Tratto daSky & Telescope, giugno 1998

(Edizione italiana a cura di Mario Farina)

In alto: Potrebbe non accadere l'anno prossimo nè nel prossimo secolo ma forse, prima o poi, la Terra sarà colpita da un relitto cosmico di rilevanti proporzioni. I racconti dei film usciti nel 1998 potrebbero risvegliare le pubbliche coscienze al punto da dare una forte spinta in avanti agli studi scientifici che, se fosse avvistato un oggetto in rotta di collisione, potrebbero dare l'allarme con largo anticipo. Persino l'esplosione di un piccolo asteroide su una grande città (Los Angeles per esempio, come mostra l'illustrazione) evento che, statisticamente, potrebbe avvenire una volta ogni secolo potrebbe causare delle devastazioni inconcepibili. Illustrazione di Don Davis, © 1998.


Negli ultimi anni la prova che le estinzioni di massa della vita sulla Terra possano essere attribuite alle conseguenze dell'impatto di una cometa o di un asteroide sono diventate schiaccianti. La più famosa tra le catastrofi, è quella dell'impatto del Cretaceo-Terziario(K-T), che ha segnato l'estinzione dei dinosauri circa 65 milioni danni fa. Mentre nella schiera degli scettici rimane chi nega che la vita sulla Terra possa essere mai stata colpita in maniera così violenta, l'attenzione di molti planetologi si è spostata verso problemi più immediati. Che probabilità ci sono che la nostra civiltà possa essere minacciata dall'attenzione indesiderata di una cometa o di un asteroide nell'immediato futuro e come ci comporteremo se il pericolo divenisse reale?

Forse è inopportuno porsi questa domanda sull'orlo di un nuovo millenio, poiché i critici sarebbero pronti ad accusarci di essere caduti vittime di quella febbre dell'apocalisse che tende a diffondersi ad ogni fine di secolo, una febbre che mostra segni di ascesa man mano che ci si avvicina all'alba del terzo millennio. In difesa delle nostre preoccupazioni dobbiamo però riconoscere che la nostra civiltà è appena passata attraverso un'era straordinaria di scoperte scientifiche che ha portato alla consapevolezza che il pianeta Terra è profondamente vulnerabile a collisioni cosmiche devastanti.

Teniamo presene che abbiamo raggiunto lo stato attuale di sofisticazione tecnologica senza essere stati interrotti nelle ultime poche migliaia di anni da collisioni con comete o asteroidi, a prima vista sembrerebbe un bel colpo di fortuna. Mentre gli impatti più catastrofici sono capaci di distruggere le specie su scala globale gli oggetti più piccoli, che ci visitano con maggiore frequenza, rappresentano una continua minaccia alla nostra civiltà.

La nostra tranquillità cosmica potrebbe essere interrotta bruscamente da una visita inaspettata di un oggetto near-Earth (NEO), un asteroide o una cometa la cui orbita la porta a transitare nei pressi della Terra. Inevitabilmente verrà il momento in cui un cacciatore di asteroidi troverà uno di questi oggetti che presenterà un'elevatissima probabilità di passare attraverso il nostro pianeta, cioè la certezza di un impatto imminente. Piuttosto che avere questa informazione dai mezzi di comunicazione di massa, in qualche modo edulcorata, Richard Binzel (MIT) ha proposto un Indice di pericolosità che potrebbe essere utilizzato per descrivere le probabilità di un impatto, nei prossimi 100 anni, con ogni nuovo oggetto NEO che viene scoperto. L'argomento è divenuto così "oggetto di sensazionalismi", dice, "che deve essere posta molta attenzione nel confermare e pubblicizzare i reali pericoli di un "incontro" ravvicinato.

