Ha un raggio equatoriale di 6378 chilometri, e, a causa dello schiacciamento ai poli dovuto al moto di rotazione, un raggio polare di 6359 chilometri. La lunghezza dell'equatore è quindi di circa 40000 chilometri.
Come noto, la Terra ruota su sè stessa in un periodo di esattamente 24 ore: tuttavia questo dato è riferito alla posizione del Sole (giorno solare); poichè nello stesso tempo il pianeta compie parte della sua rivoluzione intorno a questa stella, il tempo impiegato per ritornare nella stessa posizione rispetto alle altre stelle è leggermente minore: precisamente 3 minuti e 56 secondi, come si ottiene dividendo 24 ore per il periodo di rivoluzione (365.256 giorni). Quindi il giorno siderale, fondamentale per le osservazioni astronomiche, dura 23 ore, 56 minuti e 4 secondi.
Il periodo di rivoluzione, come già detto, è di 365.256 giorni: questo valore non intero ci obbliga a ricorrere agli anni bisestili per rimetterci "in pari", ogni 4 anni. Poichè tuttavia la parte decimale dopo 365 non è esattamente .25, è necessario introdurre ulteriori correzioni: per ora ci si limita a NON considerare bisestili gli anni secolari non divisibili per 400, in futuro si vedrà: del resto sono solo 400 anni che è stato adottato l'attuale calendario (gregoriano).
La distanza media dal Sole è di 149.6 milioni di chilometri: tale valore si chiama Unità Astronomica (UA), e viene usato spesso per misurare le distanze all'interno del sistema solare.
L'orbita non è circolare, ma ellittica (eccentricità 0.01672), il che fa variare la distanza Terra-Sole da un minimo di 147 milioni di chilometri circa (perielio, in gennaio) a un massimo di 152 milioni di chilometri circa (afelio, in luglio).
Contrariamente a quanto si crede, non è affatto questa variazione della distanza dal Sole che determina l'alternarsi delle stagioni, ma un meccanismo completamente diverso, legato all'inclinazione dell'asse polare: come noto, tale inclinazione è di circa 23.44 gradi, e il risultato è che in certi periodi dell'anno (la nostra estate) la parte superiore della Terra (emisfero boreale) è inclinata verso il Sole, e viceversa. Questo fa sì che le radiazioni solari siano ricevute per un tempo maggiore delle 12 ore "canoniche", e soprattutto con grande inclinazione rispetto al suolo: quindi il terreno accumula una maggior quantità di calore (maggiore rispetto al periodo invernale, o all'altro emisfero, s'intende), e l'aria rimane più calda. Infatti il caldo (o il freddo) che noi sentiamo non dipende direttamente dall'irraggiamento solare, ma dal calore immagazzinato nel suolo: questo spiega perchè salendo in montagna si sente più freddo, e anche rapidamente !
Questo particolare può far riflettere sulla "fortuna" che abbiamo nel vivere su questo pianeta: infatti il calore accumulato nel suolo si disperde e si accumula così in fretta (senza andare in montagna, lo si nota anche constatando quanto in fretta scende la temperatura di notte), che un periodo di rotazione anche di poco diverso renderebbe molto più difficile la vita: se fosse più lungo, per esempio, la parte al buio della Terra diventerebbe gelida, e la parte illuminata torrida (come su Mercurio, per esempio).
Il momento in cui l'emisfero boreale è maggiormente inclinato verso il Sole è chiamato soltizio d'estate, e cade intorno al 21 Giugno: quel giorno il Sole (a mezzogiorno !) è perpendicolare su tutti i punti della Terra con una latitudine Nord pari all'inclinazione dell'asse polare: la linea che unisce questi punti è chiamata Tropico del Cancro (perchè questa è la costellazione in cui dovrebbe trovarsi il Sole - in realtà non è più così, come si vedrà più avanti -).
