Sky & Telescope
Notiziario settimanale

2 maggio 1997

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Il pianeta di Geminga?

La settimana passata, più di 300 scienziati si sono dati appuntamento a Williamsburg, in Virginia, per annunciare le ultime scoperte del Compton Gamma Ray Observatory (CGRO) della NASA. John R. Mattox (Boston University) e colleghi hanno utilizzato il CGRO per cronometrare gli impulsi di Geminga, una enigmatica pulsar a circa 500 anni luce di distanza dalla Terra. I dati rivelano un ciclo della durata di 5,1 anni che potrebbe essere dovuto alla presenza di un pianeta di 1,7 masse terrestri . Mattox pone l'accento sul fatto che lo spostamento (shift) delle emissioni della pulsar è stato seguito in maniera affidabile per un ciclo soltanto e potrebbe quindi riflettere semplicemente dei cambiamenti nella struttura interna della pulsar. Conferme all'ipotesi del pianeta richiederanno dati su tempi più lunghi o altri indizi, come un eclisse di Geminga.

Nonostante ci siano poche altre sospette promettenti, è ampiamente accettato che intorno ad una, la pulsar PSR 1257+12 nella Vergine, alberghino tre (o forse quattro) pianeti. Sfortunatamente per i sostenitori del progetto SETI, Search for extraterrestrial intelligence, i pianeti delle pulsar sono dimore assai improbabili per delle forme di vita, essendo bombardati da sciami di particelle energetiche assai più intensi di quelli provenienti dai brillamenti solari più energetici.


Radiazione di annichilazione (23K jpeg) Quando gli elettroni si scontrano con i positroni, si annichilano emettendo un lampo di raggi gamma, ognuno dei quali acquista un'energia di 511 chiloelettronvolt (keV). A paragone, ricordiamo che l'energia di un fotone della luce visibile è di circa 1 elettronvolt. Questa mappa in falsi colori della radiazione di annichilazione della nostra galassia, ottenuta grazie allo strumento OSSE a bordo del Compton Gamma Ray Observatory della NASA, evidenzia le emissioni provenienti da una zona poco distante dal vero nucleo della Via Lattea. Cortesia William R. Purcell.

Tutta questa antimateria

Nel frattempo, da Williamsburg ci arriva un secondo rapporto riguardante una gigantesca, ma diffusa, nube di antimateria nella nostra galassia Via Lattea. William R. Purcell (Northwestern University) e colleghi hanno scoperto che da un pennacchio nella regione nel Sagittario, diversi gradi ad ovest del nostro centro galattico, vengono emessi raggi gamma con energie di 511.000 elettronvolt. Queste radiazioni ad alta energia si producono quando un elettrone e la sua controparte di antimateria si incontrano e si annichilano a vicenda. Se si trova alla stessa distanza del centro galattico, ha una dimensione di 3.000 anni luce.

Compton Gamma Ray Observatory (22K jpeg) Come il cugino Hubble Space Telescope, il Compton Gamma Ray Observatory della NASA fu portato in orbita dallo Space Shuttle. Qui vediamo il satellite penzolare in fondo al braccio robotizzato dell'Atlantis nell'aprile del 1991. Il mese scorso, i controllori di volo hanno iniziato ad accendere sporadicamente i razzi di spinta per incrementare l'altezza dell'orbita del satellite di circa 90 chilometri. Questo dovrebbe mantenerlo in quota e scientificamente produttivo per altri 12 anni. Cortesia NASA.

La parola "antimateria" potrebbe far pensare ad immagini di distruzione, in realtà la Terra avrebbe poco da temere da un incontro con una nube di questo tipo. Dall'emissione totale di raggi gamma, Sky & Telescope ha stimato che la densità sarebbe di un positrone per diverse centinaia di metri cubici di spazio. Laddove la Terra dovesse attraversare una nube di plasma di antimateria così diffusa, l'atmosfera si troverebbe ad assorbire una quantità di energia pari ad un trilionesimo (1/1012) di quella che riceve dal Sole in ogni istante. Nondimeno, la scoperta promette di gettare nuova luce su alcuni dei più esoterici processi fisici della galassia.


