Sky & Telescope
Notiziario settimanale

18 aprile 1997

Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Cometa Hale-Bopp (13K jpeg) Nonostante la luminosità diffusa della Luna, l'astrofotografo David Bridges è riuscito, il 10 aprile, ad ottenere quest'immagine della cometa Hale-Bopp. Da notare la debole coda blu di gas che appare sdoppiata sopra la più riconoscibile coda bianca di polveri. Bridges ha utilizzato un obiettivo di 135-mm a f/2.5 ed una pellicola Fuji SG-Plus 800 con esposizione di 2 minuti. © 1997 David Bridges.

L'Hale-Bopp offuscata dalla Luna

Lo splendore della gloriosa cometa Hale-Bopp risente della luminosità del cielo provocata dalla Luna che sarà piena la notte del 22 aprile. I rapporti indicano che la magnitudine è ancora prossima a -0,5, la coda di polveri è visibile ad occhio nudo e quella di ioni con un binocolo. Anche con la forte luminosità lunare, la cometa è inconfondibile. Osservatela almeno 1 ora e ½ dopo il tramonto, quando il cielo è completamente scuro. Dovrebbe essere riconoscibile tra 20° e 30° sopra l'orizzonte a nord-ovest (dipende dalla vostra latitudine).

Comet Hale-Bopp, alla fine di aprile, di sera (60K jpeg) La cometa Hale-Bopp alla fine del tramonto. Il percorso è tracciato sullo sfondo stellato per la prima metà di aprile; il simbolo ne segna la posizione, alla data indicata, per gli osservatori nordamericani. L'orizzonte indicato è segnato per la latitudine di 40° nord per la data a metà del percorso tracciato. La cometa e le stelle appariranno più alte sull'orizzonte prima di questa data, più basse nei giorni seguenti.


Le tre code della cometa Hale-Bopp (65K jpeg) Le tre code dell'Hale-Bopp. Nell'immagine a sinistra sono visibili le emissioni del sodio atomico, da notare la coda diritta e sottile rivolta in alto a sinistra. E' diretta lontano dal nucleo in una direzione differente rispetto alle classiche code di polveri e ioni, visibili nell'immagine a destra. Cortesia G. Cremonese, A. Fitzsimmons, e D. Pollacco.

L'Hale-Bopp espelle sodio

Cercando di mappare la distribuzione del sodio in prossimità del nucleo della cometa, gli astronomi rimasti sorpreso scoprendo che gli atomi di questo elemento formano una coda ben distinta da quelle tradizionali delle comete, formate da gas e polveri. La coda di sodio è stata osservata la prima volta il 16 aprile, quando Don L. Pollacco (Isaac Newton Group of Telescopes) ha registrato un'immagine CCD attraverso un filtro che isola la luce emessa dagli atomi di sodio neutri (la linea gialla D). Quelle immagini presentano due code di sodio: una larga sovrapposta a quella perlacea di polvere ed una diritta e sottile lunga quasi 7 gradi e larga solo 10 minuti d'arco. L'ultima è posizionata pochi gradi ad est della direzione dell'anti-Sole e della coda di ioni più importante. Pollacco ed i colleghi Gabriele Cremonese (Osservatorio di Padova) e Alan Fitzsimmons (Queen's University Belfast) hanno effettuato le osservazioni con il telescopio di 2,5 metri Isaac Newton a Las Palmas alle Isole Canarie.

Il sodio è stato rilevato nelle comete molte altre volte, ma sempre nella chioma in prossimità del nucleo. Come possano gli atomi neutri di questo elemento formare una coda così diritta resta qualcosa di misterioso. Lo spettro ha rivelato che gli atomi di sodio vengono accellerati lungo la coda, raggiungendo una velocità di 95 chilometri al secondo alla distanza di 11 milioni di chilometri dal nucleo. Una spiegazione possibile, riguarda gli stessi fenomeni di fluorescenza che incrementano le linee D di emissione, caratteristiche del sodio.

Per maggiori informazioni, dai collaboratori di Sky & Telescope,, sulla cometa Hale-Bopp, compreso immagini ed animazioni, visita la SKY Online Comet Page.

