A caccia di asteroidi dal giardino di casa di Dennis di Cicco Tratto da CCD Astronomy (Edizione italiana a cura di Mario Farina) |
In alto: L'autore, con successo, caccia asteroidi dal cortile posteriore di casa in un sobborgo ad una trentina di chilometri dal centro di Boston, nel Massachusetts, affetto da inquinamento luminoso. All'inizio lavorando con un telescopio Celesctron di 30 cm ed una camera CCD SBIG ST-6, ora con uno Schmidt-Cassegrain Meade di 40 cm e CCD ST-7. Mentre la rapida rotazione computerizzata del telescopio e la funzione di guida automatica della camera ST-7 hanno notevolmente incrementato l'efficienza della ricerca, tutte le sue scoperte sono state alla portata di telescopi di 20 cm al lavoro sotto cieli bui. La luce lunare ha illuminato questo autoritratto con posa di 4 minuti.
STANOTTE, PUOI SCOPRIRE un asteroide. Per gli astrofili, questa possibilità è stata concretizzata dalla tecnologia digitale e dalla rivoluzione apportata dall'avvento dei CCD.
A prima vista non sembrerebbe un'affermazione particolarmente rilevante. Dopotutto si può scoprire una nova, una supernova o anche una cometa: gli astrofili hanno dimostrato che tutto ciò è realmente possibile. Nel caso degli asteroidi però, c'è una differenza sostanziale: se nel corso di una notte buia e tersa decidemmo di cercarli, il successo sarebbe virtualmente garantito, mentre negli altri tre casi la possibilità sarebbe piuttosto bassa.
Questa è la conclusione a cui sono giunto all'inizio dell'altro anno, quando scoprii casualmente otto asteroidi con un telescopio di 30 cm equipaggiato con camera CCD mentre inseguivo degli oggetti scoperti nei 12 mesi precedenti. Ogni sei campi CCD di 12 per 16 minuti d'arco ciascuno, mi apparve un nuovo oggetto. Statisticamente il dato era molto relativo ma pensai tuttavia che non sarebbe stata un'impresa difficile inquadrare ogni sera sei campi diversi ed avere così la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo.
Nell'ottobre 1995 decisi di mettere la mia idea alla prova e la notte del 12 inquadrai cinque campi sovrapposti nella costellazione dei Pesci in prossimita dell'eclittica. Coprendo un tratto di cielo ampio solo 18 minuti d'arco ed alto 50, mi preparai ad un sicuro fallimento essendo la Luna illuminata quasi al 90 per cento e nelle vicinanze della regione prescelta. Con mia gioia, invece, nel primissimo campo mi apparvero tre oggetti in movimento! Uno risultò essere un asteroide conosciuto leggermente spostato rispetto alla posizione prevista ma gli altri due erano nuovi e la scoperta mi venne accreditata (vedi il seguito dell'articolo per i dettagli su come le scoperte vengono ufficializzate).
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Quanti asteroidi da scoprire sono alla portata dei telescopi amatoriali? Considera questo ampio campo di ¼° nel Toro del Natale 1995: contiene quattro oggetti scoperti dall'autore. 1995 XB fu trovato il 3 dicembre, nel corso di normali osservazioni di routine, il 23 dicembre scoprì anche 1995 YH2 e 1995 YJ2. La notte seguente, mentre otteneva delle immagini per confermare la scoperta,
trovò anche 1995 YK2. Tutti e quattro grandi come una città,
hanno una magnitudine compresa tra la 16 e la 17. Nonostante la sovrapposizione delle immagini tenda a rendere più visibili gli oggetti fissi, come tecnica è meno efficace del blinking poiché può ridurre il rapporto segnale/rumore nelle immagini di asteroidi deboli ed in movimento. Questa è un'immagine composita di 3 esposizioni di 4 minuti con CCD SBIG ST-7 e LX200 Meade di 40 cm con riduttore di focale MAXfield Optec, che porta il rapporto focale effettivo a f/3.3.