Indice di pericolosità degli oggetti near-Earth
Indice Possibilità di collisione
(in un periodo di 100 anni)
Gamma delle probabilità
0
Nessuna Meno di 1 su 100 milioni
1
Estremamente improbabile Da 1 su 100 milioni ad 1 su 1 milione
2
Molto improbabile Da 1 su 1 milione ad 1 su 10.000
3
Improbabile da 1 su 10.000 ad 1 su 100
4
Possibile entro una certa data Da 1 su 100 alla quasi certezza
5
Certa in una specifica data Certa
Il suo indice andrebbe applicato ad oggetti le cui orbite sono state calcolate con un certo grado di sicurezza. Mentre le categorie vanno da buono a cattivo, da 0 a 5, l'indice necessita anche di descrivere le conseguenze di un impatto. Per farlo, è necessario conoscere le dimensioni dell'oggetto. La tabella in fondo alla pagina offre una vasta gamma di dimensioni, le energie degli impatti in miliardi di tonnellate di tritolo equivalenti (TNT) e l'intervallo di tempo tipico tra eventi della stessa categoria.

Si è ampiamente d'accordo sul fatto che il futuro della civilizzazione verrà messo in pericolo dall'impatto di un oggetto appartenente alla classe delle medie dimesioni. I cacciatori di asteroidi stimano che siano 9.000 gli oggetti di 0,5 km o più che si trovano in orbite near-Earth e di questi a tutt'oggi ne sono stati scoperti solo 350. E' improbabile che la collisione con uno di loro possa uccidere ogni essere umano ma, a seguito del collasso delle infrastrutture e della carenza di cibo la civiltà traballerebbe e si può ritenere che il 25 per cento della popolazione terrestre perirebbe. Un evento di tale portata avverrebbe statisticamente, ogni 40.000 anni.

A tutt'oggi, nessuno dei NEO catalogati presenta un Indice di pericolosità superiore a 0 ma solo perché non è stata identificata nessuna minaccia immediata. Ciò significa che dovremmo ignorarla? I planetologi ci spingono ad intraprendere ogni sforzo necessario per assicurare che la Terra non paghi le conseguenze di una visita inaspettata nel prossimo futuro. I critici affermano che la probabilità di un impatto catastrofico è così bassa che non dovremmo assolutamente preoccuparcene. Duncan Steel è membro dello Spaceguard, un'organizzazione internazionale che lavora per rendere pubblica la consapevolezza del pericolo NEO. Ci spiega: "C'è una possibilita su 1.000 che entro il prossimo secolo il progresso dell'umanità venga bruscamente interrotto da un simile cataclisma". Se intraprenderemo dei passi per evitare questo destino, i soldi saranno un problema. Come fa notare Steel, abbiamo a che fare con un'"economia da Armageddon".

Categorie degli oggetti
Dimensioni dell'oggetto Energia dell'impatto
(Megaton)
Invervallo tra gli impatti (anni) Conseguenze fisiche
Molto grandi
(più di 10 km)
Più di 100 milioni Da 0,1 ad 1 miliardo Globali; estinzione di massa
Grandi
(da 2 a 10 km)
Da 100.000 a 100 milioni Da 1 a 100 milioni Globali; qualche estinzione
Medie
(da 0,2 a 2 km)
Da 1.000 a 100.000 Da 10.000 ad 1 milione Regionali; minaccia alla civiltà
Piccole
(da 30 a 200 metri)
Da 1.000 a 100.000 Da 100 a 10.000 Locali; danni gravi
Molto piccole
(da 10 a 30 metri)
Da 3 a 1.000 Da 1 a 100 Locali; danni minori

In risposta ai critici che minimizzano il pericolo Jonathan Tate (Armagh Observatory), direttore dello Spaceguard britannico, fa questa analogia: "Se controllate il traffico e contate sei automobili ogni 60 secondi, statisticamente l'intervallo tra una vettura e l'altra è di 10 secondi ma è improbabile che passerete l'incrocio dopo che l'ha attraversato una macchina confidando che sarà libero per i prossimi 10 secondi. Sarebbe una follie, ma è così che tendiamo a fare quando parliamo di disastri naturali".

"Poiché no abbiamo esperienza, nella storia scritta, di come è stata danneggiata la Terra da un aseroide di mezzo chilometro di diametro", spiega Binzel, "il meglio che possiamo fare per prevedere le conseguenze è quello di effettuare delle simulazioni al computer". Dozzine di scienziati hanno sviluppato dei modelli con l'aiuto di calcolatori molto potenti ed hanno determinato che l'impatto di un asteroide di medie dimensioni (da 0,2 a 1 km) avrebbe conseguenze terribili per il nostro pianeta, più di quanto le parole riescono a rendere.

