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La rivista essenziale di astronomia

Sky & Telescope
Notiziario settimanale
23 agosto 1996

Edizione italiana a cura di Mario Farina
Crateri su Marte (42K gif) Durante formazione di questo cratere su Marte, di 23 per 15 km, sarebbero stati scagliati, prima nello spazio e poi sulla Terra, dei frammenti di roccia? Potrebbe essere ! Cortesia Calvin J. Hamilton, Los Alamos National Laboratory.

Marte una rampa di lancio ?

Il 7 agosto, un gruppo di ricercatori diede la notizia che su Marte, un tempo, potevano aver vissuto primitive forme di vita. Giunsero a questa deduzione studiando attentamente un meteorite lanciato dalla superficie marziana 16 milioni di anni fa. Adesso, la planetologa Nadine G. Barlow ( University of Central Florida ) annuncia l'identificazione di due crateri su Marte come possibili zone di origine del meteorite. Il suo catalogo di 42.283 crateri, compilato dai dati delle sonde Mariner e Viking, ne include due di forma allungata, dai contorni netti e circondati da uno strato di materiale originario intrappolato in precedenza sotto la superficie.
Entrambi i crateri si trovano negli antichi altopiani meridionali ed in entrambe le regioni sono rilevabili i segni della presenza, in passato, di flussi d'acqua. Tutto questo coincide con l'età di 4,5 miliardi di anni del meteorite e con la presenza di carbonati al suo interno, che si formano normalmente in presenza di acqua.
Per maggiori informazioni sulla scoperta di possibili fossili microscopici in un meteorite marziano vedere Vita dal passato di Marte ?


L'enigma comete o asteroidi

Due scoperte recenti hanno reso più confusa la distinzione tra comete ed asteroidi. Il primo è il caso di un oggetto di 18esima magnitudine catturato sulle lastre del telescopio Schmidt dell'ESO da Guido Pizarro ma di cui il primo ad annunciarla è stato Eric Elst in Belgio, ai primi di agosto. I calcoli evidenziano un moto abbastanza uniforme, simile a quello di migliaia di asteroidi della fascia principale. L'unico problema è dato dalla presenza di una breve coda. Alcuni azzardano che la coda della cometa Elst-Pizarro ( P/1996 N2 ) sia piuttosto recente, forse la conseguenza di una temporanea emissione di polvere alla fine di maggio o in giugno.

Nel frattempo, il progetto NEAR Near-Earth Asteroid Tracking della NASA, diretto da Eleanor Helin, ha tenuto d'occhio, tra le centinaia di nuovi asteroidi che scopre ogni mese, un oggetto in un'orbita decisamente simile a quella di una cometa. Al momento non c'è traccia di coda o di chioma, così l'oggetto è stato nominato per adesso asteroide 1996 PW. La sua orbita straordinaria, si estende 10 volte più esternamente di Plutone ed al momento si trova al perielio tra Marte e Giove. Durante il suo ultimo passaggio gli egiziani stavano costruendo le loro piramidi ! Se questo oggetto si dimostrasse essere una cometa ormai spenta più che un asteroide, potrebbe svelare agli astronomi qualcosa in più su quello che succede alle comete quando si spingono lontano dalla remota Nube di Oort.


La nuova cometa Tabur

Un'altra nuova scoperta è la cometa Tabur, scoperta il 19 agosto dall'osservatore australiano Vello Tabur con un riflettore di 20 cm. Al momento è solo della 10° magnitudine, un debole batuffolo nella zona est di Eridano, vicino al confine con Orione. Previsioni da un'orbita preliminare ritengono che in Ottobre la cometa Tabor raggiungerà la 6° magnitudine.


Mappa (40K gif) Il percorso della cometa Hale-Bopp nel 1996. Visibile ad occhi esperti, la cometa è un facile obiettivo per binocoli e piccoli telescopi.

Hale-Bopp stabile

La Hale-Bopp si sta portando puntualmente alla magnitudine 5,5, benché la luminosità della Luna costituirà alla fine di agosto un problema. La sua posizione per la settimana prossima è indicata per l'ora 0 U.T. ( equinozio 2.000 ):

Cometa Hale-BoppA. R.Decl.
24 agosto17h 45.1m-7° 4'
26 agosto17h 43.4m-6° 56'
28 agosto17h 41.8m-6° 49'
30 agosto17h 40.3m-6° 41'

Per maggiori informazioni sulla cometa Hale-Bopp visita la SKY Online's Comet Page.


Pegasus e l'aereo da trasporto (56K jpeg) Un razzo Pegasus XL con il satellite FAST nella sua ogiva, pende dal ventre del Lockheed L-1011. Cortesia NASA-Goddard Space Flight Center e Orbital Sciences Corp.

Alla fine, il FAST

Il Fast Auroral Snapshot Explorer (FAST) della NASA è stato finalmente messo in orbita dopo un ritardo di due anni dovuto ai problemi del suo vettore, il razzo ad impennata Pegasus XL. Il 21 agosto, un nuovo Pegasus è stato sganciato dal suo aereo trasportatore, un L-1011, 13 chilometri al di sopra dell'Oceano Pacifico. Pochi secondi dopo, si accendeva il motore a tre stadi per lanciare il FAST in orbita. Il satellite fa uso di numerosi sensori elettromagnetici per controllare l'accellerazione a breve termine delle particelle nell'aurora.


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