Notte fortunata? Non proprio. Dalla fine dell'anno effettuai la ricerca per altre otto notti, generalmente inquadrando diversi campi adiacenti a quelli in cui apparivano oggetti conosciuti, esaminando nel totale un'area di circa 9 gradi quadrati in prossimità dell'eclittica. Solo una notte l'osservazione ebbe successo, segnando altre 21 nuove scoperte confermate, di magnitudine 18 o anche più luminose.
Perché non sono molti gli astrofili che ci si dedicano? Probabilmente perché la maggior parte non può. Tra gli astrofili nord-americani, il cacciatore di asteroidi di maggior successo rimane ancora Joel H. Metcalf, un ministro della Chiesa Unitaria che visse nella Nuova Inghilterra. Prima della sua morte, nel 1925, scoprì fotograficamente oltre 150 asteroidi dal giardino di due case nel Massachusetts orientale. Uno dei cacciatori più noti al giorno d'oggi è l'inglese Brian Manning, anche lui ricercatore con la tecnica fotografica ma che in seguito ha eseguito le sue osservazioni con una camera CCD autocostruita.
La tecnologia digitale ha reso il procedimento della scoperta sia più facile che più veloce e quindi più attraente. Astrofili giapponesi ed italiani sono a caccia di asteroidi con i CCD da molti anni e nessuno con più successo di Takao Kobayashi di Oizumi. Lavorando con un telescopio di 25 cm e camera CCD, lo scorso dicembre ha portato a circa 1.200 le rilevazioni di posizioni di asteroidi precise con magnitudine limite di 18 e, solo in quel mese, ad oltre 100 nuove scoperte ufficiali. Questo numero impressionante impallidisce, però di fronte a quello del progetto Spacewatch condotto dal Kitt Peak National Observatory in Arizona. Qui gli astronomi utilizzano un telescopio automatizzato di 90 cm per cercare i rari oggetti in avvicinamento alla Terra e per la scansione di asteroidi della "cintura principale" fino alla 21° magnitudine. Solo nel novembre 1995, Spacewatch si è accreditato oltre 8.700 misure posizionali ed oltre 1.200 nuove scoperte!
La convergenza della tecnologia digitale, che comprende i CCD, con i programmi per computer, la posta elettronica ed i cataloghi stellari su CD-ROM ha aperto le porte del regno della scoperta degli asteroidi a ciascun astrofilo. Ecco cosa è indispensabile sapere.
Impressionante, come la velocità con la quale un oggetto può essere identificato come nuovo. Via Internet o con una connessione diretta via modem ai computers del Minor Planet Center di Cambridge, nel Massachusetts, in meno di un minuto puoi ottenere l'elenco di tutti gli asteroidi e comete conosciuti per ogni regione del cielo. Se un oggetto in movimento non compare nella lista, ci sono buone possibilità che sia sconosciuto.
Quello che rimane da fare è è un'osservazione di conferma in una seconda notte (più osservazioni in una sola notte non sono sufficienti a qualificare la scoperta). Quindi, segna la posizione misurata in un formato standard ed inviala per posta elettronica al Minor Planet Center. Generalmente, nel giro di una giornata (talvolta in poche ore) una risposta via e-mail darà conferma dell'accettazione dell'osservazione e, se l'oggetto dovesse rivelarsi veramente nuovo, gli assegnerà una denominazione.
Un vantaggio enorme agli odierni osservatori con CCD viene dalla capacità di preparare carte stellari personalizzate utilizzando i dati dell'Hubble Guide Star Catalog e di alcuni tra i diversi software commerciali. Quella a sinistra (30K JPEG), è stata realizzata utilizzando il programma della E.L.B. Software MegaStar per confrontarlo all'immagine adiacente (57K JPEG) che presenta due tra i molti asteroidi scoperti dall'autore. Oltre ad aiutare l'identificazione di campi non definiti, le carte sono ottime per effettuare annotazioni che aiuteranno nella riduzione dei dati astrometrici.
Giova ricordare che tutto questo lavoro può essere effettuato con computer e programmi normalmente in commercio e che l'intero processo è straordinariamente rapido. Ci sono sere in cui, seduto davanti alla tastiera del computer, prendo le immagini, le comparo, trovo un oggetto, ne misuro la posizione, ne verifico la conoscenza e preparo i dati per l'invio in forma elettronica (dopo la conferma di una seconda notte) senza mai alzarmi dalla sedia.
