La prova decisiva: le curve di rotazione delle galassie
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Alcune prove più convincenti, per la maggiore affidabilità dei dati e per il maggior numero di galassie campionabili, vennero negli anni '70, quando ricercatori come Rubin, Freeman e Peebles iniziarono la misurazione delle curve di rotazione delle galassie.
Da tempo era noto che le galassie ruotano intorno al loro centro, allo stesso modo in cui i pianeti orbitano intorno al Sole e, come questi seguono le Leggi di Keplero. Queste ne sanciscono il comportamento orbitale, che la velocità lungo l'orbita, dipende solo dalla distanza dal centro, e dalla massa totale all'interno dell'orbita.
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II° Esperimento
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Se il tuo browser è in grado di supportare Java, per esempio Netscape dalla versione 2.0b in poi o
HotJava Beta , esegui questo esperimento che ti permette di variare la massa all'interno dell'orbita e di conseguenza le velocità di rotazione orbitale..
Così, sapendo la velocità di rotazione, è possibile "pesare" la massa all'interno di quest'orbita.
Se ci spostassimo verso i confini della galassia, la quantità di luce che riceveremmo, diminuirebbe sensibilmente. Allo stesso modo, ci si aspetterebbe lo stesso anche per la velocità di rotazione, ma non è così. Le velocità infatti rimangono elevate, molto più di quanto previsto, il che indica la presenza di una massa notevole che non possiamo vedere. Questo lavoro è stato effettuato per molte galassie a spirale, come la nostra, con gli stessi esiti e rappresentano la prima e più convincente prova dell'esistenza della materia oscura.
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