Cometa Hale-Bopp (23K jpeg) La cometa, per gli osservatori dell'emisfero boreale, rimane un bell'oggetto da vedere nel cielo serale, nonostante stia diminuendo la luminosità e si stia abbassando sull'orizzonte. La cometa, nel suo moto di recessione dal Sole, sta diventando un oggetto rilevante nei cieli australi. Qui vediamo la tenue coda blu di gas con diversi pennacchi mentre la coda bianca e luminosa di polveri si presenta più ampia e diffusa. Johnny Horne di Stedman, North Carolina, ha eseguito questa esposizione di 4 minuti il 30 aprile con camera Schmidt Celestron da 20 cm, f/1.5 utilizzando una pellicola Fujicolor Super HGV-400. © 1997 Fayetteville Observer-Times.

Il crepuscolo per l'Hale-Bopp

E' interessante per gli osservatori seguire la diminuzione della magnitudine della cometa Hale-Bopp. I pareri sono diversi, in ogni caso questa celebrata cometa si sta portando tra la magnitudine 0 e la 1. E' ancora in grado di "macchiare" il cielo con la sua presenza, dopo il tramonto; dovrebbe essere facilmente riconoscibile a circa 20° sopra l'orizzonte ad ovest-nord-ovest.

(29K jpeg) Dove cercare la cometa alla fine del tramonto, i primi giorni di maggio. Il suo percorso è tracciato sullo sfondo stellato per un periodo di due settimane; il simbolo ne segna la posizione alla data indicata, per gli osservatori nordamericani. L'orizzonte è indicato per 1½ dopo il tramonto ed è segnato per la latitudine di 40° nord per la data a metà del percorso tracciato. La cometa e le stelle appariranno più alte sull'orizzonte prima di questa data, più basse nei giorni seguenti.Comet Hale-Bopp, Early May, Evening

Per maggiori informazioni, dai collaboratori di Sky & Telescope,, sulla cometa Hale-Bopp, compreso immagini ed animazioni, visita la SKY Online Comet Page.

Oppure consultate la guida "Quando, dove e come osservare la cometa Hale-Bopp". (in italiano)


L'Hale-Bopp nel vento solare (20K gif) La posizione della cometa Hale-Bopp (il puntino nero) rispetto al piano equatoriale del Sole (linea arancione). In questo diagramma che presenta una vista laterale, il nord è in alto. Nei prossimi giorni l'Hale-Bopp si muoverà verso sud (in basso) ed attraverserà il piano il 3 maggio. Se non avete problemi per scaricare un file di grosse dimensioni, ecco un'animazione (132K gif) Cortesia NASA/Goddard Space Flight Center.

L'"orologio" per la coda della cometa continua

Gli scienziati della NASA e dell'Agenzia Spaziale Europea prevedono che la coda di ioni sarà particolarmente soggetta all'influenza del vento solare intorno al 15 maggio. Ritengono che la coda di colore blu potrebbe subire delle variazioni di luminosità, irregolarità particolari e forse, la presenza di strutture in movimento. Saranno possibili anche "disconnessioni" quando la continuità della coda dalla chioma si interromperà per riformarsi poche ore più tardi. Gli scienziati hanno pubblicato questo "orologio della cometa" perché adessola cometa si trova entro 10° dal piano dell'equatore solare. In questa regione, il flusso in uscita del vento solare avviene a raffiche ed il campo magnetico irregolare. Quando il 3 maggio avrà attraversato il piano, la direzione del campo magnetico interplanetario cambierà. Gli astrofili sono invitati, in questo periodo, a seguire la forma della coda con attenzione. Chi è interessato può accedere all'ISTP Hale-Bopp page.


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