Le immagini.
Non ci sono regole ferree sulle camere CCD o sui telescopi necessari per un lavoro sugli asteroidi. Per essere efficace, il sistema dovrebbe essere in grado di registrare stelle deboli fino alla magnitudine 18 in una esposizione singola di 4 minuti. Pressoché tutte le camere CCD applicate ad un telescopio di 20 cm e sotto un cielo buio e limpido, sono in grado di compiere questa operazione.
Mentre il buonsenso ci dice che un campo vasto è d'aiuto in un programma di ricerca, c'è un limite pratico posto dalla ricerca di asteroidi che si aggira sui 2 secondi d'arco per pixel. Una scala minore (cioé coprire una porzione di cielo maggiore per pixel) limiterà la precisione della posizione nelle misurazioni astrometriche. Se la scala fosse maggiore, non solo il campo diverrebbe piccolo oltre il necessario, ma la sensibilità del sistema stesso scenderebbe, specialmente per oggetti in movimento che "impressionano" un dato pixel solo per un tempo limitato (un tipico asteroide della cintura principale prossimo all'opposizione si muove di circa 0,5 arcosecondi al minuto).
In condizioni medie di osservazione amatoriale, la scala di pixel intorno ai 2 secondi d'arco fornisce una capacità di rilevamento quasi ottimale delle stelle deboli. Inoltre, in questa scala, frame presi ad intervalli di 10-15 minuti mostreranno chiaramente il moto dell'asteroide nella successiva fase di comparazione (blinking).
Il tempo centrale di ogni esposizione dovrebbe essere noto con una precisione di 1 secondo (1/100.000 di giorno) o più se l'oggetto in questione si muove rapidamente, per poter essere utilizzato per l'astrometria. Alcune camere registrano automaticamente il tempo dell'esposizione prendendo come riferimento l'ora del computer, sarà necessario in questo caso controllarlo con un segnale radio o telefonico all'inizio di ogni notte. Inoltre, occorre controllare se la camera registra l'inizio o la fine di un'esposizione. Quello che occorre riportare è il tempo medio che per una singola esposizione è dato dalla metà della durata dell'esposizione sommata al tempo in cui ha avuto inizio. Nel caso di esposizioni multiple, accumulate per creare un'immagine integrata di maggior durata ed efficacia, il calcolo è più complesso, è quindi necessaria una buona registrazione dei tempi.
E' necessario inoltre conoscere la longitudine, la latitudine e l'altitudine del sito osservativo con precisione superiore ad 1 minuto d'arco. Questa informazione è ottenibile velocemente dalle carte topografiche o con un ricevitore GPS (Global-Positioning-System).
Le immagini intermittenti (blink).
E' qui la chiave della ricerca e molto viene dall'esperienza: una moltitudine di cadute attende l'inesperto. Pixel "caldi", rilevazioni casuali di raggi cosmici e un mare di altri artefatti possono mimare nel CCD il movimento degli asteroidi ed ingannare il principiante. Dopo aver comparato centinaia di immagini nel corso degli ultimi due anni con la tecnica del blinking, ho potuto apprezzare meglio una storia che circola tra i cacciatori di comete: i migliori tra loro sembrano sapere istintivamente quando l'oggetto nell'oculare è una cometa e non una debole galassia solo perché "sembra una cometa"! Allo stesso modo, c'è un qualcosa che distingue un vero asteroide quando si confrontano le immagini in rapida successione (tecnica del blinking).
Un buon metodo per escludere i falsi allarmi è quello di avere tre o più immagini e di visionarle secondo varie combinazioni. In questo caso è d'aiuto che tra le varie esposizioni ci siano intervalli di tempo uguali. Rimasi sorpreso di quanto sia difficoltoso identificare un oggetto debole comparando un set di immagini separate da un intervallo di 20 minuti ed un'altro separato da un'ora. La combinazione occhio-cervello si aspetta infatti di vedere un movimento simile in entrambi i casi.
