Sky & Telescope
Notiziario settimanale

21 novembre 1997

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Edizione italiana a cura di Mario Farina

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Urano Urano, anelli e satelliti A sinistra (11K JPEG): Urano, il pianeta color dell'acqua, è tradizionalmente privo di caratteristiche osservabili. Lo spostamento della primavera verso l'emisfero nord potrebbe però portare ad un maggiore pronunciamento delle strutture nuvolose. Cortesia Heidi Hammel e NASA. A destra (23K JPEG): L'immagine composita dell'HST, formata da 3 riprese nel vicino infrarosso, rivela un anello di nubi chiare a nord (a destra) dell'equatore. Le otto lune evideniate furono tutte scoperte dal Voyager 2 nel 1986. Cortesia Erich Karkoschka, STScI e NASA.

Urano dà spettacolo

Nel luglio scorso gli astronomi, con l'ausilio dell'Hubble Space Telescope, hanno puntano lo sguardo sul lontano Urano che si trovava all'opposizione e quindi relativamente vicino alla Terra, a "soli" 2,8 miliardi di chilometri (18,8 unità astronomiche) di distanza. Queste immagini, rilasciate il 20 novembre rivelano caratteristiche dell'emisfero nord, nascosto nell'ombra nel corso dell'incontro ravvicinato del Voyager 2 del 1986, mai osservate in precedenza. Secondo il ricercatore Heidi Hammel (MIT), per all'occhio umano il pianeta è ancora un tenue e pallido disco blu. A certe lunghezze d'onda infrarosse però, il gas metano nell'atmosfera del pianeta assorbe intensamente la radiazione causando l'oscuramento del pianeta e mettendo in risalto le nubi ad alta quota. Diverse nubi appaiono sorvolare Urano a latitudini prossime a 30° nord ed il gruppo di ricercatori utilizzerà queste caratteristiche per cronometrare la rotazione del pianeta a quella latitudine. Nel frattempo, le nuove immagini dell'Hubble hanno mostrato chiaramente il debole sistema di anelli così come otto piccoli satelliti in orbita. Per maggiori dettagli sulle osservazioni di Hubble visitate il sito dello Space Telescope Science Institute (STScI).


Giove nell'infrarosso (39K JPEG) Questo mosaico di tre immagini realizzate dal Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer (NICMOS) di Hubble, mostrano le nubi ad alta quota (bande), l'anello vicino al pianeta (visto di fianco) e la piccola luna di 40 chilometri di diametro Metis. Cortesia Reta Beebe (New Mexico State University), STScI e NASA.

Giove nell'infrarosso

Gli astronomi hanno reso pubblica un'altre immagine di un pianeta, osservato Martedi per la prima volta dal nuovo strumento Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer (NICMOS), installato dagli astronauti nel febbraio 1997. Le riprese sono state effettuate il 17 settembre da Reta Beebe (New Mexico State University) e colleghi. Ottenute alle lunghezze d'onda caratteristiche delle emissioni del metano, rivelano bande di nuvole di metano al di sopra dello strato principale di nubi del pianeta oltre ad un anello ed al piccolo satellite Metis. Ulteriori disamine di Giove, accoppiate ad immagini nella radiazione visibile, porteranno gli astronomi ad una migliore conoscenza dell'atmosfera del più grande pianeta del sistema solare.


Tempesta meteorica delle Leonidi (61K JPEG) La mattina del 17 novembre 1966 le Leonidi riempirono il cielo. Sarà così anche nei prossimi anni? A. Scott Murrell dell'Osservatorio dell'Università Statale del Nuovo Messico ha realizzato questa fotografia con una normale macchina fotografica con obiettivo di 50 mm montata su un telescopio per inseguire il movimento del cielo ed esponendo la pellicola, una Kodak Tri-X (ISO 400), per 10-12 minuti.

Le Leonidi nella luce lunare

Mentre nessuno ha riportato l'osservazione di qualcosa di vagamente simile ad una tempesta meteorica, in molti sono stati comunque impressionati dalle molte stelle cadenti portate Lunedi notte dallo sciame meteorico delle Leonidi. Secondo il collaboratore di S&T Steve O'Meara, che ha effettuato l'osservazione dalla sommità del vulcano Mauna Loa alle Hawai, sono state diverse le occasioni in cui le meteore sono entrate nell'atmosfera a gruppi di 4 o 5. La più luminosa ha raggiunto la magnitudine -4 (la stessa di Venere), esplodendo con un lampo chiaro e lasciando una scia che è rimasta visibile, a dispetto della Luna piena, per oltre cinque minuti. Il tasso orario massimo l'ha registrato tra le ore 13 e 14 Tempo Universale, quando ha osservato 41 meteore e le scie erano di colori variabili dall'arancione al verde. Poiché lo sciame meteorico delle Leonidi è legato alla cometa 55P/Tempel-Tuttle che raggiungerà il perielio in febbraio, gli osservatori speravano in una pioggia più intensa. Aumenta quindi la possibilità che la tempesta di Leonidi arrivi nel 1998 e/o nel 1999. (consultate la SKY Online's Meteor Page).


Pianeti serali (34K JPEG)Dalla metà di novembre fino all'inizio di dicembre, saranno presenti nel cielo serale tutti i pianeti visibili ad occhio nudo. Nella figura, Saturno giace esternamente al campo inquadrato in alto a sinistra. Urano e Nettuno si trovano tra Giove e Venere, per maggiori informazioni consultate l'articolo "L'osservazione di Urano, Nettuno e Plutone nel 1997".

Parata di pianeti

Se inizierete di buon ora le osservazioni serali, avrete la possibilità di osservare quasi tutti i principali pianeti del sistema solare. Da Venere a Nettuno, i pianeti saranno ben alti sull'orizzonte mentre il cielo si oscura nel crepuscolo serale mentre Mercurio risale gradualmente l'orizzonte a sud-ovest avviandosi alla sua maggiore elongazione dal Sole, prevista alla fine di novembre. Partendo da Mercurio e volgendosi verso est, troveremo Marte, Venere, Nettuno, Urano, Giove e Saturno. Solo Plutone, di 13° magnitudine, è fuori portata essendo abbastanza basso sull'orizzonte in direzione ovest-sud-ovest.


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