Le indagini spettroscopiche su Vesta eseguite da terra, hanno evidenziato che queste configurazioni sono di tipo basaltico, ciò indicherebbe che si tratta di lava fuoriuscita dalla superificie in tempi remoti. Questa è una conclusione interessante perchè ne scaturisce che l'interno del pianetino non è, o non è stato, solido e lo rende simile alla Terra.
Una possibilità è che Vesta sia nato come agglomerato di piccolo materiale comprendente anche particelle radioattive (come ad esempio l'isotopo Alluminio-26) concentrate nel nucleo. Questa radioattività probabilmente proviene da un'esplosione di una supernova vicina. (Una delle ipotesi sulla formazione del Sistema Solare prevede che vi sia stata un'esplosione di supernova). Questo caldo isotopo potrebbe aver fuso il nucleo provocando, in seguito, una diversità nella stratificazione del corpo: i materiali più pesanti e densi sarebbero affondati verso il centro mentre quelli più leggeri sarebbero esmersi verso la superficie. Questo genere di struttura è tipico dei pianeti di tipo terrestre.
Successivamente alla formazione di Vesta parte delle rocce fuse dell'interno sarebbero riemerse sulla superficie dell'asteroide. Questo sarebbe accaduto più di 4 miliardi di anni fa. La superficie è rimasta immutata da allora, eccetto per occasionali impatti meteoritici.
Uno o più grossi impatti deve aver espulso parte della crosta dell'asteroide mettendo a nudo un profondo matello dello stesso tipo di materiale che si pensa costituisca il mantello della Terra.
Vesta oggi viene definito come il "sesto pianeta di tipo terrestre del Sistema Solare", dopo la Luna, Marte, Venere, Mercurio e la Terra.
Questo è un dato che rivoluziona completamente quanto si credeva sugli asteroidi. In generale si assume che gli asteroidi siano un agglomerato di corpi tenuti assieme da ghiaccio sporco, nel caso di Vesta invece si è scoperto che esso è un piccolo pianeta. Abbiamo detto che Vesta è rimasto intatto dalla sua formazione quindi lo studio di questo asteroide offre nuovi indizi sulla formazione del Sistema Solare e, in particolare, dei suoi pianeti di tipo terrestre.
Vesta ha un periodo di rotazione di 5.34 ore e un diametro di 525 kilometri.
Contrariamente agli altri meteoriti, per questo campione, è stato possibile risalire all'oggetto di provenienza: l'asteroide Vesta. L'identità chimica del meteorite può essere assegnata a Vesta a causa del fatto che possiede lo stesso spettro del pyroxene. Il pyroxene è comune nelle colate laviche e questo indica che il meteorite fu creato in durante un'antica colata lavica sulla superficie di Vesta. La struttura dei grani di minerali al suo interno mostra che si tratta di materia fusa solidificata. Gli isotopi (atomi di ossigeno con un numero diversificato di neutroni) sono completamente diversi da quelli rintraccaiti nelle rocce terrestri, della Luna o di altri meteoriti finora studiati.
Il meteorite ha inoltre lo stesso spettro di pyroxene di alcuni piccoli asteroidi, di recente scoperti nelle vicinanze di Vesta, che vengono considerati pezzetti di roccia espulsi dalla superficie dell'asteroide. Questa zona detritica si estende ininterrottamente fino ad una regione di fuga della cintura di asteroidi chiamata Kirkwoord gap. Questa regione è priva di asteroidi perchè le spinte gravitazionali di Giove spingono i materiali dalla cintura principale verso una nuova orbita che incrocia quella della Terra attorno al Sole.
Il meteorite australiano probabilmente ha seguito questa strada verso la Terra. E` molto probabile che altri meteoriti caduti sulla Terra siano iriginari di Vesta.
Vesta rimane quindi il quarto pianeta di tipo terestre di cui si sono potuti studiare frammenti di roccia. Gli altri sono la Luna, Marte e la Terra.