrebbe essere una ritardata conseguenza dell'origine della cometa stessa: un frammento staccatosi dalla Liller (C/1988 A1) che ha la stessa orbita. Bortle rileva che un'attività così effervescente prima del perielio è inusuale ma non senza precedenti. La stessa cosa capitò anche alla cometa Ensor nel 1926.

Per maggiori informazioni sulle comete Hale-Bopp e Tabur, compreso immagini ed animazioni, visita la SKY Online's Comet Page.


L'attesa delle macchie solari è terminata

Abbiamo appreso che la lunga sequenza di giornate in cui non sono state osservate macchie solari è stata brevemente interrotta il 19 ed il 20 ottobre, ma solo per poche ore. Ufficialmente quindi il Sole è rimasto senza macchie per 36 giorni, dal 12 settembre al 18 ottobre, non accadeva dal 1944. Un periodo così prolungato rappresenta un mistero per il fisico Patrick McIntosh, che fa rilevare che altri tipi di attività solari sono incrementate nei mesi passati. "Si sta avvicinando il momento in cui" dice McIntosh "il nuovo ciclo solare dovrà mostrarsi con maggiore vigore".


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