Pulsar
Nane rosse, nane bianche, stelle di neutroni, buchi neri: in questo elenco di oggetti celesti, ciascuno è più piccolo, denso e al limite estremo della sua condizione fisica di quello precedente. Una stella nana bianca è un oggetto celeste con le dimensioni della Terra ma con massa simile a quella del Sole. L'ulteriore compressione della materia è ostacolata dalla "pressione di degenerazione degli elettroni", particelle libere che, in virtù di due principi della meccanica quantistica, il Principio di indeterminazione (formulato da W. Heisenberg) ed il Principio di esclusione (formulato da W.Pauli) non possono subire un ulteriore avvicinamento.
In alcune stelle, generalmente più massive delle nane bianche,questo limite è superato dalla combinazione di questi elettroni con i protoni che porta alla formazione di neutroni, che possono essere uniti più strettamente formando una stella di neutroni. Cosa sono le pulsar ?Le pulsar (PSR) furono scoperte nel 1967 da Jocelyn Bell, una giovane laureata di origine irlandese del gruppo di studio di A. Hewish del Mullard Radio Observatory (oggi Nuffield Radio Astronomy Observatory) dell'Università di Cambridge. L'emissione radio caratteristica è una serie uniforme di pulsazioni, ad intervalli estremamente regolari di alcuni millisecondi, per le più veloci, di diversi secondi per quelle più lente. Se ne conoscono oltre 300, ma solo due, la Nebulosa del Granchio e la Nebulosa Vela emettono impulsi visibili. Entrambe emettono impulsi nella radiazione gamma e la prima anche nella radiazione X.
La regolarità degli impulsi è incredibile: gli osservatori possono prevedere l'arrivo di un impulso con anni di anticipo e con un'accuratezza dell'ordine di un millesimo di secondo. Ma come può una stella funzionare come un orologio così preciso ? Le pulsar sono stelle di neutroni con un'intensissimo campo magnetico che raggiunge i 100 milioni di tesla (il campo magnetico terrestre misura circa 30 milionesimi di tesla; quello di una macchia solare circa 10 T). La rapida rotazione la trasforma in un generatore elettrico capace di caricare le particelle a centinaia di miliardi di volt. Queste particelle sono, non è ancora del tutto chiaro in che modo, responsabili del fascio di radiazioni nel radio, nel visibile, nella radiazione X e gamma.
Queste particelle cariche vengono accellerate a spese dell'energia cinetica della rotazione, la stella pertanto rallenterà, sia pure in tempi astronomici e questo fenomeno è rilevabile con l'allungamento del periodo tra un impulso e l'altro. Quante pulsar ci sono nella nostra galassia ?Le pulsar scoperte appartengono principalmente alla Via Lattea, un uno spazio compreso entro 500 anni luce dalEstrapolando la stima del loro numero nella nostra galassia da questo piccolo campione di pulsar conosciute, il valore sale a 200.000 oggetti di questo tipo. Considerando che non tutti i fasci di radiazioni intersecano la posizione della Terra, la popolazione totale ammonta ad 1.000.000 di pulsar.
Ognuno di questi oggetti irradia energia per circa quattro milioni di anni, dopo di che ha perso talmente energia di rotazione che non riesce più a produrre impulsi radio rilevabili. Dal numero stimato di pulsar (1.000.000) e dalla durata della loro vita (4.000.000 di anni), possiamo dedurre deve formarsi una nuova pulsar ogni quattro anni (ammesso che il loro numero resti costante).
La nebulosa del GranchioLa Nebulosa del Granchio (Crab Nebula) è il resto osservabile di una supernova esplosa nell'anno 1054, e registrata dagli astronomi cinesi negli Annali della Dinastia Sung. Vicino al centro della Nebulosa si trova la Pulsar del Granchio (Crab Pulsar), la più energetica conosciuta. Ruota sull'asse 30 volte al secondo ed è sede di un enorme campo magnetico. Funziona come una centrale elettrica celeste, generando energia sufficiente da permettere l'irradiazione della Nebulosa praticamente nell'intero spettro elettromagnetico.La Pulsar del Granchio emette due impulsi ogni giro: la forma di questo doppio impulso è simile a tutte le radiofrequenze da 30 Mhz in sù e nello spettro ottico, nei raggi X e gamma copre le lunghezze d'onda di 49 ottave (dove il rapporto fra due frequenze successive è di 2:1). L'emissione nel visibile è sufficientemente elevata da poterla far identificare nelle fotografie della Nebulosa, dove appare come una stella di 16esima magnitudine. Le normali tecniche fotografiche tendono a coprire l'impulso, ma la tecnica stroboscopica può mostrare la stella nelle due condizioni di "accesa" e "spenta".
Le pulsar binarie e la Relatività GeneraleMolte stelle appartengono a sistemi binari nei quali due stelle orbitano intorno ad un baricentro comune in un periodo di alcuni giorni o anni. Se una delle stelle è una stella di neutroni, l'orbita può essere così stretta che l'attrazione gravitazionale tra le due è forte al punto da innescare effetti particolari che possono essere osservati.Diversi sistemi binari sono noti per avere come compagna della stella di neutroni una stella gigante: in questo caso, quella di neutroni attrae materia dagli strati esterni della gigante, creando una corrente di gas che oggetto cadono con energie elevatissime sulla superficie della stella di neutroni. Sono sistemi rilevabili come sorgenti di raggi X. Alcuni di questi sistemi hanno delle oscillazioni periodiche che coincidono con la rotazione della stella di neutroni: sono quelle che vengono chiamate le pulsar a raggi X. Un sistema binario, noto come PSR1913+16, è formato da due stelle di neutroni talmente vicine che il periodo orbitale è di sole 775 ore. Non c'à un flusso di gas tra le due stelle, l'interazione avviene solo con la mutua attrazione gravitazionale, inoltre, l'orbita di una delle due è stata descritta con grande dettaglio, essendo una pulsar.
Ha un periodo di 59 millesimi di secondo e produce una serie di impulsi molto stabili con un tasso di rallentamento molto particolare,
è come un orologio in rapido movimento all'interno di un potentissimo campo gravitazionale: la classica situazione richiesta per verificare la Teoria della Relatività Generale di Eistein. La più evidente è quella relativa all'orbita che precede di 42 gradi all'anno. È stato rilevato anche un piccolo ma importante effetto sul periodo orbitale che si riduce di 89 miliardesimi di secondo ogni orbita. La riduzione del periodo orbitale rappresenta una perdita di energia che può essere spiegata con le onde gravitazionali. Sebbene non siano mai state rilevate direttamente, l'osservazione di PSR1913+16 ha fornito un passo importante verso la prova della loro esistenza. Questa scoperta, un'ulteriore conferma della Teoria Generale della Relatività, fu annunciata alla comunità scientifica nel 1979, nel centenario della nascita di Albert Einstein. Rielaborazione ed adattamento dall'I.S.D. Royal Greenwich Obs. by M.F. con il permesso dell'autore.
by M.F. - (Mario.F@mclink.it)
|