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m1.jpg M 1

Residuo di supernova M1 (NGC 1952) nel Toro

Nebulosa del Granchio (Crab Nebula)

Ascensione
Retta
05h 34.5m
Declinazione +22° 01´
Distanza 6.300 al
Magnitudine
Visuale
8.2
Dimensioni
Apparenti
6´x 4´

E' il piu cospicuo resto di supernova conosciuto e fu proprio la presenza di questo oggetto a dare il via alla compilazione del Catalogo da parte di Messier. La supernova fu osservata il 4 luglio del 1054 dagli astronomi cinesi, probabilmente splendeva quasi come la Luna Piena (o almeno di magnitudine -6) e rimase visibile alla luce del Sole per 23 giorni. Probabilmente è stata raffigurata anche dagli artisti degli Indiani Anazasi (negli attuali Nuovo Messico e Arizona), come testimoniano i ritrovamenti nei Navaho Canyon e White Mesa (in Arizona) così come quelli nel Chaco Canyon National Park (nel Nuovo Messico), un resoconto delle ricerche è reperibile presso il sito Chaco Canyon Anazasi art online. Inoltre, Ralph R. Robbins dell'Università del Texas ha scoperto anche nei graffiti degli indiani Mimbres del Nuovo Messico delle probabili raffigurazioni della supernova.

Alla supernova 1054 venne anche assegnata la designazione di stella variabile CM Tauri. Si tratta di una delle poche supernovae della Via Lattea osservate nella storia.

Il residuo di supernova fu scoperto, secondo Messier, da John Bevis nel 1731 che lo scoprì indipendentemente il 28 agosto 1758 pensando in origine che si trattasse di una cometa. Naturalmetne, presto si accorse che non aveva nessun apparente moto proprio e lo catalogò il 12 settembre 1758. Fu battezzato "Il Granchio" sulla base di un disegno fatto da Lord Rosse nel 1844.

La nebulosa è formata dal materiale espulso nell'esplosione della supernova e che si è diffuso su un volume di circa 10 anni-luce di diametro ed che ancora si espande all'altissima velocità di circa 1.800 km/sec. Emette luce dovuta a 2 componenti principali: una rossastra che forma una caotica ragnatela di filamenti brillanti, con righe d'emissione nello spettro simili a quello delle nebulose gassose diffuse (o planetarie), ed uno sfondo bluastro diffuso di radiazione di sincrotrone altamente polarizzata emessa da elettroni relativistici (cioé elettroni aventi alta energia e velocità vicina alla velocità della luce), che si muovono in un forte campo magnetico. La radiazione di sincrotrone è caratteristica anche di altri fenomeni "esplosivi" che si verificano nel cosmo, per esempio nel nucleo attivo della galassia irregolare M82 e il getto di materia della galassia ellittica gigante M87. Queste sbalorditive caratteristiche della Nebulosa Granchio nella luce visibile risultano evidenti nelle immagini di Mount Palomar elaborate da David Malin dell'Anglo Australian Observatory e nell'immagine di Paul Scowen ottenuta a Mount Palomar.

Nel 1948 la Nebulosa Granchio fu identificata come forte sorgente di onde radio. Nel 1964 con un satellite si scoprì che emette anche raggi X. L'energia emessa sotto forma di raggi X è 100 volte superiore a quella emessa come luce visibile, ma anche la sua luminosità nel visibile è enorme: alla distanza di 6.300 anni-luce (determinata con buona precisione), la sua luminosità apparente corrisponde a una magnitudine assoluta -3.2, pari a piu di 1.000 volte quella del Sole. La sua emissione luminosa in tutto lo spettro elettromagnetico è stata stimata in 100.000 soli o 5*10^38 erg/s !

Nel 1968 fu scoperta in M1 una sorgente pulsante di onde radio, la Pulsar del Granchio (catalogata anche come NP0532), che corrisponde, nella nostra fotografia, alla stella a destra della coppia visibile verso il centro della nebulosa. Si è stabilito che questa pulsar è una stella a neutroni che ruota rapidamente: compie infatti circa 30 giri al secondo! Questo periodo è stato determinato molto bene perché la stella di neutroni emette impulsi periodici in tutte le parti dello spettro elettromagnetico, da una "zona calda" sulla sua superficie. La stella a neutroni è un oggetto estremamente denso, più denso di un nucleo atomico, concentrando una massa superiore a quella del Sole in una sfera di 30 km di diametro. La sua rotazione viene lentamente frenata dall'interazione magnetica con la nebulosa, è questa la principale fonte dell'energia che fa risplendere la nebulosa stessa.

Nella luce visibile, la pulsar è di magnitudine apparente +16. Significa quindi che questa stella così piccola ha magnitudine assoluta +4.5, cioè ha, nella parte visibile dello spettro, quasi la stessa luminosità del Sole!

  • Immagini nella radiazione X e nel visibile dalla missione Shuttle ASTRO-1 (STS-35).
  • Immagini nell'ultravioletto dalla missione ASTRO-1.
  • Altre immagini di M1
  • Immagini amatoriali di M1; Altre immagini amatoriali di M1

    Questo oggetto ha suscitato un interesse così grande che gli astronomi possono essere suddivisi in 2 categorie ugualmente numerose: quelli che hanno effettuato lavori correlati alla Nebulosa Granchio e quelli che non l'hanno fatto. Il congresso n. 46 dell'IAU, tenutosi a Jodrell Bank (Inghilterra) nell'agosto 1970, fu dedicato unicamente ad M1. Simon Mitton ha scritto, nel 1978, un bel libro sulla Nebulosa Granchio ancora valido e molto interessante.

    Jeff Hester e Paul Scowen hanno utilizzato il Telescopio Spaziale Hubble per studiare la Nebulosa del Granchio (vedi anche "Sky & Telescope", gennaio 1995, pag.40). Le loro continue ricerche con l'HST hanno gettato nuova luce sulla dinamica ed i cambiamenti della Nebulosa Granchio e della pulsar.

    Le immagini e le informazioni di Bill Arnett su M1.

  • Dati su M1 tratti dal Catalogue of Galactic Supernova Remnants di D.A. Green.
  • Storia della Nebulosa del Granchio dello Space Telescope Science Institute
  • Immagini ottiche della Pulsar del Granchio (Michael Richmond)
  • La pagina sulla Nebulosa del Granchio di Jack Schmidling


    Hartmut Frommert (spider@seds.org)
    Traduzione di Marco Margiocco (Associazione Ligure Astrofili POLARIS)

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    Ultimo aggiornamento 12/99 a cura di MF.