Ancora meglio del blinking tra una coppia di immagini è il montaggio di un gruppo di tre o più in una sorta di animazione che si ripete in continuazione (loop). In questo modo, anche gli oggetti più deboli sembrano "saltare fuori dallo schermo". Il programma MIRA della Axiom ha una routine particolarmente efficace per l'allineamento delle immagini e la creazione di loop animati.
Alcune routine per il blinking "comprimono" diversi pixel dell'immagine CCD in uno singolo per ottenerne una che, per esempio, riempie una finestra di particolari dimensioni nello schermo. L'esperienza ci ha mostrato che questa compressione tende a mascherare gli oggetti deboli.
Misure di posizione.
Attualmente sono disponibili diversi programmi per effettuare misure astrometriche dalle immagini CCD. Due tra i più popolari sono Astrometrica e CCD Astrometry. Il primo fu sviluppato da Herbert Raab, coautore dell'articolo sull'astrometria a pagina 20 di questo numero della rivista (Inverno 1995). Può essere contattato all'indirizzo Schrammlstrasse 8, A-4050 Traun, Austria; e-mail k3032e0@c210.edvz.uni-linz.ac.at. L'altro programma è di John Rogers c/o Computer-Aided Astronomy, P.O. Box 1814, Camarillo, CA 93011; e-mail 72401.3174@compuserve.com. Entrambi i programmi lavorano sotto DOS e richiedono i dati di riferimento dell'Hubble Guide Star Catalog (disponibile su CD-ROM dall'Astronomical Society of the Pacific, 390 Ashton Ave., San Francisco, CA 94112; http://www.aspsky.org/).
(27K JPEG) L'Hubble Guide Star Catalog è disponibile su CD-ROM e contiene le posizioni accurate di circa 20 milioni di stelle dell'intero cielo. Senza questo aiuto, l'astrometria CCD sarebbe quasi impossibile poiché un campo tipico non contiene il minimo richiesto di tre stelle di riferimento.
Non fatevi fuorviare da programmi che danno posizioni approssimate degli oggetti nelle immagini CCD: l'astrometria richiede una precisione superiore al secondo d'arco. A dispetto delle rigorose formule matematiche che richiedono, i programmi di Raab e Rogers effettuano questo lavoro nel volgere di un battito di ciglia con pochi click del mouse. Anche pacchetti software avanzati per l'analisi delle immagini come MIRA effettuano calcoli astrometrici ma Astrometrica e CCD Astrometry sono un vero piacere da usare poiché sono stati realizzati espressamente per l'astrometria di comete ed asteroidi con camere CCD amatoriali. I dati vengono forniti anche nel formato adatto all'invio per posta elettronica, un grande vantaggio considerando il tempo perso per trasporre anche un singolo paio di cifre nella moltitudine di numeri associati ad una normale misura.
(77K JPEG) Oltre ad essere stati "confezionati" appositamente per l'utilizzo con camere CCD amatoriali, i due programmi menzionati nel testo formattano i dati automaticamente per l'invio al Minor Planet Center. Negli oggetti in questo messaggio compare 1995 SL5 (codificato come J95S05L), un nuovo oggetto scoperto dall'autore con il proprio numero di codice sequenziale ed un asterisco che evidenzia l'osservazione della scoperta e l'asteroide numero 3503 preceduto da uno zero in previsione del giorno in cui il numero di asteroidi raggiungerà la 10.000° unità.
La verifica dell'identificazione.
Il passo che segue la localizzazione e la misurazione di un oggetto è il controllo della sua conoscenza. A questo scopo non c'è luogo migliore del Minor Planet Center, che offre in un colpo solo tutto ciò che occorre agli osservatori di asteroidi e comete: è questa la sede internazionale dove vengono vagliate le scoperte ed a cui vanno sottoposte le misure astrometriche di routine. Ha anche un programma interattivo per la generazione di effemeridi di oggetti nuovi o noti ed ospita anche altri servizi.
