Compie una rotazione attorno al proprio asse ogni 9h 50m 30s, ma con una velocità che non è la stessa a tutte le latitudini. Questo accade perchè, come nel caso di Venere, anche qui ciò che osserviamo è solo la parte più alta dell'atmosfera. Nonostante questo, molte delle configurazioni osservate sembrano avere un carattere permanente, come ad esempio la famosissima macchia rossa scoperta da G.Cassini al 1665. La macchia rossa è una configurazione di aspetto ellittico e colore rosso mattone. La tonalità del colore e l'intensità variano col tempo, al punto tale che la macchia, in certe epoche, giunge fino a scomparire. Le dimensioni sono di 13000 per 40000km tali quindi da contenere abbondantemente tre globi come la Terra. La sua latitudine è pressochè costante ma la longitudine varia. La velocità di rotazione della macchia, cioè, non è la stessa del resto del pianeta. Essa, dunque, pur dovendo essere consistente e permanente sembra fluttuare sul resto del pianeta. Le osservazioni infrarosse compiute dalle due sonde hanno contribuito a chiarire che le zone (chiare) sono più fredde e più alte delle fasce (scure) e inoltre che i gas nelle zone salgono mentre nelle fasce scendono.
Secondo J.D.Anderson e W.B.Hubbard, al disotto dell'atmosfera s'incontra una superficie liquida: un unico oceano di idrogeno molecolare liquido, esteso su tutto il pianeta e profodno circa 24000km. In fondo a questo oceano troviamo già una temperatura di 11000 gradi centigradi e una pressione di 3 milioni di atmosfere. Scendendo ancora, l'idrogeno non può più mantenersi allo stato molecolare e passa allo stato metallico liquido, che sembra sia la fonte del forte campo magnetico scoperto dalle sonde Pioneer.
Tra le altre particolarità del pianeta vi è che esso emette più calore, circa il doppio, di quelo che riceve dal Sole. Dunque Giove ha una sorgente interna di calore e, diversamente dagli altri pianeti che si limitano a riflettere la luce e il calore che ricevono dalla nostra stella, si comporta come un Sole in miniatura, un piccolo sole il cui centro è caldo meno di un millesimo di quello intorno al quale si muove.
Attorno al pianeta orbitano almeno 16 satelliti. Tra i più famosi troviamo i cosiddetti galileiani, nome che deriva dal loro scopritore. Essi sono Io, Europa, Ganimede e Callisto. Il loro moto orbitale produce configurazioni sempre nuove col passare delle ore, uno spettacolo mai privo di fascino. Un piccolo binocolo è in grado di mostrare distintamente tutti e quattro i satelliti. Già un piccolo telescopio ne dimostra la natura planetaria, ovvero confrontando le loro immagini con quelle di una stella ci si accorge che essi si mostrano come dischi, anzichè come oggetti puntiformi. Durante il loro moto orbitale essi compiono transiti sul pianeta, vengono occultati da Giove e si eclissano a vicenda.
Infine, può essere utile disporre di un corredo di filtri colorati, comprendente il blu (Wratten 80A o 82A), il giallo o l'arancione (W15 o W21), e il verde (W58).
Per saperne di più su come osservare e fotografare il pianeta basta leggere le pagine dedicate agli astrofili.