
L'immagine principale, un grande mosaico composto da 15 riprese, che riesce a risolvere dettagli di stelle in formazione dell'ordine di 6 miliardi di km, circa meta' del diametro del sistema solare, e' stata ottenuta da C.R.O'Dell della Rice University di Houston utilizzando il telescopio orbitante tra Gennaio '94 e Marzo '95 in un programma osservativo avente come obiettivo il monitoraggio continuo della nebulosa. Sebbene l'immagine mostri una porzione dello spazio delle dimensioni di 2,5 anni luce, la nebulosa e' cosi' distante che il mosaico non copre che un'area di cielo pari a 1/5 dell'area coperta dalla luna piena.
Il tempo dedicato dedicato da Hubble per ottenere queste immagini e' notevole e testimonia la grande importanza che ha questa nebulosa per lo studio dei processi che portano alla formazione ed alla nascita delle stelle.
Utilizzando programmi per l'elaborazione digitale, O'Dell ed un suo assistente, lo studente appena laureato Shui Kwan Wong, hanno trascorso diverse settimane per combinare con precisione, come i pezzi di uno stupendo puzzle, 45 immagini nella luce visibile (prese con filtri di diversi colori, al fine di ottenere un'immagine "full color") ottenendo 15 immagini finali che, una volta allineate ed incastrate tra loro, hanno creato il mosaico finale.
Tra le oltre 500 stelle visibili in questo fotomosaico, ci sono diversi dischi di polvere che circondano delle stelle che non erano stati osservati in precedenza. Grazie al lavoro compiuto da Mark J.McCaughrean del Max Planck Inst. di Heidelberg in collaborazione con O'Dell, e' stato possibile identificare le sagome scure di questi dischi di polvere contro il fondo brillante della nebulosa di Orione.
Sebbene la prima osservazione diretta di dischi circumstellari di polveri nella nebulosa di Orione risalga al 1992, quest'ultime immagini ne mostrano inequivocabilmente la presenza con diversi angoli di inclinazione rispetto alla nostra visuale.
Un'immagine particolarmente significativa, ne mostra uno simile ad un frisbee inclinato che nasconde la giocane stella al centro ( uno studio dettagliato di questa, a cura di McCaughrean, verra' pubblicato nel numero di Marzo 1996 di Astronomical Journal).
Inoltre sono stati osservati 153 dischi resi brillanti dal torrente di radiazioni ultraviolette proveniente dalle stelle al centro della nebulosa. L'esistenza di cosi' tante stelle giovani dotate di dischi protoplanetari, dicono i ricercatori, fa matematicamente aumentare la probabilita' dell'esistenza di altri sistemi planetari "Significa che gli ingredienti fondamentali ci sono, peraltro cio' non significa che si formino sicuramente dei pianeti" dice O'Dell. Con l'evolversi della giovane stella infatti, il materiale che forma il disco potrebbe sia formare dei pianeti che dissiparsi nello spazio interstellare. Le attuali teorie prevedono che i sistemi planetari si formino circa un miliardo di anni dopo che la stella si e' accesa "Proprio l'eta' raggiunta dalle stelle che stiamo osservando" fa notare O'Dell.
Una descrizione dell'ultima scoperta nella nebulosa di Orione apparira' nel numero di Dicembre del National Geographic Magazine, insieme ad un poster dell'immagine della nebulosa.
Le immagini OrionMos.jpg o OrionMos.gif ; OriProp4.jpg o OrioProp4.gif ; OriEODsk.jpg o OriEODsk.gif.
Per un breve periodo sono disponibili le immagini in alta risoluzione (300 dpi)
95-45a.jpg
Descrizione dell'immagine 95-45a
95-45b.jpg
Descrizione dell'immagine 95-45b
95-45c.jpg
Descrizione dell'immagine 95-45c
Fonte: Space Telescope Science Institute.

Torna all'indice delle ASTRO-NEWS.
Vai alla HomePage di Astronomia.