Il centro è accessibile via Internet o per connessione diretta via modem ad un numero telefonico di Cambridge. Nulla è richiesto per scoperte e misure astrometriche ma per gli altri servizi è richiesta una modesta sottoscrizione. Tutto quello che c'è da sapere è disponibile al sito del centro sul World Wide Web, http://cfa-www.harvard.edu/cfa/ps/mpc.html, oppure è sufficiente scrivere all'indirizzo Minor Planet Center, Mail Stop 18, Smithsonian Astrophysical Observatory, 60 Garden St., Cambridge, MA 02138 USA; e-mail iausubs@cfa.harvard.edu.
Mentre ci sono dei programmi che tracciano la posizione nel cielo di asteroidi conosciuti, quello con cui ho dimestichezza comprende solo gli asteroidi numerati permanentemente (circa 7.000 oggetti). Nel database del Minor Planet Center però ce ne sono altre migliaia che devono essere controllati prima di riportare come possibile, la scoperta di un oggetto.
Cosa devi fare se trovi un oggetto sconosciuto? Prima di tutto prenderne la posizione una seconda notte. Con poche eccezioni riservate ad oggetti con orbite estremamente insolite, il Minor Planet Center non pubblica o accredita una scoperta per un'osservazione compiuta una sola notte. Anche nel caso di oggetti conosciuti è molto utile poterli misurare una seconda notte. Nel momento in cui avrai abbastanza informazioni da comunicare per via elettronica, gli astronomi al centro li analizzeranno e li aggiungeranno all'oltre un milione di posizioni già rilevate dagli astronomi professionisti e dagli astrofili di tutto il mondo.
Io suggerisco vivamente di partire osservando asteroidi conosciuti. Prima di tutto sarà una preziosa pratica nel puntamento del telescopio verso campi stellari dove l'obiettivo sembra proprio una stella! Dopo tre decadi passate come osservatore trovo sia un compito più difficile del previsto. Per fortuna oggi esistono eccellenti programmi per creare delle carte stellari dalla 15° magnitudine in giù basandosi sui dati nel Guide Star Catalog. I più popolari sono Guide della Project Pluto, MegaStar della E.L.B. Software e The Sky della Software Bisque.
(39K JPEG) Dennis di Cicco descrive la sua strategia per la ricerca di asteroidi nel corso di una sessione del 190° meeting dell'American Astronomical Society a Winston-Salem, North Carolina, del 10 giugno 1997. In questo meeting Sky & Telescope ha co-patrocinato una giornata di discussione, che non ha precedenti, mirata all'incremento della collaborazione tra astronomi professionisti ed astrofili. Fotografia di Johnny Horne, Fayetteville Observer-Times.
L'osservazione di oggetti conosciuti vi dà l'esperienza necessaria nella comparazione delle immagini e, soprattutto, nella misura delle posizioni. Gli asteroidi numerati (quelli con le orbite meglio conosciute), raramente compaiono a più di qualche secondo d'arco dalla posizione prevista dagli elementi orbitali aggiornati (disponibili dal computer del Minor Planet Center) e sono dei buoni obiettivi per verificare le proprie tecniche osservative. E' facile, inoltre, comparare le misure con le posizioni previste e verificare che la propria astrometria venga effettuata correttamente prima di sottoporre qualsiasi dato a verifica.
Dopo un pò di prove, si può passare a qualcosa di astronomicamente più significativo. Il Minor Planet Center mantiene degli elenchi di oggetti "insoliti" e "critici": quelli in orbite esotiche oppure raramente osservati in anni recenti. Inseguirli e fornire i dati necessari contribuisce alla formazione della propria credibilità di osservatore.
Il direttore del centro, Brian Marsden, ed il suo collega Gareth Williams, hanno trascorso un innominabile numero di ore ad aiutare astrofili che appaiono capaci di fornire dati astrometrici utili ma nessuno di loro tollera gli sciocchi, non se lo possono permettere: ogni mese verificano migliaia di osservazioni da tutto il mondo, non gli è possibile fare da guida ad ogni novizio.
Comunque, se si procede con cautela e si verificano le procedure osservative, ci sono buone possibilità che la prima posizione che sottoporrete a verifica sia precisa. La ricompensa sarà l'assegnazione di uno "station code", un codice per il vostro sito osservativo, ed i vostri dati verranno pubblicati nelle Minor Planet Circulars mensili insieme a quelli dei principali osservatori. Si prova un certo orgoglio a veder comparire le osservazioni di "817 Sudbury" tra quelle dell'"809 European Southern Observatory," del "691 Steward Observatory (Spacewatch)," e del "675 Palomar Mountain."