Oppure consultate la guida "Quando, dove e come osservare la cometa Hale-Bopp". (in italiano)


La controparte di un gamma burster? (82K jpeg) Qualche ora dopo che il 28 febbraio il satellite BeppoSAX ha fotografato un lampo di radiazioni ad alta energia proveniente dalla costellazione di Orione, il telescopio William Herschel ha ottenuto l'immagine a sinistra nella luce visibile. Immagini successive prese nei giorni seguenti, come quella a destra presa dal telescopio Isaac Newton di 2,5 metri, mostrano chiaramente che un oggetto, denominato "OT" (optical transient - transiente ottico) è, scomparso alla vista. La caratteristica di questo misterioso punto di luce lascerebbe pensare ad un possibile collegamento all'enigmatico lampo nella radiazione gamma (gamma-burst). Cortesia Isaac Newton Group of Telescopes.

Lampi gamma: lontani o vicini?

Potrebbero aver fatto un altro passo avanti gli astronomi che da trent'anni stanno cercando di risolvere il mistero rappresentato dalla natura e dall'origine dei lampi gamma. Il 28 febbraio, un rivelatore di gamma-burst a bordo del satellite italo-olandese BeppoSAX è scattato e contemporaneamente le telecamere per raggi X hanno fotografato un flash nella costellazione di Orione. Già da solo potrebbe essere motivo d'interesse ma alla diffusione della notizia ha seguito una frenetica attività da parte degli osservatori di tutto il mondo. In una Circolare IAU del 12 marzo, Paul J. Groot (Università di Amsterdam) e colleghi hanno annunciato di aver trovato, puntando il telescopio di 4,2 metri William Herschel a La Palma verso la zona in cui era stato avvistata la macchia calda della radiazione X, una sorgente di luce in più che in seguito è lentamente scomparsa alla vista tra il 1 e l'8 marzo. Le immagini provenienti da altri osservatori hanno confermato l'esistenza di quella che potrebbe essere una galassia distante. Questo incoraggerebbe gli scienziati a propendere a favore dell'ipotesi che i lampi gamma hanno origine a miliardi di anni luce di distanza.

William Herschel Telescope (33K jpeg) Il Telescopio William Herschel di 4,2 metri è il "re della montagna" di La Palma nelle Isole Canarie. Cortesia Isaac Newton Group of Telescopes.

Un'altra Circolare IAU del 17 aprile li ha però riportati nell'incertezza. Patrizia Caraveo (Istituto di Fisica Cosmica dell'Università di Milano) e colleghi riferiscono della presenza, osservata dal Telescopio Spaziale Hubble, di un oggetto puntiforme che si muove in cielo spostandosi di mezzo secondo d'arco all'anno. Ciò significherebbe che la sorgente di lampi gamma potrebbe essere un oggetto relativamente vicino, all'interno della nostra Via Lattea. Stabilire la distanza dei gamma-ray bursters è di cruciale importanza per determinare l'ammontare dell'energia che emettono.


L'asse di rotazione dell'universo (5K gif) Questa illustrazione mostra l'orientamento approssimativo di quello che potrebbe essere l'asse favorito dell'universo. Visto da Terra, l'asse è qualcosa di simile ad un doppio cono (visibile in rosso) che si allarga nella direzione della costellazione del Sestante da un lato e dell'Aquila dall'altro. Ciascun puntino giallo rappresenta una radiogalassia; la Terra è al centro. Cortesia University of Rochester.

Una nuova rotazione per l'universo

L'universo ha qualcosa di simile ad un asse di rotazione? Due astronomi ipotizzano che possa essere così. La sorprendente scoperta è stata fatta studiando le osservazioni radio di galassie lontane. Nel numero di lunedì di Physical Review Letters, John Ralston (Università del Kansas) e Borge Nodland (Università di Rochester) riferiscono di come i segnali radio nel cosmo sembrino polarizzati preferibilmente in alcune direzioni, lasciando supporre l'ipotesi che esista un asse dell'universo. Se venisse confermato, potrebbe avere conseguenze significative nella comprensione dell'universo. Ralston e Nodland spiegano che le leggi dell'elettromagnetismo potrebbero essere riviste, che l'universo non si espande nel modo uniforme che oggi pensiamo o che la luce nello spazio intergalattico potrebbe viaggiare a velocità differenti per qualche ragione.


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