Sky & Telescope Notiziario settimanale 16 maggio 1997 Edizione italiana a cura di Mario Farina | ® La rivista indispensabile di astronomia |
(13K jpg)Osservazioni con il telescopio riflettore di 5 metri di Mount Palomar mostrano un punto di luce visibile (indicato dalla freccia) nella posizione del lampo gamma rilevato dal satellite BeppoSAX. Le immagini sono state prese il 9 (sinistra) e 10 maggio. Cortesia Palomar Observatory e Caltech GRB Team.
L'8 maggio, BeppoSAX ha rilevato una gamma-ray burst nella costellazione della Giraffa. Nel giro di poche ore, Howard E. Bond (Space Telescope Science Institute) ha fotografato la regione del lampo gamma con il riflettore di 90 cm del Kitt Peak. La notte seguente, ha riscontrato nella stessa regione l'incremento di luminosità di una magnitudine (2,5 volte quella iniziale) di un oggetto di tipo stellare. Osservazioni effettuate in seguito da ricercatori in tutto il mondo, hanno rilevato che la luminosità della "stella" variabile ha raggiunto il picco della 20° magnitudine e si è in seguito attenuata. La variabile si trova nella stessa posizione del GRB, secondo la precisione consentita dagli strumenti che è di circa 1 secondo d'arco.
La controparte visibile di un gamma-ray burst precedente (il 28 febbraio scorso) era stata già stata scoperta (vedi Bollettino settimanale di S&T del 18 aprile). Quello che distingue questo secondo evento è che gli astronopmi del Caltech hanno fatto in tempo a prenderne uno spettro decente con il telescopio Keck II del Mauna Kea. Lo spettro presenta le impronte dei materiali coinvolti, che hanno assorbito selettivamente la luce a certe lunghezze d'onda. L'assorbimento sembra essere causato da ioni di ferro e magnesio, ma a lunghezze d'onda abbastanza allargate quasi del doppio dall'espansione dello spazio. Ciò renderebbe plausibile l'ipotesi che i burst hanno luogo a distanza di diversi miliardi di anni luce. Queste scoperte sono state pubblicate nella Circolare IAU 6655.
Poiché i GRBs permeano uniformemente il cielo, senza preferenza alcuna per il piano galattico della Via Lattea o per l'Ammasso di galassie della Vergine, molti astronomi già presumevano che si trovassero in galassie distanti miliardi di anni luce. Prendendo per buono che il burst rilevato l'8 maggio e la variabile visibile nell'ottico siano correlati, la scoperta senza precedenti del Keck va a favore di questa ipotesi. Questo rende però l'energia dei GRBs assai più elevata di quanto si pensasse. Secondo Chryssa Kouveliotou (Universities Space Research Association) e colleghi, se il lampo gamma delll'8 maggio si trovasse realmente alla distanza ricavata dallo spostamento rilevato nello spettro, avrebbe prodotto un'energia pari a 6 x 1050 erg al secondo, nella fase di massima luminosità. Una quantità comparabile a quella emessa dal Sole in 5 miliardi di anni, ciò renderebbe il meccanismo di produzione dei GRBs più misterioso che mai.
(47K jpeg) La Egg Nebula nel Cigno come appare al Telescopio Spaziale Hubble sia nel visibile (sinistra) che nel vicino infrarosso. La Wide Field and Planetary Camera 2 (WFPC2) ha ottenuto l'immagine nel visibile mentre quella nell'infrarosso viene dal Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer (NICMOS) installato recentemente. Infine, la luce della stella riflessa dalla polvere è stata colorata di blu e la radiazione termica emessa dall'idrogeno molecolare appare rossa. Cortesia Rodger Thompson, Marcia Rieke, Glenn Schneider, Dean Hines (University of Arizona); Raghvendra Sahai (Jet Propulsion Laboratory); NICMOS Instrument Definition Team; e NASA.
(32K jpeg) Il colorato zigzag a destra è la "firma" dello spettro di un buco nero supermassivo al centro della galassia M84. In una singola osservazione, l'ha misurato lo spettro di ogni punto della galassia all'interno della regione definita dall'immagine a sinistra ottenuta da un osservatorio terrestre. Le emissioni di stelle e gas in movimento nella nostra direzione appaiono in blu (corrispondenti al cosiddetto blueshift) mentre la luce degli oggetti in allontanamento è mostrata in rosso (ed indica il resshift). Cortesia
Gary Bower, Richard Green (NOAO), STIS Instrument Definition Team e NASA.
Inoltre, chiare tracce della presenza di un buco nero al centro di M84 sono state rilevate dal nuovo spettrografo. La prova sta nella "firma" dei gas che ruotano velocemente intorno al nucleo galattico. L'eccitazione per Hubble continuerà anche la prossima settimana , quando il 20 maggio verranno rilasciate nuove immagini di Marte.
(21K jpeg) Il Voyager 1 catturò questa drammatica immagine della Grande Macchia Rossa di Giove e delle regioni circostanti il 25 febbraio 1979, quando si trovava ad una distanza di 9,2 milioni di chilometri dal pianeta. I dettagli visibili più minuti hanno una dimensione di 160 km. Da notare gli ovali bianchi di varie dimensioni; uno di questi sembra adesso in collisione con la Grande Macchia Rossa. Cortesia Jet Propulsion Laboratory e NASA.
(27K gif) Il percorso della cometa Hale-Bopp a metà del 1997. La posizione della cometa nel cielo è data all'ora 0 Tempo Universale per ciascuna data.
Per maggiori informazioni, dai collaboratori di Sky & Telescope, sulla cometa Hale-Bopp, visita la SKY Online Comet Page.
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