Tra gli orrori che testimonierebbero i sopravissuti, profondamente traumatizzati, citiamo quello di vedere arse vive le persone all'avvistamento della sfera infuocata, le estese conflagrazioni causate dalla rosa di frammenti originati dall'impatto iniziale con l'atmosfera terrestre, l'oscuramento dei cieli per la fuliggine degli incendi e le polveri che getterebbero il mondo in un "inverno" che durerebbe molti mesi, la rimozione dello strato di ozono, la formazione di velenosi ossidi di azoto che formerebbero pioggie acide corrosive ed il riscaldamento globale negli anni successivi in conseguenza del rilascio del biossido di carbonio dovuto alla vaporizzazione della roccia. Inoltre, lo shock sismico dell'impatto devasterebbe una vasta area e le regioni notoriamente sismiche potrebbero rilasciare ulteriori scariche di energia nella crosta terrestre.

Alain Maury, un assiduo cacciatore di asteroidi francese, ha valutato ulteriori conseguenze. "Anche senza un inverno causato dall'impatto", ci dice, "dopo la sorpresa iniziale il sistema bancario impazzirebbe, le compagnie multinazionali, molte delle quali hanno a che fare con la distribuzione di alimentari, seguirebbe la stessa sorte e noi non troveremmo mai più i cereali nei nostri supermercati".

Michael Baillie (Queen's University, a Belfast) ritiene che la civiltà moderna collasserebbe dopo l'impatto di un oggetto di 500 metri di diametro. "Il problema è che un oggetto significativamente più piccolo otterrebbe lo stesso effetto, specialmente se cadesse in un'oceano. . . . la civiltà si regge su un filo. Togliete tutti i viaggi aerei, diminuite gli approvvigionamenti di cibo su scala globale, considerate che i militari ed i governi sono impotenti, considerate che tutte le zone costiere andrebbero evitate, cosa succederebbe? Senza considerare il problema che verrebbe a galla tutta la vita marina deceduta".


La Terra porta ancora le conseguenze di molti impatti titanici, tra questi, il cratere nella penisola messicana dello Yucatán, ampiamente ritenuta come ciò che resta dell'evento che portò, 65 milioni di anni fa, all'estinzione del 70 per cento delle specie viventi. Oggigiorno, la collisione con una cometa o un asteroide da 2 a 10 chilometri di diametro avrebbe conseguenze globali simili e forse porterebbe l'umanità alla stessa sorte dei dinosauri. © 1998 Don Davis.


Ma ahimè, parole così impressionanti e persino le prove delle drammatiche previsioni dei computer tendono ad essere ignorate. L'impatto più recente è quello, ben noto, avvenuto in Siberia nel 1908. Persino i 2.000 chilometri quadrati di alberi rasi al suolo di Tunguska rafforzano solo il senso di irrealtà che sentiamo su questo argomento. Tendiamo a pensare che il prossimo colpirà in qualche altro posto, non dove noi siamo.

Forse la cosa migliore che potrebbe accadere per risvegliarci da questo oblio sarebbe un impatto di minori proporzioni che facesse qualche danno sufficiente però a spingerci all'azione. Come fa notare più specificatamente Jonathan Shanklin (British Antarctic Survey): "Anche un impatto su un luogo di rilevanza politica sarebbe sufficiente a portare un cambiamento significativo di direzione alla nostra attuale civiltà".

Le conseguenze fisiche di un impatto, anche se di piccole dimensioni, dipenderebbero in modo cruciale dal luogo di caduta dell'oggetto. La caduta su una grande città come Washington, D.C. o New York porterebbe anche a delle ulteriori conseguenze sul piano politico e finanziario. Dovrebbe cadere vicino ad una centrale nucleare, il pericolo di radiazioni creato dal rilascio di materiale radiattivo di un reattore nucleare farebbe tremare il mondo intero. Indipendentemente dalla scala della catastrofe, il danno della nostra stessa immagine nel contesto cosmico subirebbe un colpo tremento.

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