Per una ricerca efficiente, anche la strumentazione gioca un ruolo determinante. Inquadrare un campo fisso ed esporre tre o quattro volte nel corso di un'ora può essere un tipo di approccio, specialmente nel caso il telescopio sia privo di una motorizzazione per la rotazione veloce. Nel corso di una notte si possono coprire diversi campi e le statistiche dicono che dopo alcune notti qualcosa appare.
(26K JPEG) Alla conferenza stampa nel corso del meeting dell'AAS di Winston-Salem del 10 giugno 1997, l'autore di Cicco illustra un grafico che presenta la luminosità apparente degli asteroidi scoperti recentemente rispetto al tempo. Come hanno dimostrato i ricercatori, al diminuire della luminosità il numero degli oggetti scoperti aumenta considerevolmente: adesso sono oltre 5.000 gli asteroidi numerati. Gli astrofili equipaggiati con telescopi di medie dimensioni e camere CCD sensibili possono facilmente scoprire asteroidi di luminosità inferiore alla 16°, dove è maggiore il numero di oggetti scoperti recentemente.
Immagine di Johnny Horne, Fayetteville Observer-Times.
Un'altra possibilità è quella di prendere sequenze di immagini di campi adiacienti, una tecnica particolarmente facile da eseguire con telescopi dotati di motori veloci regolati dal computer o in quelli forniti di cerchi graduati digitali. Si tenga presente che la tecnica del blinking è più efficace se i campi combaciano perfettamente. Se per una qualsiasi ragione il telescopio viene mosso, per la seconda serie di esposizioni il campo deve essere nuovamente inquadrato. Anche se la mia esperienza è limitata, ho trovato che sono diversi i telescopi dotati di controllo computerizzato che sono assai precisi nel ritornare nella stessa posizione di cielo quando le coordinate del display del pannello indicano gli stessi valori per ciascuna esposizione. Questa ripetibilità sembra indipendente dalla precisione assoluta nel puntamento (quanto coincida la regione di cielo inquadrata con le coordinate del display).
C'è anche un'altra strategia di ricerca che garantisce dati utilizzabili: scegliete un campo che contiene un oggetto presente negli elenchi del Minor Planet Center di oggetti insoliti o critici. Ci sono molte più possibilità di scoprire qualcosa in più in questi campi che in regioni scelte casualmente nel cielo. Si possono incrementare ulteriormente le possibilità inquadrando uno o due campi adiacenti alla regione prescelta nell'intervallo di tempo che deve trascorrere tra due frames consecutivi dello stesso campo per il blinking successivo.
Spostando il telescopio in maniera efficiente tra le varie esposizioni, è semplice ottenere, in un'ora, quattro paia di scansioni sovrapponibili separate ciascuna da un intervallo di 30 minuti. Dalla fine di ottobre a gennaio le mie ricerche non sono mai fallite quando ho effettuato le osservazioni in questo modo per un paio d'ore a notte, ci sono molte cose che aspettano di essere scoperte e non ci vuole molto per trovarle!
Quando Dennis di Cicco editore associato di Sky & Telescope non è in ufficio o sta, occasionalmente, riposando, non è difficile trovarlo a godere del cielo serale dall'osservatorio nel cortile della sua casa di Sudbury nel Massachusetts.
Ulteriori letture: La letteratura relativa alla ricerca amatoriale di asteroidi è assai scarsa ma ci sono diversi paragrafi (oltre a molte altre letture di interesse generale) nel libro di William Liller: Cambridge Guide To Astronomical Discovery (Cambridge University Press, 1992). Non c'è molto da sapere sugli asteroidi per cercarli ma il libro Introduction to Asteroids di Clifford J. Cunningham (Willmann-Bell, 1988) è una facile lettura che offre una buona conoscenza di base.