Viceversa è chiamato soltizio d'inverno, e cade intorno al 21 Dicembre, il giorno in cui è l'emisfero australe maggiormente inclinato verso il Sole: la linea che unisce i punti sui quali il sole a mezzogiorno passa allo Zenit è detta Tropico del Capricorno. Ovviamente vi sono due momenti in cui nessuno dei due emisferi "pende" verso il Sole: si chiamano equinozi, e cadono rispettivamente intorno al 20 Marzo (equinozio di primavera) e al 22 Settembre (equinozio d'autunno): in questi giorni dell'anno il giorno e la notte durano esattamente 12 ore, come accadrebbe sempre se l'asse polare non fosse inclinato.
Un aspetto interessante è che la direzione in cui l'asse è inclinato varia lentamente nel tempo. Più correttamente la direzione in cui l'asse risulta inclinato, percorre una circonferenza immaginaria, cosi ché la direzione dell'asse appare "spazzare" attorno ad una superficie conica (o biconica per simmetria rispetto al baricentro). Questa rotazione è chiamata precessione degli equinozi. (*)
Altra conseguenza è il cambiamento nella posizione delle stelle in cielo, dato che la direzione in cui "punta" la Terra si sposta: ogni 2000 anni circa le costellazioni dello Zodiaco (quelle nelle quali sembra passare il Sole, in conseguenza del moto di rivoluzione della Terra) "slittano" di un posto: poichè molti dei termini oggi in uso in campo astronomico risalgono agli studi compiuti nell'antica Grecia, oggi vi sono molte incongruenze: per esempio, il giorno in cui il Sole è allo Zenit sul Tropico del Capricorno, non è più vero che si trova in quella costellazione (com'era 2000 anni fa): si trova invece in quella del Sagittario !
Tornando coi piedi sulla ... Terra, c'è ancora da dire qualcosa sulla sua struttura: innanzitutto la densità, 5.5 g/cm cubo, valore interessante perchè è circa il doppio rispetto a quello della superficie; quello delle rocce, del "terreno", per intenderci. Questo fa supporre che scendendo in profondità la densità del pianeta aumenti progressivamente, fino a raggiungere un valore di circa 10 nella parte interna (nucleo), che dovrebbe essere composta da metallo fuso. è notevole il fatto che la densità della Luna è analoga a quella superficiale terrestre, motivo per cui molti credono che la Luna sia semplicemente un pezzo di Terra staccatosi dalla sua superficie, o comunque dal suo involucro più esterno quando il sistema era ancora in formazione.
Per quanto riguarda l'aspetto assunto dal pianeta dopo l'emersione dei continenti, questo è spiegato principalmente dalle due teorie della deriva dei continenti e della tettonica a zolle: secondo quest'ultima la Terra è divisa in zolle o placche, che tendono a espandersi lungo dorsali sottomarine, grazie all'afflusso di materiale proveniente dall'interno del pianeta: il risultato è uno "scontro" dei bordi delle zolle, che scivolano l'una sotto l'altra facendo scomparire il materiale in eccesso. Tale fenomeno è la principale causa dei terremoti: si pensi per esempio che sui bordi della zolla del Pacifico vi sono la California da un lato e il Giappone dall'altro, vale a dire due aree tra le più sismiche in assoluto.
Ma l'espansione delle zolle ha anche come conseguenza lo spostamento lento ma continuo delle terre emerse (le piattaforme): queste formavano una volta una massa unica (Pangea), poi col tempo la parte "americana" si è staccata da quella "eurasiatica", e questa da quella "antartico-australiana"; successivamente anche l'Australia è andata per conto suo, e così pure l'India, che ha navigato dall'Antartide fino all'Asia, rimanendovi "incastrata", e creando la catena dell'Himalaya in seguito all'urto.
Naturalmente si parla di processi che durano decine di milioni di anni, dal momento che il movimento delle zolle non supera i pochi centimetri all'anno !