Misurare la posizione di un asteroide nel corso di due notti, da una parte è sufficiente ad ottenere una denominazione preliminare come 1976 RU9 o 1995 TU, dall'altra non permette di prevederne le posizioni per più di poche settimane passate o future. E' normale, quindi, che uno stesso oggetto venga osservato più volte nel corso degli anni e che ogni volta gli venga assegnata una nuova denominazione. Nonostante in un mese possano venir assegnate centinaia di queste denominazioni preliminari, non significa che ognuna di queste sia riferita ad un asteroide mai osservato in precedenza. Significa solo che osservazioni multiple dello stesso oggetto non sono state collegate matematicamente per dimostrare che si riferiscono ad una stessa orbita.
La presenza di decine di migliaia di avvistamenti scollegati ha conseguenze interessanti per gli astrofili. A differenza dei professionisti, che raramente possono permettersi di seguire asteroidi nuovi ma apparentemente "normali", è facile per gli astrofili trovare nuovi interesse in questo "nuovo" territorio della ricerca celeste. Osservando un nuovo oggetto per diverse coppie di notti nel corso di un mese o più, c'è sempre la possibilità che l'orbita risultante sia sufficientemente accurata da poterla collegare alle osservazioni precedenti. Il personale del Minor Planet Center ed altri esperti di orbite nel mondo, sono costantemente alla ricerca di questi collegamenti. Se sono sufficienti, l'asteroide è pronto per poter essere immediatamente numerato. E' con questo procedimento che la mia prima scoperta, nell'ottobre 1994, è stata numerata (anche se la scoperta ufficiale è stata assegnata ad un osservatore precedente).
L'asteroide che avete osservato potrebbe essere completamente nuovo e necessitare anni di osservazioni per poterlo numerare e "battezzare". C'è però anche la possibilità che la vostra osservazione possa essere collegata a molte precedenti, nessuna delle quali presa singolarmente sarebbe sufficiente a calcolare un'orbita accurata. In questo caso, presto potrebbe essere numerato e voi essere dichiarati gli scopritori ufficiali!
D. di C.
Negli anni seguenti, mi meravigliai spesso delle scoperte celate nelle mie fotografie astronomiche. Nonostante sia un esperto autocostruttore, non potrò mai provare l'entusiasmo che devono aver provato astrofili come Edgar Everhart quando costruì i comparatori blinker ed i meccanismi per le misure. L'era digitale è però arrivata ed il compito di comparare e misurare le immagini è divenuto troppo semplice per essere ignorato e non c'è bisogno di essere un hacker per conoscerlo, anche il più inesperto degli utilizzatori di computer può avere rapidamente la padronanza di queste tecniche.
Se per gli astronomi la scoperta di un asteroide della cintura principale non rappresenta più una notizia da prima pagina, per l'astrofilo rappresenta ancora una prospettiva soddisfacente. Inoltre, alcuni asteroidi seguono strane traiettorie all'interno del sistema solare e sono in molti a ritenere che sia meglio conoscerle tutte. Chi lo sa, forse un giorno un giornale locale annuncerà "Scoperto da un astrofilo un asteroide che minaccia la Terra!"
Ma c'è un altro aspetto della ricerca che ritengo degno di nota. Nel corso di tutti i miei anni trascorsi da avido osservatore, a parte alcuni elenchi noti come il catalogo di Messier, buona parte degli oggetti che ho osservato sono stati quelli che qualcun altro ha ritenuto sufficientemente interessanti da scriverci qualcosa in proposito. Ho effettuato solo delle osservazioni casuali del cielo ma il limite visuale imposto dai più grandi telescopi amatoriali impallidisce di fronte ai risultati ottenibili al giorno d'oggi dalle più brevi esposizioni CCD. L'osservazione degli asteroidi mi ha portato in regioni del cielo che altrimenti non avrei mai immaginato. E' stupendo quello che appare nelle immagini: piccole galassie dallo strano aspetto, gruppi affascinanti di deboli stelle (forse ammassi?) ed una moltitudine di altri abitanti del cielo profondo.
Mentre aspetto che una nuova immagine appaia sul monitor, mi sento come un esploratore che sta per raggiungere la cresta di un'altra collina che si affaccia sull'ignoto. E' questo uno degli aspetti più gratificanti della ricerca degli asteroidi.
D. di C.